Ghost Rider Cosmico: Baby Thanos deve morire, la recensione
Abbiamo recensito per voi Ghost Rider Cosmico, opera di Donny Cates e Dylan Burnett
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Indossate il vostro giubbotto di pelle e gli occhiali più fighi che avete e salite in sella alla vostra moto. Lo stereo sta già sparando a volume illegale la colonna sonora di questo incredibile viaggio a velocità folle attraverso l’universo. Fatevi trovare pronti, perché lo Spirito della Vendetta è tornato, e questa volta i suoi poteri sono di natura cosmica.
La vicenda può essere considerata uno spin-off di Thanos vince!, in quanto riprende la narrazione proprio dove avevamo salutato Ghost Rider: ucciso da un Silver Surfer degno di brandire Mjolnir. All’inizio di Baby Thanos deve morire, ritroviamo l'indolente centauro nel Valhalla, bramoso di tornare in sella alla sua motocicletta dalle ruote infuocate per tentare di creare un universo migliore, eliminando la titanica minaccia prima che distrugga ogni cosa.
Nei cinque capitoli di cui si compone la miniserie non troviamo momenti in cui rifiatare: dalla prima all’ultima pagina il ritmo è martellante, spingendo al massimo sull’acceleratore; nei brevi momenti in cui l'azione si defila, Cates la rimpiazza con colpi di scena e trovate narrative che conferiscono una certa intensità al tutto. Sì, perché lo sceneggiatore di God Country non si limita ad ammaliarci con la sua capacità di rivitalizzare gli stilemi del Fumetto anni Novanta e caratterizza i protagonisti di questa vicenda con grande profondità, presentandoceli da un punto di vista inedito: una versione riconducibile a quella primigenia ma che punta a estremizzare alcune peculiarità e a costruirci sopra una mitologia nuova di zecca.
Il successo di questa ricetta è sotto agli occhi di tutti, e Cosmic Ghost Rider è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo: un fumetto fresco, divertente ed estremamente coinvolgente, animato da un protagonista in grado di strapparci un applauso convinto e validi comprimari, come gli Avengers del futuro.
La prosa di Cates genera scompiglio, risate ed emozioni forti, e il tutto è sorretto e reso ancora più accattivante dalle matite di Burnett. Esasperando con il suo stile cartoony spigoloso le battaglie quanto l’espressività dei volti, il disegnatore di Weavers racconta una storia matura con tavole superbe, rese ancora più affascinanti dalle colorazioni vivaci di Antonio Fabela.
E se persino uno come Uatu l’Osservatore afferma convinto che: "È divertente stare a guardarlo", chi siamo noi per contraddirlo? Non fatevi sfuggire il Ghost Rider Cosmico.