Frantumi, la recensione

Abbiamo recensito per voi Frantumi, graphic novel di Giovanni Masi e Rita Petruccioli edita da BAO

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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FrantumiUno scambio di messaggi ci introduce lentamente alla relazione tra Mattia e Sofia, permettendoci di scoprire alcune sfumature della loro storia d'amore, tra scene felici, momenti di quotidianità e litigi. Ma dietro al testo di alcuni messaggi, che viene cancellato e riscritto prima di essere inviato, si nascondono i non detti della coppia, l'impossibilità di esprimere serenamente le proprie sensazioni. Purtroppo gli ostacoli della vita li hanno trascinati in una situazione difficile che ha creato un'evidente tensione nel loro legame, forse troppo difficile da sopportare.

Frantumi, fin dal titolo, gioca su un modo di dire, su una metafora, e rappresenta con un approccio onirico quello che una persona vive quando vede il proprio mondo sgretolarsi, andare a pezzi. Mattia è seduto al bar della stazione e aspetta la sua ragazza, ma è consapevole di trovarsi a un punto di non ritorno. È allora che il ragazzo si ritrova su una spiaggia bagnata da un mare rosso sangue, con un buco sulla nuca e una nave in rovina adagiata a riva.

Naufrago in questo mondo surreale, Mattia incontrerà una comunità di individui i cui corpi presentano crepe e fratture, ognuno segnato da vicende personali. Tra questi, troverà una guida in Laila, segnata da una ferita che cela agli altri, ma in grado di fare da cicerone al nuovo arrivato in questo limbo in cui ognuno cerca di superare le esperienze che l'hanno mandato in frantumi. Con il tempo, la memoria della vita reale inizia a sfumare e il protagonista trova sollievo in questo rifugio lontano dalle difficoltà, anche se dovrà fare i conti con i limiti di questo meccanismo di protezione.

Frantumi

Giovanni Masi scrive un fumetto sul dolore e mostra il processo attraverso il quale molte persone cercano di sopravvivere, anche se fuggire difficilmente può essere una soluzione. Frantumi è un elogio alle cicatrici, i segni che ognuno porta dentro e fuori di sé, decidendo come conviverci.

A parte il prologo e l'epilogo, ambientati nel mondo reale, il nucleo del racconto è un'odissea in una terra desolata che mette in scena una presa di coscienza e un'auto-terapia a cui si sottopone il protagonista.

Le tavole di Rita Petruccioli sono stilizzate, il mondo surreale prende forma in modo netto, con tratti definiti come le linee di una crepa. I suoi personaggi sono bianchi e si muovono in scenari con colori privi di sfumature, un universo piatto che permette al lettore di interpretare in modo personale i simbolismi grafici e narrativi.

L'estetica richiama in parte le pitture sui vasi d'argilla dell'antica Grecia, una scelta consapevole che trova una sua giustificazione all'interno della vicenda, portando il giovane protagonista a fare a patti con il destino e con le sorprese, a volte negative, che inevitabilmente dovrà affrontare.

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