Forever (prima stagione): la recensione

Forever è la nuova dramedy di Amazon con Maya Rudolph e Fred Armisen

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Gli analisti d'oltreoceano che hanno dovuto parlare di Forever lo hanno fatto partendo tutti dalla stessa premessa: non si può dire nulla sul contenuto di questa serie. Si tratta di una precisazione inevitabile, ma che nasconde un problema. Sapere che non si può dire qualcosa su una serie, o un qualunque altro prodotto, equivale a dire che qualcosa di sorprendente accadrà. La nuova dramedy di Amazon – il trailer non svela assolutamente nulla, anzi fa di tutto per abbassare i toni – non fa eccezione. Seguiamo per un certo arco di tempo degli eventi che coinvolgono i due protagonisti, e poi arriva una svolta, o forse più di una.

Ciò che si può dire è che la serie creata da Matt Hubbard e Alan Yang (Master of None) è incentrata sulla coppia formata da Oscar e June. Fred Armisen e Maya Rudolph, volti noti del Saturday Night Live, interpretano questa coppia sposata, dallo stile di vita moderato, per non dire ripetitivo. Proprio sulla pacifica routine del rapporto di coppia si concentra fin da subito lo show, raccontandoci con un montaggio iniziale, che non potrà non ricordare l'attacco fortissimo di Up, l'incontro, l'innamoramento e la vita coniugale. Oscar e June sono una coppia affiatata, senza segreti, con i propri tormentoni speciali (per loro si tratta di pensare alle migliori risposte per le domande più bizzarre). Nel labirinto di possibilità da scegliere, la serie opta a quel punto per la più sorprendente.

Forever, otto episodi da trenta minuti circa, è esponente perfetto di una serialità alternativa, che sfrutta le nicchie di possibilità uscite da quell'immenso ombrello sotto cui oggi va la definizione di "piccolo schermo". Che non si limita alle cosiddette serie evento, alle maxiproduzioni, ai franchise o presunti tali che giocano d'anticipo su un pubblico che è già coinvolto. Si tratta di produzioni più piccole, invisibili per certi versi, perle di scrittura (Fleabag, Atlanta, lo stesso Master of None) che lavorano su una serialità più fluida per tempi, potenzialità, aspettative. Da questo punto di vista, Forever è un oggetto televisivo molto interessante. Non gratifica immediatamente lo spettatore, anzi esordisce cavalcandone le attese e scartando all'ultimo istante verso soluzioni alternative.

Potrebbe essere una serie su una crisi coniugale, e lo è, ma non completamente. C'è un'ambientazione particolare che non è inedita per una serie tv, ma che – pur essendo speciale – non è mai il centro di tutto, quanto un nuovo veicolo per continuare a raccontare il rapporto di coppia, La centralità dei dialoghi sovrasta allora quella dell'intreccio, abbastanza scarno, e gli stessi ambienti interni ed esterni servono a raccontarci più i personaggi e i temi della serie, piuttosto che la particolare ambientazione. Questa è una serie che parla attraverso gli arredi molto precisi, l'ossessione quasi maniacale nei confronti del cibo, gli esterni di una "suburbia" immacolata, ma soffocante. Si parla molto di routine, di insofferenza, della necessità di trovare un senso al quotidiano.

E lo si fa con la giusta umanità. Maya Rudolph, più protagonista rispetto al suo collega, è perfetta nel ruolo, ma anche qui Forever sorprende dove non ci si aspetterebbe. Il sesto episodio della serie, intitolato Andre and Sarah, è la classica gemma episodica svincolata da tutto il resto (si parlava di Atlanta), umanissima e dolceamara. Un po' come tutta la serie.

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