Gamer - La recensione
In un futuro prossimo, alcuni esseri umani schiavi sono controllati per partecipare a un terribile gioco mortale. Una pellicola decisamente fuori tempo massimo e sbagliata dall'inizio alla fine...
Recensione a cura di ColinMckenzie
Titolo GamerRegiaMark Neveldine, Brian Taylor
Cast
Gerard Butler, Amber Valletta, Michael C. Hall, Kyra Sedgwick, Logan Lerman, Alison Lohman
uscita2 aprile 2010
Per certi film, basterebbero i primi minuti per gettare la spugna. Qui l'inizio è chiarissimo: Sweet Dreams coverizzata da Marilyn Manson (della serie, vi facciamo capire che si tratta di pellicola 'sovversiva', come no), immagini frenetiche da videoclip (guarda quanto siamo fichi) e ralenti imnprovvisi per 'enfatizzare' le emozioni. Il tutto con tanti dialoghi ultraespositivi che ci raccontano questo mondo in maniera goffissima. Dovrebbe bastare per perdere ogni voglia di vedere la pellicola (e forse per smettere di leggere la recensione), ma cerchiamo disperatamente di andare avanti.
Ma quello che dà più fastidio è la classica critica sociale che ci dobbiamo sorbire. Non contenti di fare un semplice popcorn movie d'azione (cosa peraltro non semplicissima, anzi), i realizzatori devono ricordarci in continuazione che siamo di fronte a un prodotto metaforico e che vuole avvertirci dei pericoli che incombono sulla nostra società (la perdita dell'identità, la violenza come spettacolo e addirittura le possibili frodi nelle elezioni digitali). Ma il film non riesce neanche a far vedere dei servizi televisivi pieni di sangue senza mostrare il pubblico eccitato in maniera inverosimile. O un mondo credibile, visto che il pianeta è unito da questa moda, in cui da Bagdad a Bombay si tifa per la violenza televisiva del programma Slayers.
Ma se c'è una cosa in cui la magica coppia di registi Mark Neveldine e Brian Taylor eccelle, è nel tirar fuori da ogni attore il peggio di sé. Gerard Butler è sostanzialmente inespressivo, il che comunque non è un gran danno nell'economia del film, anche se da un protagonista ci si aspetterebbe un po' più di convinzione. Difficile invece dire chi sia più fuori posto tra John Leguizamo (in un ruolo da squilibrato che sembra un compendio delle interpretazioni folli a Hollywood) o Kyra Sedgwick, che proprio non si comprende come sia finita in una roba del genere. Ma senza alcun dubbio l'interpretazione peggiore è quella di Michael C. Hall, che è impegnato in un cattivo da operetta che sarebbe delirante anche per il peggior capitolo di 007 e che è protagonista della scena più brutta del film (ma forse anche dell'anno, in un tentativo di dare un tocco di raffinatezza assolutamente fuori luogo). A questo punto, Logan Lerman (che abbiamo visto recentemente in Percy Jackson) fa anche la figura del fenomeno...
Una cosa da salvare? Almeno dura poco meno di un'ora e mezzo. Se trovate qualche altro lato positivo in questo film, avvisatemi perché io proprio non ci riesco...