For All Mankind (terza stagione): la recensione

La terza stagione di For All Mankind evolve i temi tipici dello show targato Apple, perfezionando ulteriormente la formula della serie

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Nonostante quello che può sembrare da una prima occhiata, For All Mankind non è una serie incentrata sull’esplorazione del cosmo. Abbiamo avuto modo più volte di ragionare insieme a voi su come lo show voluto da Ronald D. Moore, Matt Wolpert e Ben Nedivi sia fortemente incentrato sulla componente psicologica dei vari protagonisti, su come lo spazio non sia altro che un riflesso della mente dell’uomo, con tutti i pregi e i difetti del caso. Ebbene, anche con queste premesse For All Mankind continua a stupirci, portando in scena tematiche e situazioni estremamente profonde, ma trattate con una naturalezza che ha dell’incredibile.

La prima stagione dello show era incentrata sulla corsa allo spazio, con relativo atterraggio sul suolo lunare. La seconda, invece, si è focalizzata sulla preservazione di quel territorio, con relativa sfida tra Stati Uniti e Russia, che ha rischiato di sfociare in una nuova Guerra Mondiale. La terza stagione, della quale siamo qui per parlarvi oggi, punta ancora più in alto e mettendo al centro degli avvenimenti Marte. Saranno riusciti gli autori a sfruttare a dovere il pianeta rosso? Siamo di fronte a una stagione conclusiva, oppure ci troviamo nel mezzo di un racconto più grande? Le risposte a queste (e altre) domande nella nostra recensione della terza stagione di For All Mankind.

Siete pronti a scoprire insieme a noi perché vale davvero la pena recuperare i dieci episodi di questa nuova avventura spaziale?

MARZIANI

Come per la precedente stagione, ci troviamo di fronte a un balzo in avanti nel tempo di quasi dieci anni. È il 1992 e gli eventi hanno preso una piega nettamente differente rispetto a quanto accaduto nella nostra realtà. Stati Uniti e Russia, infatti, si sono spartiti il controllo della Luna, le grandi potenze già puntano a raggiungere Marte, mentre un primo hotel spaziale viene lanciato nello spazio con lo scopo di rendere accessibili i viaggi lunari anche ai non astronauti. Allo stesso tempo, le vite dei nostri protagonisti hanno preso direzioni inaspettate. Ed e Karen hanno divorziato, Danny si sta per sposare, Ellen è in corsa per la presidenza degli Stati Uniti e Molly Cobb è ormai del tutto cieca.

In mezzo a questo caos, si fa lentamente spazio Helios Aerospace, una nuova azienda privata che punta a raggiungere Marte prima della NASA e delle potenze straniere, e sembra avere tutte le carte in regola per trasportare la razza umana nel futuro.

Ancora una volta, la sceneggiatura di For All Mankind rimane il punto forte dell’intera produzione. La trama di questa terza stagione riesce a introdurre diverse tematiche profonde attraverso gli occhi dei vari protagonisti. Il tutto mantenendo sempre alta la tensione. In alcuni momenti è impossibile rimanere seduti sulla propria poltrona o sul proprio divano a causa degli eventi drammatici e ricchi di tensione che avvengono davanti ai nostri occhi. È però il ritmo del racconto a sorprendere maggiormente. Lo show alterna momenti più emotivi a “lente” scene d’azione, che riescono ad aggiungere pathos con sapienti inquadrature e con delle scelte di scrittura impeccabili. Un risultato evidente soprattutto dal finale di stagione, che ci ha lasciati a bocca aperta. Mai ci saremmo aspettati alcuni risvolti di trama, rimanendo di stucco di fronte all’ultima puntata della serie.

PERSONAGGI E DRAMMI

For All Mankind, però, non si basa esclusivamente sulla storia, bensì anche sull’evoluzione psicologica dei vari protagonisti. In questa terza stagione viene dato ovviamente spazio a Ed, ormai consacrato a pilastro portante della serie, ma vengono puntati i riflettori soprattutto verso altri personaggi come Ellen, Danny e Karen, tre figure completamente differenti l’una dall’altra, ma approfondite con la medesima cura. È impossibile non rimanere emotivamente coinvolti dai loro drammi, che scandiscono l’intera stagione con un ritmo sempre più incalzante, conducendo la serie al succitato finale di stagione da cardiopalma.

Lo show basa molti dei rapporti tra i personaggi anche sul “non detto”, su informazioni che sono note allo spettatore, ma non a tutti protagonisti della storia. Inutile dire che questo contribuisce ad aumentare sempre più la tensione generale, facendoci sudare il momento nel quale le forze in gioco sono costrette a confrontarsi. Momento che viene poi utilizzato per portare le dinamiche dei vari gruppi di personaggi allo stadio successivo, alzando sempre più la posta in gioco. Si tratta di un sapiente mix tra scrittura della trama generale e quella dei protagonisti che dimostra per l’ennesima volta la bravura del team di sceneggiatori, ormai a proprio agio nel tratteggiare un mondo tanto simile al nostro, ma allo stesso tempo anche tanto differente.

PER TUTTA L’UMANITÀ

La terza stagione di For All Mankind punta molto in alto e, come i suoi protagonisti, è disposta a fare qualsiasi cosa pur di raggiungere il proprio obiettivo. Siamo di fronte a uno show brillante, ben scritto, magistralmente interpretato e forte anche di un comparto estetico di tutto rispetto, in grado di regalare scorci spaziali di rara bellezza. For All Mankind è disponibile su Apple TV+ e merita assolutamente il vostro tempo e i vostri soldi: in un mondo nel quale si tende a dare più valore all’apparenza che al contenuto, la serie di Moore, Wolpert e Nedivi decide di andare controcorrente, portando in scena drammi umani e intimi. Un risultato che ci sentiamo di premiare e che permette allo show di svettare nel mezzo di tanta mediocrità televisiva, posizionandosi al livello delle migliori produzioni degli ultimi anni.

E voi che cosa ne pensate? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, attraverso i nostri canali social (TikTok incluso).

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