Gen V (Stagione 1), la recensione dei primi 3 episodi
Abbiamo finalmente recensito i primi tre episodi di Gen V, amando ogni aspetto della nuova avventura ambientata nel mondo di The Boys
Annunciato nel settembre del 2020, ma rivelato solamente un paio di anni dopo, Gen V ha suscitato allo stesso tempo curiosità e paura negli spettatori di tutto il mondo. Curiosità nel vedere come l’universo di The Boys potesse espandersi, pur mantenendo i toni tipici dello show basato sul fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson. Paura nel trovarsi di fronte a uno spin-off pensato esclusivamente per cavalcare l’onda di una serie TV dal forte successo mediatico.
Saranno riusciti gli autori a replicare il successo di The Boys, oppure ci troviamo di fronte a un semplice tentativo di sfruttare il franchise?
COME GLI X-MEN, MEGLIO DEGLI X-MEN
Come già accennato, la storia è ambientata in un istituto all’interno del quale vengono forgiati i supereroi del domani in cui chiunque, lavorando sodo, può scalare la classifica per diventare un eroe come i Sette. Marie Moreau è una ragazza dal passato tragico, che scopre di poter manipolare il sangue a proprio piacimento e che viene accettata alla Godolkin, finendo così per frequentare l’accademia dei suoi sogni. Qui fa la conoscenza di Emma Meyer, una ragazza che può rimpicciolirsi in stile Ant-Man e che la aiuterà ad ambientarsi in una scuola dove non tutto è ciò che sembra. Tra i corridoi della Godolkin, infatti, serpeggia un mistero che Luke Riordan, il ragazzo più celebre della scuola, ha intenzione di svelare una volta per tutte.
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IL CORAGGIO DI AFFRONTARE IL MONDO A BRACCIA APERTE
Puntata dopo puntata, c’è una caratteristica di Gen V che ci ha conquistato più del resto: la capacità dello show di parlare a un pubblico moderno, trattando tematiche attuali e scottanti con una determinazione incredibile. Rosenberg, Golberg e Kripke sanno benissimo come funziona l’epoca buonista e farcita di politically correct che stiamo vivendo. Lo sanno e hanno deciso di cavalcare l’onda, criticando però il sistema e finendo per raccontare una storia inclusiva di rara bellezza.
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Sono davvero tanti i temi importanti trattati in Gen V. Temi come la transfobia, i disturbi alimentari, il cyberbullismo e lo sfruttamento delle minoranze per il vile denaro. Tutti quanti questi argomenti passano sotto il filtro folle del mondo di The Boys, finendo per emozionare più di tante opere più serie, impegnate e blasonate. Questo è possibile anche grazie alle grandi interpretazioni del cast, tra i quali spiccano senza dubbio Lizze Broadway nei panni di Emma e la coppia London Thor/Derek Lux, nel ruolo di Jordan Li. Ogni attore scelto è comunque perfetto per la propria parte, venendo poi valorizzato da una sceneggiatura che non lascia indietro nessuno e sa quando rallentare, quando accelerare e quando puntare i riflettori su determinati personaggi.
UNA VERA CHICCA
I primi tre episodi di Gen V sono un piccolo gioiello del linguaggio supereroistico. Un inizio brillante, carismatico, ben scritto, diretto e interpretato. Un’opera che non solo eguaglia The Boys, ma che sotto certi aspetti lo supera persino. Non vediamo l’ora di scoprire come la storia possa andare avanti e siamo certi che lo show disponibile su Prime Video sarà la prima cosa che faremo ogni venerdì mattina per le prossime cinque settimane.
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