Come un Gatto in Tangenziale, la recensione
Su un tema più che abusato, le differenze tra benestanti sofisticati e veraci proletari, Come un Gatto in Tangenziale, crea un mondo davvero divertente che ha qualcosa da dire
Da sempre interprete sveglia e ricettiva, capace di replicare se stessa solo raramente ma adattarsi ed evolversi, Paola Cortellesi è qui al quinto film con il marito Riccardo Milani.
Una commedia che ha quella dote che hanno pochissime commedie italiane contemporanee: fa ridereQuella di Come un Gatto in Tangenziale è quasi la stessa squadra del remake Mamma o Papà?, i due si riuniscono ai medesimi sceneggiatori e ad Antonio Albanese. Il risultato è di nuovo una commedia che ha quella dote che hanno pochissime commedie italiane contemporanee: fa ridere. Da quando Paola Cortellesi ha iniziato a partecipare alle sceneggiature dei suoi film infatti finalmente si ride davvero. Talmente è raro in una commedia italiana la risata che questa “novità” è più clamorosa anche prima del fatto che sia una risata con un senso. Come Un Gatto In Tangenziale è infatti un film in tutto e per tutto usuale e talmente poco originale nei presupposti che Paola Cortellesi l'aveva già interpretato un personaggio dalla parabola simile e contraria in Nessuno Mi Può Giudicare, eppure è anche innegabilmente riuscito.
Quel che fa la differenza qui non è di certo l’impianto o l’audacia degli assunti, è semmai la maniera in cui attorno a questi due personaggi tipici del cinema italiano venga creato un mondo impeccabile. Con tantissimi comprimari che si avvicendano, Come Un Gatto In Tangenziale crea una galleria di caratteristi comici fortissimi (il più debole è l’unico che non è un caratterista, Claudio Amendola) e a tratti proprio esilarante a partire da una coppia di zie gemelle, malate di shopping compulsivo, dotate di una comicità irresistibile mai vista prima, che viene anche solo dal tono di voce). Sono loro, i comprimari, ad animare tutto. In un film in cui i personaggi si scontrano a causa dei diversi mondi da cui provengono, proprio questi mondi sono la parte più interessante.