Game of Thrones 3x04 "And now his Watch is ended": la recensione

Una puntata stupenda, emozionante, ricchissima di spunti e con una conclusione paragonabile a quella di un season finale

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Soundtrack: God is an Astronaut - A deafening distance

"Dracarys!"

Ed eccola la fiammata che aspettavamo, quella che riduce in cenere tutti i dubbi sulla stagione dopo tre puntate non mediocri ma nemmeno esaltanti quanto era lecito aspettarsi. È la fiamma della vendetta e del riscatto, in una puntata non soltanto emozionante come poche finora, ma soprattutto ricca, ricchissima di spunti, tematiche e collegamenti concettuali e narrativi. Dal ghiaccio della Barriera al fuoco di Astapor, questa settimana l'urlo di Daenerys è anche quello di una serie di protagonisti che non ci stanno a farsi schiacciare dal destino, sia quello deciso dalla meschinità degli uomini o dalla crudeltà degli dei, e si lanciano quasi con disperazione nel tentativo superare i propri limiti.

Questo dell'autodeterminazione, della capacità di costruirsi una propria identità personale aldilà del ruolo sociale, è uno dei temi fondamentali della saga e della serie, un tema ancora più importante se consideriamo come la società di Game of Thrones sia in pratica ancorata al nostro Medioevo, e dunque ad un periodo in cui c'era perfetta identificazione tra lo status sociale e quello della persona. Jaime, dal quale ripartiamo dopo il cliffhanger della scorsa settimana, non potrà dunque mai essere nulla oltre il nome che gli appartiene, oltre il suo ruolo di Guardia Reale, oltre la sua fama di spadaccino ("I was that hand!"). Eppure il mondo reale, quello di cui gli parla Brienne, la prima ad accorgersi grazie alla sua generosità di come forse in lui ci sia più di quanto appare, ha reclamato la sua dignità e lo ha sputato nel fango (Jaime ora è davvero completamente mutato rispetto all'inizio) e la scelta è ora tra lasciarsi morire o reagire per vendicarsi. Il nuovo Jaime riprende a mangiare. Vedremo dove lo porterà ora il suo percorso.

La crudeltà, praticamente inumana, dei Bolton, è la costante che unisce la vicenda di Jaime e Theon. Credendosi al sicuro e allentando la tensione durante la fuga, il figlio di Balon fa forse per la prima volta dopo il suo "tradimento" contro gli Stark un bilancio della sua vita, che prende spunto dall'incapacità di trovare una vera motivazione per l'odio contro Robb e culmina nel senso di colpa per la morte dei due figli del mugnaio fatti passare per Bran e Rickon. È un personaggio intimamente distrutto Theon, vittima di un limite ulteriore rispetto agli altri protagonisti: quello di non avere idea di quale sia il suo posto nel mondo. E nonostante i suoi tanti errori, è impossibile non essere con lui nel momento dell'ennesima sconfitta e delusione.

Scenari inediti si aprono anche oltre la Barriera, al rifugio di Craster, dove la fame, la stanchezza e il freddo esplodono in un'insubordinazione che costa la vita al comandante Jeor Mormont (padre di Jorah). Nessuno qui è più al posto che gli spetta, nessun giuramento conta più nulla e il panico generato dalla sempre maggiore vicinanza degli Estranei non fa che aumentare il caos. I Guardiani della Notte ormai sono debolissimi, senza guida, rivoltati l'uno contro l'altro (ecco, forse fin troppo repentino il modo in cui si giunge allo scontro aperto tra di loro). In tutto ciò Sam, presissimo da Gilly, scappa con lei e con suo figlio.

Paradigmatico nel darci la chiave di lettura dell'episodio è il momento che coinvolge Tyrion (finora ancora un pò in secondo piano) e Varys. Conosciamo infatti la storia della sua evirazione, e scopriamo insieme al Folletto come dietro l'apparente pacatezza del "ragno" si nasconda un desiderio di vendetta covato per anni e pronto a sfogarsi contro il proprio carnefice. Se poi il dialogo di Olenna sui motti delle Case è molto divertente (correte a fare un ripasso qui) è molto interessante vedere come dalle parole di Varys in diversi momenti emergano quelli che sono i due protagonisti invisibili della puntata. Da un lato Ditocorto, che non vediamo mai ma del quale si parla molto. Descritto come uno degli uomini più pericolosi del continente, al momento è in viaggio per andare a chiedere la mano di Lysa, e portare quindi gli Arryn dalla parte dei Lannister. Sappiamo tuttavia delle sue attenzioni per Sansa, e l'opinione di Varys è che questo nasconda un suo desiderio di sposare la ragazza per controllare quindi non la Valle (degli Arryn) ma il Nord (degli Stark). A questo proposito è bene ricordare come tutti (ma ora Theon ha rivelato suo malgrado la verità) siano convinti della morte di Bran e Rickon, e che quindi in caso di scomparsa di Robb il trono passerebbe a Sansa.

Ma i Tyrell sanno giocare bene al gioco del trono e quindi eccola Margaery pronta prima a completare la sua presa su Joffrey (bellissima la scena in cui si presentano alla folla, che non vediamo molto spesso, e in cui Cersei con uno sguardo contraddice quanto detto poco prima sul dover lasciare comandare gli uomini) e poi a conquistare Sansa promettendole un matrimonio con suo fratello Loras. Il secondo protagonista silenzioso è il dio di Melisandre, R'hllor, "the one true god", chiamato in causa in due circostanze: prima da Varys che racconta come dal fuoco dello stregone che lo evirò nella città di Myr si alzò una voce e poi da Beric Dondarrion prima di scontrarsi con il Mastino (a questo proposito ricordiamo come il compagno di Beric, Thoros, venga anche lui da Myr).

E infine Daenerys. Qui, ed è forse l'unico momento della puntata, è la forma a superare un contenuto che, dopo pochi istanti dall'inizio della scena, è facilmente intuibile. Probabilmente l'incapacità generale di capire dove avrebbe portato il comportamento di Daenerys è troppo esagerata, ma è nella costruzione della tensione che esplode in un lampo di fuoco, nell'evoluzione senza limiti della protagonista, ormai libera delle proprie catene e determinata a sciogliere quelle degli altri, nell'imponenza di una sequenza finale che non ha nulla da invidiare a vari season finale, che la scena acquista un grandissimo impatto e che un nuovo viaggio inizia. E considerato che siamo ancora alla quarta puntata, è un viaggio che non ci perderemmo per niente al mondo.

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