Generations: Gli America – Sam Wilson: Capitan America/Steve Rogers: Capitan America, la recensione
La recensione di Generations: Gli America – Sam Wilson: Capitan America/Steve Rogers: Capitan America
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Vogliono che sia un simbolo, qualcosa che dia a tutti speranza.
Nella costruzione del recente megaevento Marvel Secret Empire, lo scrittore Nick Spencer ha messo tutte le peculiarità della Sentinella della Libertà al servizio dell’organizzazione terroristica che ha sempre combattuto, l'Hydra. Il ribaltamento di fronte ha provocato le reazioni scomposte dei lettori più conservatori della Casa delle Idee, inferociti per il tradimento più inatteso della Storia del Fumetto.
Nell’ultimo appuntamento con Generations – questo il nome dell’iniziativa volta a legare la fine di Secret Empire con la prossima fase di Terra Prima, Legacy – la scena è catturata da uno dei protagonisti indiscussi del megaevento: Sam Wilson, ex Falcon e oggi (Nuovissimo) Capitan America; come i suoi colleghi adolescenti, anche lui viene catapultato nel passato, precisamente agli inizi degli anni ’40, quando gli Stati Uniti si apprestavano a entrare in guerra. Proprio in quel contesto, Sam incontrerà il simbolo che ha ispirato un’intera nazione per decenni, prima di diventare suo amico.
Generations: Gli America – Sam Wilson: Capitan America/Steve Rogers: Capitan America è il sentito commiato di Spencer ai due personaggi di cui ha curato le rispettive testate negli ultimi anni. Come mai prima d’ora, questo racconto esplicita la vera natura del progetto di cui fa parte: i dieci team-up sono doni offerti da Kobik per rafforzare le motivazioni dei singoli e, in alcuni casi, meglio comprendere il percorso da intraprendere. Per l’ex Falcon, nello specifico, il senso di questo confronto assume un significato ben più profondo, data l’enorme portata dell’icona di cui ha raccolto l’eredità.
Continuando in quel solco tracciato sulle serie sorelle Captain America: Sam Wilson e Captain America: Steve Rogers, lo scrittore statunitense imprime alla vicenda una forte componente sociale, fotografando le problematiche razziali che per decenni hanno condizionato la storia degli Stati Uniti. Saper unire una forte componente action ad attente disamine sull’attualità fa sì che anche questo fumetto riesca a intrattenere il lettore con intelligenza, persino commuoverlo: i percorsi individuali di Sam e Steve si intrecciano, assumono i tratti dell’amicizia, diventano supporto fraterno e sfociano in un rapporto confidenziale in cui è difficile capire chi sia il mentore e chi l'allievo.
I ruoli, dunque, sembrano quasi scambiarsi e le posizioni dei due sono in continua evoluzione in questo atto conclusivo, vera e propria retrospettiva sul personaggio di Capitan America, sulla sua incredibile carriera e sulla sua enorme umanità. Quest’ultimo aspetto, in particolare, assume connotati decisamente più preminenti, messi in risalto dal percorso che Spencer fa compiere a Sam e dal parallelismo con l’ascesa e la caduta del Leader Supremo dell'Hydra, fino al ritorno di Steve. Di contro, la "perdita" dell'umanità è la cicatrice che il Cap originale è destinato a portare nel suo processo di redenzione, che leggeremo sulla sua serie targata Legacy. Le ultime pagine dell'albo, infine, ospitano i tasselli mancanti che meglio esplicitano l’iniziativa, portandola a compimento.
La buona prova al tavolo da disegno di Paul Renaud è la ciliegina sulla torta: Generations si è imposta non solo per i contenuti ma anche per la qualità media dal punto di vista estetico. L’artista francese risulta decisamente a suo agio sui personaggi coinvolti, e in queste tavole conferma l’ottima impressione lasciata ai tempi di Captain America: Sam Wilson, regalandoci un riuscito mix di dinamismo ed espressività.