Freaky, la recensione

Utilizzando l'espediente noto dello scambio dei corpi Freaky riesce a raccontare che corpo, preferenze sessuali e atteggiamento sono componenti separate

Critico e giornalista cinematografico


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C’è un tavolo con al centro una sega circolare funzionante nella classe di chimica del liceo in cui è ambientato Freaky. Più che un dettaglio di scenografia è una promessa di sceneggiatura e al tempo stesso una dichiarazione di scarso interesse per la plausibilità e concentrazione sul divertimento. Freaky come già i due film di Auguri per la tua morte (sempre diretti da Christopher Landon) dà una spinta horror ad un genere noto, quello dello scambio corpi (davanti al quale il film si inginocchia con un titolo che richiama il primogenito Freaky Friday da cui tutto è partito). Non sono madre e figlia o padre e figlio a scambiarsi ma vittima e serial killer da slasher. In un genere di film ne è appena confluito un altro, creando dinamiche nuove (o quasi).

Da un lato a dominare è sempre il teen horror, solo sporcato di commedia. Commedia che poi si fonda tutta su Vince Vaughn che recita una ragazza di 17 anni il cui film preferito è Pitch Perfect 2, e dopo poco esaurisce la propria spinta, vivendo un po’ di rendita. Dall’altro in più punti Freaky tradisce il fatto che non gli interessi davvero fare horror, perché il suo killer non si comporta come i classici, perché non lo fa sembrare onnipotente (facendolo comparire sempre dove deve stare) ma anzi ce lo fa seguire, dandoci modo di pensare e immaginare che possa fallire. Non c’è paura né spavento, tantomeno quando il killer ha il corpo di una ragazza. Non c’è nemmeno la fantasia sessuale di una adolescente che ha la consapevolezza della propria sessualità di un uomo adulto e perverso. C’è molto sangue, quello sì, ma non ne sentiamo la gravità o l’importanza, ne percepiamo semmai l’ironia, come nel caso della sega circolare in classe. La concentrazione rimane sempre sulla storia madre/figlio, la cotta da concretizzare e gli amici da non tradire.

Inoltre Freaky non dice niente di nuovo sul genere slasher mentre lo fa (e come!) con il genere del teen movie scolastico. Perché dello scambio corpi con sessualità esplora le componenti meno scontate e non è impermeabile al fatto che il corpo posseduto è una cosa, l’atteggiamento è un altro (si veda Vince Vaughn che si comporta come una ragazzina) e le preferenze sessuali un’altra ancora. Freaky è il primo film mainstream americano a contenere un bacio tra un ragazzo e un adulto alla fine del quale nessuno dei due si senta strano o provi repulsione. Certo è una scena con un lato di commedia (fornito dall’espediente dello scambio di corpi) ma è portata con serietà.

Per dirla in altre parole in questo film un ragazzo etero e cis si bacia con una persona che ha un corpo di uomo ma dentro si sente ragazza ed è attratto da lui. E questo senza che nessuno dei due sia gay. È la messa in scena più chiara e netta della fluidità sessuale, cioè del superamento delle categorie e del racconto delle attrazioni reciproche a prescindere da orientamenti e sesso biologico. Benché i film siano molto diversi non è un principio cinematografico differente da La pelle che abito di Almodóvar.
L’intreccio e l’uso di una trama fantastica consentono di mettere in scena in maniera molto naturale e comprensibile a tutti qualcosa che altrimenti avrebbe costituito un passaggio controverso e attirato tutta l’attenzione su di sé. E proprio quando è presentato come naturale e non importante che un tema comincia ad essere digerito da tutti.

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