Genitori e figli: Agitare bene prima dell'uso - La recensione

Una coppia deve affrontare i turbamenti dei figli, mentre un'altra un aspirante partecipante al Grande fratello. Il nuovo film di Veronesi si conferma in linea con i suoi (non eccelsi) precedenti...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloGenitori e figliRegiaGiovanni Veronesi
Cast
Silvio Orlando, Lucina Littizzetto, Michele Placido, Margherita Buy, Elena Sofia Ricci, Max Tortora, Piera degli Espostiuscita26 febbraio 2010 

Se c'era una cosa che mi aspettavo da Genitori e figli, il nuovo film di Giovanni Veronesi, è di non sorprendermi. In effetti, ero preoccupato che avrei finito per ripetere le stesse cose che dico sempre di questo regista, magari simili a quelle per altri prodotti comici di autori come il suo sodale Pieraccioni. Invece, questo film di cose da dire ne presenta molte e decisamente interessanti. Quello che non sorprende è che i lati negativi siano superiori a quelli positivi.

Il film inizia inaspettatamente in maniera brillante. La coppia Buy-Placido, anche se in soli cinque minuti insieme, sembra fare faville, forse anche perché hai l'impressione è che non carichino le loro interpretazioni, come avviene ogni tanto in altre situazioni. In generale, i primi 15-20 minuti presentano un tono interessante e poco accondiscendente, che fa sperare in una satira non dico feroce, ma almeno cattivella.

Peccato che Veronesi abbia altre idee, la peggiore delle quali è praticamente di dimenticarsi di questi due attori per più di un'ora e di puntare i riflettori sull'altro duo, quello formato da Luciana Littizzetto e Silvio Orlando. Purtroppo, senza eccedere in critiche che sarebbero ingenerose, non siamo allo stesso livello, né di sintonia, né nelle singole prove. In particolare, continuo a pensare che la Littizzetto possa essere bravissima in certi ruoli macchiettistici, ma in parti più complesse forse non abbia ancora maturato un'esperienza necessaria al cinema. 

Così, non si capisce perché ci venga presentata una storia all'inizio che praticamente non si sviluppa e che alla fine si riduce a una sorta di sketch di 10 minuti complessivi, con in mezzo una sequenza tra la Buy e Placido che non serve assolutamente a nulla. Si ha quasi l'impressione che ci siano state scelte drastiche in sala di montaggio, magari per questioni di tempi e con tagli decisi, ma non è detto che sia stato così.

La confusione è anche in una sottotrama legata al figlio razzista e gli zingari. Nonostante le intenzioni di base, a un certo punto una scena orrenda sembra voler esprimere il senso "non siamo noi a essere razzisti, sono loro a essere negri (meglio, zingari)". Solo che 20 anni fa era una battuta (antirazzista) di Giobbe Covatta, qui sembra essere un'idea seria, peraltro senza essere accompagnata da nessuna analisi psicologica e una spiegazione del comportamento di questo ragazzino.

Si potrebbe pensare che la pellicola vorrebbe essere cattivo e complessa. A tratti, il gioco funziona, penso soprattutto all'inizio e alla fine del film (guarda caso, anche qui con il personaggio di Placido). Ma allora perché frasi come "I genitori sono programmati per amare i figli", che farebbero ribrezzo anche a una soap opera? O gli scontatissimi lieti fine di tutte le vicende, anche nei rapporti secondari?

Insomma, si ha l'impressione di un'occasione mancata, non dico per realizzare un capolavoro, ma almeno un buon prodotto di intrattenimento sì. L'equilibrio tra temi seri e risate non è gestito bene, così come tanti attori (non solo quelli già citati) non vengono sfruttati come si potrebbe, in particolare Piera degli Esposti. Di sicuro, non si capisce bene che pubblico voglia prendere. E considerando l'assenza di 'esche' come Verdone o Scamarcio, temo proprio che i dati dei due Manuale d'amore e di Italians saranno un miraggio...

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