Genitori vs Influencer, la recensione
La sorpresa non è certo che Genitori vs Influencer sia messo in scena come un figlio della tv generalista, ma per alcuni momenti sia emotivamente sincero!
Il racconto dell’eterno rapporto burrascoso tra adolescenti e genitori è sempre rappresentato tramite l’esasperazione comica del conflitto, ma il film di Michela Andreozzi (scritto da lei stessa con Fabio Bonifacci) presenta almeno un’idea di mondo più complessa della sola superficiale armonia familiare. È una visione dei rapporti di forza che vigono nel paese a diversi livelli che permea il film e, per tutta la parte centrale, sembra quasi dargli un senso. Quasi.
Perché Genitori vs. Influencer poi un senso fa di tutto per perderlo. È ovviamente un canto delle miserie di internet e quindi della modernità, su questo c’erano pochi dubbi da avere, in cui i rari momenti in cui la tecnologia non è solo ciò che crea un problema ma anche ciò che lo può risolvere, a conoscerla e volerla usare, si scoprono essere nei titoli di coda casi di product placement. Al pari dei suoi personaggi anche Genitori vs Influencer intende piegarsi dal lato della rete e della internet culture se capisce di poter ottenere del denaro.
Esiste in questa storia una tenerezza tra Fabio Volo e Ginevra Francesconi che non è scontata in produzioni di questo tipo e che in certi punti scavalca una messa in scena che sembra non impegnarsi in niente, trovando pure qualche sprazzo di verità emotiva non scontata in quella terra arida che sono le commedie. Funziona abbastanza Fabio Volo (che non ha mai davvero imparato a recitare ma ha guadagnato un volto malinconico molto espressivo) e più che altro funziona Ginevra Francesconi (che dopo The Nest e soprattutto Regina sembra una garanzia: l’unica minorenne italiana che oggi sappia recitare).
Come se non bastasse una questione di una casa da acquistare che condiziona tutta la seconda parte dell’intreccio si perde e non è più ripresa, ma anche le rotture indotte dalla tecnologia saranno riparate senza di essa, a bordo di una vecchia alfa da un gruppo di amici condomini (forse il più grande spunto di fantasia, quasi fantasy, del film: che i condomini si sacrifichino gli uni per gli altri). Alla fine l’importante, come sempre e ancora una volta, sarà affermare un desiderio di fuga dal presente e rifugio nella tradizione, il ripudio del moderno con i suoi modi, le sue novità e quindi opportunità, per l’odore della carta (che viene effettivamente menzionato) e i rapporti umani, i quali per Genitori vs. Influencer, è abbastanza chiaro alla fine, non possono esistere nel modo in cui vengono esperiti oggi ma solo come li abbiamo conosciuti fino a ieri.