Gears of War 4, la recensione

Cambiare tutto, per non cambiare niente: la recensione di Gears of War 4

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Sera, pianeta e palcoscenico delle gesta dei Gear, sfoggia con orgoglio panorami mozzafiato, offre alla vista dei suoi visitatori scorci abbaglianti ed è fieramente costellato di splendide città e borghi che vantano palazzi ed edifici decorati nel pieno rispetto dei canoni dello stile barocco. Si tratta di un luogo tanto incantevole alla vista, quanto mortale per le specie che lo abitano.

Sera, a ben vedere, è il vero villain della saga che fu di Epic Games, un’entità forse priva di coscienza e volontà propria, eppure estremamente abile nel progressivo sterminio dell’umanità. Dopo aver scatenato una guerra fratricida per il controllo della principale fonte d’energia del pianeta, le Guerre Pendulum, dopo aver rigettato dalle sue viscere l’orda delle Locuste, dopo aver rivelato la vera natura dell’Imulsion, un parassita in grado di mutare l’organismo ospitante, il pianeta si è inventato una nuova minaccia, l’ennesima piaga che i pochi superstiti a questa infinita sequela di scontri apocalittici devono affrontare.

[caption id="attachment_161127" align="aligncenter" width="600"]Gears of War 4 screenshot Che si tratti di un capitolo introduttivo, per i neofiti e per il nuovo ciclo che la saga proporrà al suo pubblico, lo si evince anche dal prologo della campagna single player che propone tre piccoli livelli che ripercorrono, sommariamente, alcuni momenti topici delle Guerre Pendulum e dello scontro con le Locuste.[/caption]

Sono passati venticinque anni dalla vittoria sulle Locuste. La saga, complice l’obiettivo impostosi di non straniare gli eventuali neofiti, per questo nuovo corso spazza via tutto ciò che c’è stato prima (o quasi), inscenando il prologo dell’avventura in un periodo di relativa pace. I nuovi equilibri politici, che purtroppo resteranno largamente sconosciuti e ignoti, hanno fatto sì che il COG si sviluppasse in una sorta di governo distopico che, forse suo malgrado, guida la ripopolazione del mondo a discapito della libertà personale dei cittadini. C’è chi diserta, non scendendo a compromessi con un ideologia tanto prevaricatrice. Alcuni, gli Estranei, sopravvivono al di fuori delle città fortificate e militarizzate, sostentandosi grazie all’agricoltura in un mondo largamente inabitato e, proprio per questo, riconquistato dalla natura.

Il primo incontro con il nuovo protagonista della saga, JD, figlio di Marcus Fenix, avviene proprio in questo ambiente vergine, rigoglioso di vegetazione e pieno di colori. Un panorama alienante per i fan della saga, che dovranno adattarsi alla fotografia così diversa, da quella oscura e tendente al grigio, che aveva meravigliosamente caratterizzato il primo episodio. Non è l’unica cosa a cui ci si deve abituare. I nuovi protagonisti peccano quanto a carisma, mere macchiette prive di personalità, soprattutto se confrontate ai vecchi Dom, Cole e compagnia bella. Persino gli inevitabili ritorni di qualche vecchia gloria non riescono in alcun modo a risollevare la situazione, vuoi per la rapidità con cui si consumano questi cammeo, vuoi per una sceneggiatura piuttosto sommessa, stranamente avara di quella infantile volgarità che in passato ci aveva regalato tanti (gustosissimi) siparietti comici.

"La linearità è totale, assoluta, infrangibile. Fa parte dei canoni della saga, ma The Coalition, dal punto di vista del gameplay, ha semplicemente ereditato in toto quanto lasciatogli da Epic Games, senza preoccuparsi minimamente di imprimere il proprio marchio sulla produzione."

Non è tutto, purtroppo. Anche la trama, nel suo complesso, si rivela piuttosto deludente, andando a tratteggiare un’avventura ben lontana, per ambizioni e dimensioni, da quelle, epiche e drammatiche, vissute nella vecchia trilogia. Tralasciando sul finale tutt’altro che impattante, la narrazione non c’entra mai il punto, non sollevando alcuna tematica interessante, né proponendo colpi di scena utili a mantenere alta la tensione.

Ne viene fuori un’epopea che potrebbe definirsi propedeutica, preparatoria, utile, semmai, a introdurre la nuova generazione di videogiocatori a quello che sarà il nuovo corso di Gears of War, un corso qui appena abbozzato e proposto in uno stato embrionale, non certo privo di spunti interessanti, ma non abbastanza sviluppato per sorreggere l’intero decorso della campagna.

Di pari passo ad una trama poco audace, anche il level design non azzarda innovazioni, né tanto meno si spende nella proposizione di sezioni inedite. C’è la furiosa (e terribile) fuga a bordo di una moto, l’impetuosa (e guidata) risalita dalle viscere di una miniera appesi ad una fune di fortuna, c’è qualche nemico più coriaceo degli altri, magari da abbattere passando per qualche quick time event. Il resto è una sequela di corridoi da attraversare e spazi più aperti in cui affrontare la fazione avversaria, ovviamente preoccupandosi di guadagnare terreno copertura dopo copertura.

La linearità è totale, assoluta, infrangibile. Fa parte dei canoni della saga, non ci sentiamo di bollarlo forzatamente come un difetto, ma The Coalition, dal punto di vista del gameplay, ha semplicemente ereditato in toto quanto lasciatogli da Epic Games, senza preoccuparsi minimamente di inverdire la formula, di imprimere il proprio marchio sulla produzione. Sembrerebbe di avere a che fare con uno sparatutto in terza persona orribile, mal sviluppato, indegno del suo lignaggio. Non è così, fortunatamente.

[caption id="attachment_161129" align="aligncenter" width="600"]Gears of War 4 screenshot Poco a sorpresa, le tempeste di vento non rappresentano chissà quale feature in grado di variare la formula. Semplicemente, in alcune zone prestabilite, potrete divertirvi a eliminare gli avversari sparando ad alcuni elementi dello scenario e lasciando che sia la tempesta a farli crollare sui nemici.[/caption]

L’arenale, che propone qualche piacevolissima new entry, regala attimi di pura onnipotenza. Il bestiario vanta alcuni mostri che costringeranno il videogiocatore a sperimentare nuovi approcci per avere la meglio. Il gunplay, perfettamente supportato da un sistema di controllo preciso e reattivo, ripropone l’impareggiabile feedback, esaltante ed elettrizzante, che si riceve all’esplosione di ogni singolo colpo. La rapidità con cui si guadagna una copertura, si fornisce fuoco di soppressione e ci si lancia al fiancheggiamento del plotone avversario ha dell’incredibile. Da questo punto di vista Gears of War è ancora attualissimo, lo standard qualitativo esemplare per il genere di riferimento. Non va poi dimenticato l’apprezzabile art desing, reo solo di non osare troppo nella composizione di alcuni scenari, e il solidissimo motore grafico, forse poco stupefacente nel livello di dettaglio dei modelli poligonali, ma a suo agio nel proporre animazioni convincenti, nel mantenere stabile il frame rete e nel garantire una strepitosa pulizia d’immagine.

Infine, torna il divertentissimo comparto multiplayer, suddiviso tra Co-op, Orda e Versus che, quasi da solo, riesce a risollevare e non di poco le storture di una campagna single player tutt’altro che esaltante. In compagnia di un amico, soprattutto in locale, persino la scampagnata di JD e alleati al seguito guadagna qualche punto. L’Orda, dal canto suo, non propone grosse novità. Abbattendo i nemici, ondata dopo ondata, si guadagnano punti, utili per costruire torrette e altri sistemi difensivi con cui rispondere alle offensive progressivamente più feroci. Il design delle mappe, derivative e chiaramente ispirate a quelle degli altri episodi, quando non direttamente riproposte, esalta l’orizzontalità, caratteristica che incita allo scontro diretto, facendo sì che gli scontri vivano di ben pochi momenti morti, a tutto vantaggio del ritmo.

Il discorso è ovviamente valido anche per il Versus, ulteriormente graziato dalle timide novità del gameplay introdotte da The Coalition. Per evitare che le partite si trasformassero in logoranti guerre di trincea, eventualità tutt’altro che rara in passato, i personaggi di Gears of War 4 possono scavalcare una copertura durante la corsa, mossa utilissima quando si cerca di circondare il nemico a discapito del fuoco incrociato, e trascinare l’avversario fuori dal riparo in cui si rintana per una comoda e pratica uccisione corpo a corpo. Nessuna rivoluzione beninteso, ma le novità hanno il pregio di rendere ancor più precarie le condizioni dei soldati, con ovvie ripercussioni sulla velocità dell’azione, più alta che mai.

[caption id="attachment_161128" align="aligncenter" width="600"]Gears of War 4 screenshot Interessante il sistema di ranghi che, sostanzialmente, ha il compito di dividere i giocatori non tanto in base a quanto tempo spendono in compagnia del gioco, ma in base al loro livello di abilità, così da creare partite multiplayer il più possibile equilibrate.[/caption]

Dall’esordio di Gears of War su Xbox One, dal capitolo che avrebbe dovuto riaccendere la passione dei fan, per un brand che con Judgement aveva subito un brusco arresto, ci saremmo aspettati di più. Non che si tratti di un brutto episodio, ma semplicemente quanto di buono ha da offrire l’avventura di JD è frutto del lavoro di Epic Games, non certo della subentrante The Coalition che, anzi, è colpevole di non essere riuscita a rinnovare la formula e ad amalgamare una campagna single player emozionante sia sul piano narrativo, che da quello puramente ludico.

Imbracciare nuovamente il Lancer, tuttavia, vi regalerà grandi emozioni, al pari di incontrare nuovamente vecchi volti e di darsele di santa ragione con e contro altri utenti in multiplayer. Non certo il capolavoro che avremo sperato, non certo la killer application capace di ribaltare le sorti della console war, ma sicuramente uno sparatutto in terza persona divertente in singolo, eccellente una volta online. Un capitolo introduttivo abbozzato, ma comunque stuzzicante; il prologo, non proprio esaltante, di un nuovo, e ci auguriamo degno, ciclo per la saga prodotta da Microsoft.

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