Game of Thrones 2x03 "What is dead may never die": il commento
Terza puntata di Game of Thrones che si focalizza su un ristretto gruppo di personaggi per delineare meglio il complicato mosaico della guerra in atto...
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Piovre cresciute all'ombra del lupo iniziano a tendere i loro tentacoli minacciosi verso il freddo continente, antichi rituali sconfiggono la morte sulle isole di pietra, gli uomini – e le donne – ai quali la vita sembra aver concesso le carte più sfortunate emergono come colossi di fronte ai loro simili nel gioco dei troni e delle spade, i cavalieri dell'estate stanno per scoprire sulla loro pelle che l'inverno sta arrivando. Rispetto alle due puntate precedenti, What is dead may never d si focalizza solo su un pugno di personaggi e, in un continuo gioco di rimandi nei quali all'esplorazione di ogni carattere corrisponde, di riflesso, l'analisi del sempre più complicato complesso di rapporti che si sta venendo a creare tra le Case Nobili nel continente di Westeros, ogni scena assume un valore narrativo che va aldilà del singolo momento per andare ad arricchire questo ricco mosaico.
"I'm not Ned Stark, I understand the way this game is played" Così tuonava Tyrion Lannister nella scorsa puntata, e ancora una volta il folletto si è dimostrato, in quelle che rimangono le migliori sequenze della puntata, un abilissimo giocatore, sfruttando i suoi avversari nel concilio ristretto da Varys a Ditocorto a Pycelle. Proprio quest'ultimo verrà identificato come traditore e spia di Cersei: umiliato e privato della sua dignità, fa la fine di Janos Slynt. Le condizioni particolari nelle quali viene trovato Pycelle giustificano e si legano con una scena mostrata sul personaggio nell'ultima puntata della prima stagione, sul momento apparentemente decontestualizzata ma finalizzata a sviluppi futuri. Lo stesso può dirsi per la sottile strategia adoperata da Tyrion, o meglio dagli autori che, portando avanti la trama, al tempo stesso non dimenticano di porre le prime luci sul cammino, faticoso, degli spettatori, richiamando alla mente la Casa Arryn e Lisa, sorella di Catelyn, e introducendo la Casa Martell di Dorne, finora completamente esclusa dal gioco.
"What is dead may never die but rises again harder and stronger". La citazione di Lovecraftiana memoria (ma molto nell'immaginario dei Greyjoy e della loro cultura è ispirato ai temi del solitario di Providence), ci introduce agli sviluppi della trama nelle Isole di Ferro. Gli uomini dell'arcipelago non seminano, duri come la terra che li ha cresciuti si limitano ad attaccare e depredare e Theon, diviso tra quelle che vengono definite come le sue "due famiglie", si trova a fare una scelta difficile: il dio Abissale sancisce la promessa di fedeltà e di tradimento del giovane. A differenza dei Greyjoy, gli autori hanno ben seminato nelle precedenti puntate, e raccolgono i frutti di un'ottima caratterizzazione, iniziata ben prima rispetto ai corrispettivi romanzi, oltre alla saggia scelta di gettare una maggiore ombra di dubbio nelle difficili decisioni di Theon.
"How do you sleep? You've seen things. Horrible things".Willem è il nome dell'odio sussurrato da Yoren per tanti anni nel breve intervallo che precede il sonno, ed è l'ultimo lascito che l'uomo tramanda ad Arry/Arya prima di essere ucciso dalla guardie reali. La ragazza, fuggita da Approdo del Re e in marcia forzata verso la Barriera, subisce una deviazione forzata, insieme al compagno di viaggio Gendry, verso la fortezza maledetta di Harrenhal.