Ghost Fleet - Il Convoglio fantasma, la recensione

Ghost Fleet è una lettura figlia degli action movie anni '90 che mette a nudo l'anima di Donny Cates

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Ghost Fleet #1, copertina di Daniel Warren Johnson

Prima di diventare lo scrittore di cui tutti parlano, Donny Cates ha realizzato una serie di storie in cui le sue esperienze personali si mescolavano a mondi immaginari popolati da famiglie bizzarre, entità sovrannaturali e organizzazioni governative malvagie. Di quella fase abbiamo già avuto modo di leggere God Country (edito da Panini Comics) e ora, grazie all’attento lavoro di saldaPress, è la volta di Ghost Fleet – Il Convoglio fantasma.

Anche questo lavoro è ambientato nell'amato Texas, ma porta sotto i riflettori una coppia di amici e colleghi, Trace e Ward, provenienti da esperienze nelle forze armate. I due sono ora i titolari di una società, il Convoglio fantasma, per la quale fanno consegne a bordo di un enorme camion. Diversi apparati governativi si avvalgono in vario modo dei loro servigi e della loro professionalità, finché qualcosa non va storto e il veicolo finisce oggetto di un agguato.

Fate partire un vecchio disco dei Guns N’ Roses o qualcos'altro di estremamente selvaggio e gettatevi nella lettura: Ghost Fleet, titolo Image Comics originariamente pubblicato in forma di miniserie dalla Dark Horse, è stato concepito da Cates come il più classico degli action movie anni ’90. Gli elementi ci sono tutti: una coppia di protagonisti tostissimi legati da un vissuto comune drammatico, una società segreta disposta a tutto pur di tutelare i propri interessi, una figura femminile intrigante, chilometriche autostrade sulle quali dar vita a infuocati inseguimenti, eserciti armati fino ai denti e le suggestive ambientazioni texane a fare da scenografia.

Insomma, una cornucopia di aspetti ereditati dalla cultura pop di fine millennio che concorrono a creare quanto di meglio si possa chiedere a un fumetto di questo genere.

Sebbene non manchino frangenti in cui lo scrittore di Thanos vince! e Guardiani della Galassia alzi il piede dell’acceleratore per proporci un approfondimento del cast, la lettura corre spedita, sorretta da mistero, esplosioni, morte e una guida per la quale bisognerebbe stracciare immediatamente la patente. A rendere Ghost Fleet ancora più emozionante, un finale decisamente fuori dagli schemi e inatteso, che, nel gettare luce sul contenuto del camion, dà il via a una sorta di Terza Guerra Mondiale combattuta contro esseri apocalittici.

"Una lunga sequenza di tavole dal taglio cinematografico che catturano l’energia del soggetto e ci offrono uno spettacolo tutto da ammirare."Con quest’opera torniamo agli inizi della carriera di Cates, quando già si intravedevano le peculiarità della sua scrittura: dall’utilizzo di luoghi comuni del sud degli Stati Uniti (Redneck) alla preminente componente action (Ghost Rider Cosmico), senza dimenticare quel tocco di esoterismo che avrebbe caratterizzato la maggior parte delle sue opere, siano esse concepite per etichette indipendenti (Babyteeth) che per le major (Venom).

In questo caso siamo di fronte a una storia articolata su due livelli: il primo ci conduce lungo un racconto elettrizzante; il secondo, più personale, alza il velo sull'emotività di Cates e sul difficile percorso che ha dovuto affrontare a causa dei traumi del suo passato.

Ad affiancare il bad boy del Fumetto americano troviamo al tavolo da disegno Daniel Warren Johnson (Extremity), autore di una prova caratterizzata da grande dinamismo. D’altronde, non poteva essere diversamente, vista la natura dell’opera: una lunga sequenza di tavole dal taglio cinematografico che catturano l’energia del soggetto e ci offrono un spettacolo tutto da ammirare. Con il suo stile peculiare, Johnson riesce a trasmettere l’urgenza, la tensione e il terrore che trasudano da queste vignette, completate splendidamente dalle colorazioni di Lauren Affe.

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