Generations: Le Meraviglie – Ms. Marvel/Ms. Marvel, la recensione
La recensione di Generations: Le Meraviglie - Ms. Marvel/Ms. Marvel, di G. Willow Wilson e Paolo Villanelli
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Uno degli elementi che hanno contribuito a decretare il successo di Kamala Khan è certamente il grande realismo con il quale la sceneggiatrice G. Willow Wilson ha plasmato la caratterizzazione della super eroina di origini pakistane. Chi ha avuto il piacere di leggere la serie a lei dedicata, Ms. Marvel, sarà rimasto colpito dalla capacità della scrittrice di fotografare gli adolescenti del terzo millennio, di catturarne le peculiarità comportamentali e di riportarle tra le pagine del fumetto; il tutto, ovviamente, riletto con la poetica della Casa delle Idee, che nella sua copernicana rivoluzione degli anni '60 portò sotto i riflettori i “super eroi con super problemi”, abbattendo di fatto ogni distanza tra lettori e personaggi.
Ancora una volta, il Cubo Cosmico senziente Kobik conduce il protagonista della storia nel passato, in un periodo in cui Carol era alla guida della testata giornalistica Woman Magazine, supplemento del quotidiano Daily Bugle di J. Jonah Jameson. Siamo sul finire degli anni ’70, un periodo di grandi e profonde trasformazioni sociali che hanno visto le donne lottare per i propri diritti. In questo contesto storico vivace, il magazine si trova ad affrontare una scelta difficile: assecondare i gusti delle lettrici proponendo il solito mix di moda e tendenza oppure provare a formare una nuova generazione di donne attive in difesa dei propri diritti?
Ancora una volta, la Wilson si dimostra scrittrice abile nel fondere i forti mutamenti sociali in atto con lo spirito pionieristico dei fumetti Marvel, quell’attitudine in grado di ricalcare il sense of wonder che ha reso uniche le storie create da Stan Lee e Jack Kirby. Il connubio tra un approccio alla narrazione classico e tematiche attuali risulta anche in quest'occasione ammaliante e produce sequenze divertenti e adrenaliniche, in grado di presentarci le due eroine così come le abbiamo conosciute agli esordi. Basta nevrosi, attacchi di panico o ansia per l’avvicinarsi di minacce fuori scala: abbandoniamo il clima teso degli ultimi anni, caratterizzati da Guerre Civili tra super eroi, per concederci il gusto di una storia dai toni leggeri, che spinge alla riflessione e al contempo emoziona per la maniera in cui si conclude.
A rendere ancora più piacevole il risultato finale, l'ottimo lavoro di Villanelli: lo stile sintetico dell’artista nostrano conquista per il gusto con il quale accompagna le diverse fasi del racconto; la doppia anima della sceneggiatura è resa perfettamente dal suo storytelling fluido, attento a sottolineare dettagli espressivi e posturali per la riuscita della narrazione.
La magia Marvel rivive in questo ottavo numero di Generations, che meglio del precedente (Generations: I più coraggiosi – Capitan Marvel/Capitan Mar-Vell) rende giustizia a una delle prossime protagoniste del Marvel Cinematic Universe. In attesa di vedere Carol interpretata dal Premio Oscar Brie Larson, però, ci teniamo stretta l’indiscussa protagonista dell'ultima generazione di eroi della Casa delle Idee: Kamala Khan!