Forget Me Not, la recensione
Nel leggere Forget Me Not si rimane conquistati dalla visionaria ricostruzione di Venezia operata da Kenji Tsuruta
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
La protagonista di Forget Me Not è Mariel Imai, una ragazza che vive su un'isoletta piena di gatti, vicino a Venezia. Lavora come investigatrice privata ma, nonostante un evidente talento nello svolgere la sua professione, l'accidia sembra sempre avere la meglio su di lei. Vive in modo trasandato ed è decisamente più attratta dall'alcool e dal sesso che dal risolvere misteri. Il suo lavoro, però, le è stato tramandato dal nonno, in quanto ultima discendente di una famiglia di detective. La sua dinastia è incredibilmente ricca: Mariel potrebbe ereditare un'enorme villa e una somma di denaro spropositata, ma nel testamento è stato scritto che potrà beneficiarne soltanto dopo aver dimostrato di essere all'altezza delle generazioni precedenti. Per farlo dovrà ritrovare un antico quadro appartenuto alla famiglia, il cui titolo è Forget Me Not.
La ragazza ha a disposizione un maggiordomo con il compito di verificare l'adempimento delle richieste testamentarie – un divertente paradosso considerando la minuscola catapecchia in cui vive – e le sue giornate sono costellate dalle notizie riguardanti un pittoresco criminale che si fa chiamare Ladrone Vecchio (nome rimasto invariato dall'originale giapponese, decisamente meno affascinante per noi italiani). Proprio come Lupin e Kaito Kid, anche costui dichiara in anticipo quando compirà un furto, attirando inevitabilmente la curiosità di Mariel.
Detto ciò, il finale di Forget Me Not non è poi così incompiuto, dato che conclude quello che in un manga seriale più longevo avrebbe potuto essere un primo arco narrativo. Il principale elemento d'attrattiva non risiede però nella trama ma nelle dettagliate tavole di Tsuruta. Anche se inizialmente i fan dell'autore potrebbero sentirsi solo in parte soddisfatti, visto che l'autore li ha abituati a immaginifici scenari fantasy, presto si rimane conquistati dalla visionaria ricostruzione di Venezia, con architetture storiche e vicoli stretti. È una Venezia da cartolina, che potremmo in qualche modo considerare fantastica: le strade infatti sono quasi sempre deserte e la protagonista si muove in un paesaggio onirico. Grazie a questo confronto tra il mangaka e un'ambientazione realistica possiamo cogliere quanto l'occhio artistico abbia un peso nel dare vita a mondi straordinari, siano essi chimerici viaggi nello spazio e nel tempo o una semplice passeggiata tra le calli al chiaro di luna.