Forever Evil, la recensione

Grant Morrison ci ha già catapultato in Multiversity, ma l'era del reboot si è lasciata da poco alle spalle il suo primo mega appuntamento: Forever Evil

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Grant Morrison ci ha già catapultati nell'incredibile Multiverso riedificato dopo il reboot, ma non dimentichiamo che l'era del rilancio si è lasciata da poco alle spalle il suo primo megaevento: Forever Evil. Come aveva firmato l'ultimo crossover della precedente era, Flashpoint, così Geoff Johns appone il suo nome anche sul primo dell'attuale corso dei Nuovi 52. I sette spillati originali sono stati proposti in Italia ovviamente da Lion Comics (RW Edizioni) in un formato simile ma con diversi extra: ogni antologico ha infatti raccolto, oltre agli episodi della serie principale, le storie che hanno dato vita al cosiddetto Villain Month, parentesi dedicata all'approfondimento delle origini dei super-cattivi più interessanti dell'Universo DC.

Chi ha letto Trinity War, ancora di Johns con il supporto di Jeff Lemire e i disegni di Ivan Reis, Doug Mahnke e Mikel Janin, è certamente ben informato sui prodromi dell'opera in oggetto. Questa prende il via infatti dalla rivelazione finale del mini-evento che ha interessato tutti e tre i team garanti della giustizia: la Justice League, la Justice League America e la Justice League Dark. Per chi volesse recuperare quella vicenda e godersi appieno Forever Evil, segnaliamo che Lion ha raccolto Trinity War sulle collane Justice League (numeri 24 – 26) e Justice League America (6 -7), tra l'aprile e il giugno scorso.

Nel suo epilogo il mondo si trova alla mercé di quella che potremmo definire il riflesso maligno dei più grandi campioni del bene. Come esistono materia e antimateria con proprietà esattamente opposte, così esiste la Lega della Giustizia e il Sindacato del Crimine, originario di un mondo parallelo, sull'orlo del collasso: Terra-3. Decisi a impadronirsi del nostro pianeta, Ultraman, il Superman malvagio, Owlman la nemesi di Batman, Superwoman quella di Wonder Woman, Power Ring, la versione distorta di Lanterna Verde, Johnny Quick l'antitesi di Flash, Deathstorm, il Firestorm oscuro, Atomica, la copia perversa di Atom e Grid, una terrificante alternativa a Cyborg, spazzano via ciò che resta dei supereroi rimasti  e instaurano una vera e propria tirannia su scala globale.

Inaspettatamente insieme a Batman e Catwoman, alcuni dei metaumani più pericolosi di sempre, tra cui Lex Luthor, Black Adam, Sinestro, Capitan Cold e Black Adam si trovano a erigersi come ultimo baluardo davanti alla devastante minaccia venuta dalla dimensione alternativa. Non può che finire in una lotta senza quartiere, alimentata e resa ancora più intrigante da antagonismi personali e diaboliche macchinazioni. Vi emerge in sostanza tutto il mestiere di Johns, la sua abilità e la sua esperienza ormai decennale nel costruire trame a lungo respiro, coinvolgenti miriadi di personaggi. Lo scrittore nonché responsabile creativo della major americana non ha mai nascosto il suo debole per i cattivi del DCU e sembra essersi divertito un sacco a concedere loro le luci del palcoscenico.

Forever Evil è nel complesso un fumetto divertente e curioso, una lettura mainstream nel senso pieno del termine. È una buona prova degli autori anche se non quella da incorniciare. Alcuni punti lasciano alquanto spiazzati per le risoluzioni scelte, come l'imbarazzante biascicare di una figura così austera come Black Adam, il cui scontro con Ultraman è costato una mandibola in frantumi, oppure l'improvviso, improbabile intenerimento di Luthor sul finire della saga.

Anche per David Finch che ci ha abituati a lavori egregi, in questi sette albi vi è un'alternanza di momenti eclatanti e di grande tecnica soprattutto nelle pagine corali, ad altri più dimessi, quando si tratta soprattutto di figure femminili; la testata di Wonder Woman, a questo proposito, sarà una bella sfida.

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