Fortitude: la recensione della doppia première
Un misterioso omicidio in una località situata nel circolo polare artico: debutta su Sky Atlantic, con un cast eccezionale, Fortitude
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Il primo elemento che colpisce, come spesso accade in questo genere, è l'ambientazione. La regia di Sam Miller e la scrittura di Simon Donald – nuova prova per lui dopo aver creato lo sfortunato Low Winter Sun – giocano continuamente sui contrasti tra il fascino del luogo e il terrore sacro che ispira. Il gioco scoperto della metafora del ghiaccio come prigione trasparente torna a più riprese: tutto è un paradiso immobile, da contemplare in religioso silenzio – la serie lo sa e spesso si sofferma a mostrarci questi luoghi straordinari – ma pronto a svelare sotto la sua superficie segreti che possono mettere in crisi anche "il luogo più sicuro del mondo". Il ghiaccio e la neve come i rapporti umani quindi, che sotto una patina di perfezione nascondono nel primo caso sangue e ossa (quelle di un mammut, trovate da due bambini), nel secondo segreti e tormenti mai svelati.
E in ogni caso la sua presenza non è calata dal nulla. L'indagine in qualche modo si collega ad un precedente evento violento, mai del tutto chiarito, con la morte tre mesi prima di un uomo sbranato da un orso polare. Presenti sulla scena erano lo sceriffo Dan Anderssen (Richard Dormer, apparso anche in Game of Thrones), che sicuramente nasconde qualcosa, e soprattutto l'anziano e malato Henry Tyson (il Michael Gambon di Harry Potter). In ogni caso l'evento non potrebbe giungere in un momento peggiore: le miniere, principale fonte di reddito per i locali, stanno per esaurirsi, e la governatrice Hildur Odegard (Sofie Gråbøl, protagonista del The Killing originale) punta tutto sul progetto di un albergo di ghiaccio per attrarre flussi turistici.
Come si capisce Fortitude mette davvero tanta carne al fuoco, e non dovrebbe essere difficile, con tutto questo materiale umano e narrativo a disposizione, imbastire una bella trama, coinvolgente e in grado di reggere fino alla fine. Alcune storyline – soprattutto quella di Frank Sutter – non convincono, ci sono momenti di nudo che arrivano dal nulla solo per far capire che la serie "può permetterseli", e questa enorme parentesi introduttiva, con i suoi collegamenti tutt'altro che immediati, può scoraggiare. Nonostante tutto quella di Fortitude è una première in crescita, forte della sua ambientazione e dell'ottimo casting, che gioca su domande sicure (ci si ritrova facilmente a volerne sapere di più e a voler capire chi è l'assassino) e che potrebbe offrire molto nel resto della stagione.