Gasolina vol. 1: Bienvenido, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume di Gasolina, di Sean Mackiewicz e Niko Walter

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Gasolina #1, variant cover di Lorenzo De Felici

Per uno sceneggiatore non rivelare tutto e subito sui propri personaggi è fondamentale; serve a mantenere alta l'attenzione, a costruire un percorso per loro, a mantenerli interessanti, a connettere il loro passato al presente tramite svolte di trama e inaspettate agnizioni che colpiscano il lettore e che, a volte, lo sorprendano. A volte, capita di esagerare, di non rivelare abbastanza o di non comunicare abbastanza. Le due cose paiono congruenti, ma non lo sono, per lo meno nel caso del Fumetto, una forma di narrazione prima visiva e poi verbale. Succede che, nell'ansia di tenersi da parte del materiale, delle porzioni di storia, le radici dei protagonisti rimangano oscure, non dette, nascoste. Un classico intramontabile. Il lettore si domanda: quali saranno i motivi dell'agire dell'eroe, o dell'antieroe? Che cosa nasconde dietro alla coltre di mistero? Cosa c'è da scoprire su di lui? Una strategia che funziona, questo non dire, quando i personaggi in questione sono interessanti, ben costruiti, comunicano invece di affermare, lasciano intuire o suggeriscono, con le loro azioni e le loro emozioni, invece di rivelare apertamente. Servirà, allora, un ottimo lavoro di costruzione della loro immagine, che siano espressivi, che risultino interessanti visivamente, che facciano capire abbastanza di sé con le loro azioni e i loro modi, per interessarci.

Gasolina vol. 1: Bienvenido fallisce nel rendere significativi i suoi personaggi proprio perché di loro si capisce poco, troppo poco. Una coppia di misteriosi innamorati, dal passato burrascoso non spiegato, si trova coinvolta da eventi anche più burrascosi. Il Dottore e l'Assassina, questi i soprannomi dei due amanti, devono risolvere un caso di rapimento ad opera di un nuovo, spietato cartello della droga che ha preso di mira, per ragioni ignote, la famiglia di lei. Le cose, però, si faranno presto più complicate del previsto, perché, in un Messico afoso e buio, questa organizzazione emergente si rivela anche una setta mistica, compie omicidi inquietanti, tramite pratiche occulte da film dell'orrore, anch'esse avvolte nella nebbia, un po' come le ragioni, certo intuibili, per cui il cartello prende di mira il boss noto come El Dorado, e un po' come il passato difficile di un poliziotto che indaga su di lui e sulle sue azioni di ritorsione. Forse avrete iniziato a notare una certa tendenza.

Diventa difficile appassionarsi a una storia, per quanto non sia priva di spunti interessanti, quando non è chiara la parabola di protagonisti ed antagonisti. Troppo rimane celato allo sguardo dalla sceneggiatura di Sean Mackiewicz. La narrazione non è sorretta in maniera solida nemmeno dalle matite di Niko Walter, che risultano piuttosto efficaci nel ritrarre l'azione, ma ci consegnano dei personaggi sostanzialmente inespressivi ed esteticamente dimenticabili.

Bene le atmosfere, ma troppo poco nella caratterizzazione degli attori di questo noir sudato e tenebroso. Attori che recitano piuttosto male, che risultano spigolosi nelle movenze e che, a volte, non sembrano la stessa persona da vignetta a vignetta. Una connotazione visiva che aggiunge piattezza a bidimensionalità. Ahinoi, persino la chiarezza degli eventi è spesso dimenticata, con passaggi di scena che si fatica a connettere l'uno all'altro.

Il primo volume di Gasolina è una discreta delusione, soprattutto in epoca di narrazione fumettistica decompressa, in cui gli autori non si fanno problemi a prendersi tutto il tempo per rendere chiaro quel che accade sulla pagina. In questo esordio, che ci ha colpiti nelle prime battute per l'atmosfera interessantissima, ci sono troppe cadute di stile e troppe incoerenze di ritmo, a nostro avviso, per renderlo una lettura significativa. La sensazione è che, come non è definibile in maniera cristallina il genere di questa storia, per volontà degli autori, non si sia fatta nemmeno una scelta univoca in termini di strategia narrativa.

Il risultato è un fumetto che, almeno per ora, ci lascia con un senso di confusione molto forte e senza troppi appigli qualitativi cui aggrapparci, per mantenere vivo l'interesse. Abbiamo visto Narcos, abbiamo letto Lansdale, e tante storie fortemente post-moderne che mescolano magia e fucili a canne mozze. Ci volevano più stile e più qualità, forse più mestiere, per tenerci legati a questa storia.

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