Forspoken, cronache da Athia e dintorni | Recensione
Forspoken è un titolo che ha saputo sorprenderci, dimostrandosi un'opera superiore alla somma delle varie parti che la compongono
Ebbene, dopo quasi quaranta ore di parkour magico attraverso le varie aree di Athia, possiamo finalmente dare una risposta a questo quesito. Una risposta che ha sorpreso prima di tutto noi, ma che potrebbe lasciare a bocca aperta anche molti altri videogiocatori. Se siete curiosi di conoscere ogni dettaglio del viaggio di Frey Holland in questo mondo magico, non dovete far altro che continuare a leggere.
ATHIA, LA TERRA PROMESSA
Come i primi trailer hanno ampiamente anticipato, la storia di Forspoken narra le gesta di Frey, una ragazza di New York che si trova misteriosamente proiettata in un mondo fantasy. Un mondo funestato dalla Rovina, un morbo che ha sterminato o tramutato in terribili creature il 99% della popolazione di Athia. I pochi sopravvissuti si sono nascosti all’interno di alcune cittadelle, asserragliati e incapaci di reagire a quelle che sembrano essere le fautrici della malattia: le Tantha. Considerate un tempo le eroine del pianeta, queste guerriere sembrano essere impazzite e aver dato vita a quella Rovina che ormai serpeggia ovunque. Toccherà a Frey indagare su quanto accaduto, nel tentativo di trovare abbastanza informazioni per capire come fare ritorno a casa.
UNA NARRAZIONE TIPICA DEI JRPG
La regia di Forspoken non è certo brillante, presentando qualche stacco di troppo tra una scena e l’altra, creando una sensazione riconducibile spesso al lessico dei JRPG. Nonostante la protagonista sia americana e il tono della vicenda possa ricordare una produzione occidentale, non bisogna scordarsi che il team che ha lavorato al gioco è assolutamente giapponese. Questo influenza non solo i dialoghi, ma anche la scrittura di alcuni personaggi. Sia chiaro: non è assolutamente una critica, ma è un dato di fatto che va preso in considerazione prima di approcciarsi all’avventura, per evitare di rimanere di stucco di fronte ad alcune reazioni.
La narrativa di Forspoken, infatti, è assimilabile a quella di un Final Fantasy, con tutti i pregi e i difetti del caso. Noi siamo rimasti molto colpiti dalla scrittura di Frey, un’eroina solo apparentemente banale, ma che nasconde un carisma tutto suo. Sono bastate poche ore per farci affezionare a un personaggio così reale. Una realtà in perfetto contrasto con il mondo fantasy all’interno del quale si trova a vivere la sua personale avventura, dalla durata variabile in base a quanto deciderete di esplorare le lande di Athia.
FORZA E AGILITÀ
Esattamente come era possibile capire dai trailer pubblicati da Square Enix, Forspoken vanta un combat system molto strutturato. Così strutturato da lasciarci spiazzati nella nostra prova della demo. Pad alla mano, infatti, il titolo ci era parso caotico e con troppi input da memorizzare. Una volta avviato il gioco completo, però, è stato chiaro quale fosse la realtà dietro queste meccaniche. Il gioco fornisce poche informazioni alla volta al giocatore, permettendogli di padroneggiare gradualmente la magia. In questo modo abbiamo preso dimestichezza con ogni abilità, imparando a sfruttarle all’occorrenza e diventando via via sempre più potenti. Sono passate quasi dieci ore prima di poter utilizzare il secondo albero delle abilità e, a quel punto, riuscire a destreggiarci tra tutte le mosse di Frey è stato sin troppo facile.
Quel che ne risulta è che, soprattutto nella seconda metà del titolo, l’utente si trova perfettamente in grado di eseguire qualsiasi azione, dando vita a un vero e proprio spettacolo visivo e ludico. Alternare magie offensive a quelle difensive risulta semplicemente fondamentale. Un risultato stimolato dal gioco stesso, che mette in campo diverse tipologie di nemici che costringono il giocatore ad adattarsi continuamente alla situazione. Per qualche istante il nostro cervello ci ha riportati ai tempi di InFamous, titolo di Sucker Punch che presenta delle affinità con Forspoken soprattutto per quanto riguarda i combattimenti. Un paragone assolutamente non casuale e che vuole evidenziare come gli sviluppatori siano riusciti a dare vita a un gameplay estremamente strutturato, lasciato totalmente nelle mani dei giocatori. Giocatori che dovranno decidere come approcciarsi agli scontri, sperimentando in continuazione nuove combinazioni.
UN VASTO MONDO DA ESPLORARE
La nostra paura più grande, come accennato in apertura, stava proprio nella gestione dell’open world. Eppure, nonostante i nostri timori, possiamo dire di esserci divertiti moltissimo a esplorare Athia. Sia chiaro: Forspoken non vuole essere The Witcher 3: Wild Hunt. Non bisogna concepire il mondo aperto come un luogo dove poter trovare nuove missioni, interagire con NPC ed esplorare minuziosamente ogni grotta. Non si tratta, semplicemente, di quel tipo di esperienza.
Il mondo di Forspoken vuole dare in pasto al giocatore un immenso parco giochi, all’interno del quale tenere Frey in costante movimento. Difficilmente riuscirete a fermarvi, una volta che avrete preso abbastanza velocità. Eppure, in questa lunga corsa a ostacoli, Luminous Productions ha inserito molte attività che vi porteranno via diverse ore. Si va dalle fotografie da scattare a dungeon sotterranei da attraversare facendo piazza pulita di nemici. Altre volte avrete torri o villaggi da esplorare, all’interno dei quali trovare frammenti di trama necessari per comprendere il mondo prima della Rovina. Il tutto costellato da una miriade di scrigni da aprire, che non servono solo per ricompensarvi con elementi per il (basilare) crafting, ma che fungono da vere e proprie sfide di parkour.
Forspoken fa parte di quei titoli che invogliano l’utente a “rimuovere tutti i segnalini dalla mappa”, puntando a una soddisfazione quasi compulsiva che potremmo assimilare alla raccolta delle figurine da incollare negli album. Una meccanica già presente in moltissimi titoli come Assassin’s Creed, ma che in questo caso si sposa con il piacere del movimento e dell’esplorazione. Un piacere che ci ha tenuti incollati per ore e ore, senza mai annoiarci davvero.
LA FORZA (E LA DEBOLEZZA) DEL LUMINOUS ENGINE
È innegabile: Forspoken è davvero un gioiello visivo. Il Luminous Engine regala scorci e modelli 3D assolutamente convincenti, ma a sorprendere sono soprattutto i particellari. Ogni magia, azione, movimenti da vita a una scia e a delle esplosioni in grado di mettere a dura prova i nostri occhi. Un tripudio di effetti speciali che ha saputo davvero abbagliarci. Discorso leggermente diverso per le espressioni dei personaggi, che risultano un po’ vuote e sulle quali si sarebbe potuto fare di più. Anche in questo caso, però, è necessario evidenziare un paragone con gli altri titoli Square Enix, che vedono NPC e personaggi comportarsi e muoversi in modo molto simile. È probabile, quindi, che possa essere un’impostazione tipica del team nipponico e derivativa dalla natura JRPG della maggior parte delle sue produzioni.
Immensa, invece, la colonna sonora di Bear McCreary (God of War) e di Garry Schyman (Bioshock), che ci ha entusiasmato in più momenti. Il tutto accompagnato da un ottimo doppiaggio in inglese, guidato dalla recitazione di Ella Balinska (Charlie’s Angels) nel ruolo di Frey.
Contro ogni aspettativa, invece, abbiamo trovato molto buono anche il frame rate. Abbiamo giocato l’intera avventura in Modalità Qualità, con risoluzione 4K e un frame rate stabile a 30FPS. Un risultato nettamente migliore di quanto potessimo sperare dopo aver giocato alla demo. Il titolo offre anche una versione con Ray-Tracing, ma con qualche calo di troppo, e una modalità con il frame rate più fluido. Questa volta, però, pare che la via di mezzo sia la soluzione migliore per godere appieno dell’esperienza. Segnaliamo, infine, la presenza di numerosi elementi personalizzabili nel menù di gioco. Elementi come il sistema di raccolta degli oggetti, la possibilità di rendere personaggi e avversari più evidenti e numerose altre caratteristiche che dimostrano una grande attenzione all'accessibilità. Un'attenzione che, come sempre, ci sentiamo di premiare.
UN'OPERA MIGLIORE DELLA SOMMA DELLE PROPRIE PARTI
Forspoken è un titolo che ci ha sinceramente sorpreso e divertito. Un’avventura al contempo onirica e concreta. La dimostrazione di come nel campo dello sviluppo dei videogame sia necessario continuare a credere nel proprio lavoro per ottenere dei risultati coerenti con l’idea iniziale alla base del progetto. Forspoken è un gioco che potrebbe non piacere a tutti, ma allo stesso tempo è un titolo che tutti dovrebbero provare almeno una volta per comprendere il potenziale. Se amate gli action con elementi GDR, le avventure di Frey potrebbero essere esattamente quello che state cercando. Stiamo parlando di un’opera appagante e appariscente, migliore della somma di tutte le proprie parti. Un risultato sorprendente che, seppur non perfetto, ci sentiamo di consigliarvi.
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