Fumer Fait Tousser, la recensione | Cannes 75
Il nuovo film di Quentin Dupieux sembra aggregare pezzi di storie non utilizzati, facendo il minimo sforzo per dare un senso alla sua demenzialità
Cosa rimane a Quentin Dupieux quando finisce le sue idee assurde e spesso divertenti? Pochissimo. Forse solo la disposizione degli spettatori di buona volontà a scrutare i film nella convinzione incrollabile ci sia molto di più di quel che sembra. Fumer Fait Tousser, con 20 minuti di gran divertimento all’inizio, 10 di buone invenzioni alla fine e niente in mezzo, metterà alla prova anche loro.
Come già visto in passato e soprattutto in Mandibules - Due uomini e una mosca, l’umorismo con oggetti di scena o pupazzi è l’ideale di Dupieux, qui lo unisce ad una presa in giro degli show televisivi perché le storie nella storia sembrano parodie di Ai confini della realtà. E fa molto ridere. Ma finisce qui. Non c’è un’idea a sorreggere queste trovate, né c’è un briciolo di amore per quel tipo di show o di audiovisivo, anzi! Ad andare a scavare (con buona volontà) si potrebbero trovare tracce di un’idea corrosiva contro il cinema di supereroi. Ma ogni ipotesi è buona, come anche nessuna, tanto poco il film fa per dare un senso alla sua assurdità. Forse la Tobacco Force sono la parodia degli Avengers, solo dalla violenza sottile esagerata e mascherata da storie sceme? Forse quel tipo di cinema è tossico come le sigarette? Forse sono prodotti di multinazionali, armi del sistema come le sigarette? (che fatica!).