Gen V 1×08, “I Guardiani della Godolkin”: la recensione

Gen V chiude la prima stagione con una puntata esplosiva, che però lascia un sacco di domande in sospeso per il futuro dello show

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Gen V è l’ennesima prova della bontà dietro l’operazione commerciale legata alla trasposizione di The Boys. Eric Kripke è riuscito a comprendere la poetica alla base del fumetto ideato da Garth Ennis e Darick Robertson, ma non si è limitato a portarla di peso sul piccolo schermo. Kripke ha preso quanto di buono presente nel materiale originale e lo ha rielaborato, migliorandolo a sua volta e dando vita a una versione moderna di un classico della Nona Arte. 

A partire da The Boys, alle soglie ormai della quarta stagione, ecco che hanno cominciato a prendere vita i primi spin-off. Se The Boys presenta: Diabolico! non è altro che un interessante esperimento animato, è però Gen V a lasciare davvero di stucco. Come riportato nelle recensioni degli scorsi episodi della serie, Kripke, Craig Rosenberg ed Evan Goldberg sono riusciti a fare un passo ancora oltre, dando vita a personaggi carismatici e riuscendo persino a trattare tematiche estremamente delicate con la forza di un uragano. Sono passati pochi giorni dall’uscita dell’ottava puntata di Gen V e noi, appena tornati dal Lucca Comics & Games, abbiamo approfittato subito del nostro tempo libero per recuperare il finale di stagione. Un finale che ci ha spiazzati e che ci ha lasciati confusi, costringendoci a qualche ora di riflessione per elaborare il tutto.

Ora, finalmente, siamo pronti a parlarvi de “I Guardiani della Godolkin”.

SI CHIUDE UNA PORTA…

La trama di questa ottava puntata si apre pochi secondi dopo la fine dello scorso episodio. Cate e Sam hanno deciso di tornare nel Bosco per liberare i Super imprigionati nelle celle, ribellandosi così al giogo degli esseri umani. Marie, Jordan ed Emma non sono affatto soddisfatti di questa decisione dei loro amici e, per evitare che qualcuno rischi di essere ferito, decidono di fermare i giovani ribelli a qualsiasi costo.

Evitiamo di entrare più nel dettaglio per non rischiare di scivolare nella pericolosa area spoiler, ma possiamo dire che siamo rimasti piacevolmente colpiti nel rivedere un paio di volti noti dell’universo di The Boys. Lo sceneggiatore Brant Englestein riesce a portare avanti il racconto in modo ordinato, mostrando però in scena il caos. Combattimenti, panico, sangue e contrasti emotivi si accavallano l’uno sull’altro, trascinando lo spettatore in una follia magnetica. I rapporti tra i personaggi costruiti nel corso delle scorse sette puntate vengono quindi messi alla prova, come una sorta di esame a fine corso. Alcuni riescono a passare il test, altri falliscono nel tentativo.

... E SI APRE UN PORTONE

C’è un elemento, però, che ci ha lasciati basiti: gli ultimi cinque minuti. La prima stagione di Gen V si conclude con un momento molto forte, che non chiude nessuna delle trame avviate in questa stagione. Si ha la sensazione di dover attendere una settimana per scoprire cosa possa accadere ai vari protagonisti, ma la realtà è che dovremmo aspettare mesi prima di conoscere il loro destino. Il risultato è una sensazione che lascia spaesati e, allo stesso tempo, desiderosi di ricevere risposte, con la consapevolezza però di dover rimandare qualsiasi delucidazione a un generico 2024. Sia chiaro: lasciare elementi in sospeso è una buona cosa (soprattutto a Stagione 2 dello show già annunciata), ma una maggiore circolarità non avrebbe guastato.

SUPEREROI MOLTO UMANI

Anche quest’ultima puntata ci ha permesso di godere di personaggi veramente ben scritti, in grado di rispettare i canoni del genere supereroistico, ma allo stesso tempo regalandoci momenti molto umani. Ognuno dei protagonisti di Gen V, infatti, vanta problemi emotivi o psicologici provati anche da numerose persone del nostro mondo. Prima di riuscire a sconfiggere il “villain” di turno, infatti, Marie e i suoi amici devono imparare a comprendere sé stessi. Con questa consapevolezza è ancora più evidente quanto bene sia scritto questo finale di stagione, ma anche come lasci troppi elementi in sospeso. Avremmo voluto scoprire se Jordan riuscirà mai a farsi accettare, se Marie continuerà a sentirsi in colpa, se qualcuno riuscirà a volere bene a Emma e se Andre accetterà i propri limiti. E invece tutti questi elementi sono rimandati al prossimo anno, lasciando a bocca asciutta tutti coloro che cercavano un “vero” finale.

Ci sentiamo di elogiare anche la regia di Sanaa Hamri, che qui riesce a dare valore a ogni singolo personaggio, regalandoci un paio di momenti tanto epici quanto forti. Impossibile non citare “la scena del sangue” nello scontro finale, che ci ha sinceramente emozionati, dimostrando quanto un potere apparentemente assurdo come quello di Marie possa essere utilizzato in modo brillante.

A QUANDO LA SECONDA STAGIONE?

Gen V è una vera chicca da vedere e rivedere. Un’opera che parte da un solido materiale di base, per evolvere l’universo di The Boys verso direzioni differenti, ma altrettanto soddisfacenti. Complimenti a tutto il team, cast compreso, che ha lavorato a questo progetto, del quale non vediamo l’ora di scoprire il futuro e come esso si intreccerà alle prossime avventure di Billy Butcher.

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