Furi, la recensione
Un'interminabile serie di battaglie, alla ricerca della libertà: la recensione di Furi
Furi ci mette nei panni di un enigmatico prigioniero alla ricerca della libertà. Il protagonista è infatti intrappolato in una sorta di mondo fluttuante, protetto da un potente guardiano pronto ad eliminarci senza alcuna pietà. Ben presto scopriremo però che, ad attenderci, non vi sarà la tanto agognata salvezza, bensì una serie di spietati boss pronti ad arrestare la nostra fuga con ogni mezzo possibile. Ma, un po’ come Dante e Virgilio nell’Inferno dantesco, anche il nostro protagonista godrà di una guida che gli indicherà il giusto percorso da seguire, dispensando utili consigli riguardanti i nemici che dovrà affrontare. Certo, il suo aspetto è tutt’altro che rassicurante (e sfido chiunque a fidarsi senza riserve di uno strano individuo con un’ambigua maschera da coniglio che gli copre il volto) ma, d’altro canto, non vi è alcuna alternativa migliore, se non quella di soccombere sotto gli attacchi di uno dei boss.
Tuttavia, Furi non sarà certo ricordato per la trama o per la caratterizzazione dei personaggi, bensì per il suo gameplay impegnativo e stimolante. Il titolo sviluppato da The Game Bakers pone infatti l’accento su una meccanica di gioco studiata e difficile da padroneggiare, che privilegia l’abilità e la perseveranza del giocatore con sfide tattiche e sfiancanti ma, al contempo, appaganti. Scordatevi perciò lunghi tutorial, suggerimenti e frequenti checkpoint. E, soprattutto, preparatevi a soccombere innumerevoli volte.
I vari boss che incontreremo lungo il nostro cammino avranno infatti a disposizione non una, ma più vite, e sfrutteranno al meglio ciascuna di esse adottando ogni volta una tattica diversa che ci costringerà a rivedere la nostra offensiva, sviluppando così tattiche differenti. E, di fatto, Furi non chiede al giocatore di memorizzare lunghe e complesse combo da utilizzare in battaglia, ma pone l’accento sulla componente tattica del gioco, spingendoci a sfruttare al meglio le poche armi a nostra disposizione.
Il protagonista è infatti dotato di una affilata lama, di una fidata pistola ed è inoltre in grado di muoversi rapidamente, cercando così sorprendere il nemico e di sferrare un attacco caricato. Ovviamente, ciò non è così semplice: i nostri antagonisti non si lasceranno certo abbattere tanto velocemente e saranno in grado di prevedere le nostre mosse o, ancora, di parare ogni fendente. Ma, in fondo, questo renderà la vittoria ancora più gustosa.
La longevità del gioco è piuttosto soggettiva, poiché varia a seconda delle abilità di ciascun giocatore. Mediamente, la storia può essere completata in circa otto ore ma, stando agli Obiettivi, il titolo può essere completato in meno di due ore. In ogni caso, ciò sbloccherà una nuova modalità, chiamata Furiosa, che introdurrà un nuovo e proibitivo livello di difficoltà. Come se ciò non bastasse, ogni boss riceverà un nuovo set di attacchi e movimenti, rendendo il gioco un vero e proprio incubo.
Artisticamente parlando, Furi è un vero e proprio capolavoro. I colori sono vividi e brillanti e la maestosità delle ambientazioni riesce spesso a distrarci dal fulcro dell’azione. La creazione dei personaggi è stata inoltre affidata alle sapienti mani di Takashi Okazaki, firma che si cela dietro Afro Samurai, conferendo al gioco un’identità ben distinta e suggestiva. La colonna sonora si fonde poi perfettamente con il titolo, accompagnandoci nell’avventura con ritmi avvolgenti e incalzanti.
Furi è una perla rara. La sua difficoltà punitiva spinge il giocatore a superare i propri limiti e a studiare nuove tattiche da applicare con perseveranza, unendo riflessi pronti ad una buona dose di pazienza. Lo stile grafico adottato dai creatori del gioco contribuisce poi a creare un’atmosfera suggestiva, quasi onirica, con paesaggi suggestivi e personaggi unici. Un titolo da recuperare senza se e senza ma, a patto che amiate le sfide impegnative e, a tratti, snervanti.