For All Mankind (seconda stagione): la recensione

La seconda stagione di For All Mankind punta ancora una volta i riflettori sui rapporti umani, vero cardine dell'intero progetto targato Apple

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Pensare che For All Mankind sia un trattato scientifico e che il suo punto di forza sia l’accuratezza con la quale vengono rappresentati gli astronauti nello spazio potrebbe essere un grave errore. Sia chiaro: lo show ideato da Ronald D. Moore, Matt Wolpert e Ben Nedivi è anche questo, ma il vero motivo per cui avvicinarsi alla serie disponibile su Apple TV+ è la razza umana. Non ci sono giri di parole, semplificazioni o abbellimenti nel descrivere l'umanità, bensì pregi e difetti di una civiltà capace di sognare e, allo stesso tempo, di apprendere come sfruttare i propri sogni per fare del male.

In For All Mankind si parla di guerre, tradimenti, omicidi ed egoismo, ma si parla anche di amore, sacrificio, dedizione e ottimismo verso il futuro. 

La prima stagione ha gettato le basi per un world building simile al nostro, ma con alcune sostanziali differenze. Tutto parte da un singolo avvenimento, che possiamo riassumere in: e se la corsa allo spazio fosse stata vinta dalla Russia, piuttosto che dagli Stati Uniti? La risposta a questa domanda crea un effetto a cascata, dando vita a variazioni significative all’interno della storia che tutti noi conosciamo. Morti evitate, nuovi mandati presidenziali, un’accelerazione dell’evoluzione tecnologica e la necessità di nuovi diritti per le minoranze di tutto il mondo sono solo alcuni dei fattori coinvolti da questo “banale” cambiamento. Un cambiamento che continua a farsi sentire, trovando nuovi sviluppi nella seconda stagione dello show.

UN COLPO AL CUORE

Sono passati dieci anni dal ritorno sulla terra di Edward Baldwin e le cose sono cambiate per tutti.  Ed e Karen hanno adottato una figlia, cercando di lasciarsi alle spalle la tragica morte di Shane. Gordon Stevens si è allontanato da sua moglie Tracy, che a sua volta ha deciso di cambiare vita e di avvicinarsi al mondo della moda. Molly Cobb continua a fare ciò che le riesce meglio: affrontare missioni nello spazio e rischiare la pelle, noncurante delle fredde regole che antepongono la sicurezza della missione alla vita degli astronauti. In seguito a una potente tempesta lunare, la NASA deve però reinventarsi. Gli avvenimenti si mettono rapidamente in moto e il pericolo di una nuova guerra tra gli Stati Uniti e la Russia diventa una realtà sempre più tangibile.

In questo clima di pericolo costante, la seconda stagione For All Mankind decide di prendersi i primi episodi per stabilire il nuovo status quo. Sono episodi meno focalizzati sulla scienza e più sui rapporti umani, permettendo così allo spettatore di empatizzare maggiormente con ognuno dei personaggi portati in scena. Questo sfocia in un paio di momenti dal sapore sin troppo patetico (nel senso letterale del termine), ma che fortunatamente vengono superati e permettono alla serie di procedere senza troppi intoppi. Serie che, quando finalmente ingrana, ci ha saputi travolgere con accecante bellezza. Abbiamo amato ogni singola comparsa nello show e ci siamo affezionati come non accadeva da tempo ai vari protagonisti.

L’ottimo lavoro di scrittura è evidente proprio dal fatto che nelle situazioni di tensione, dove alcuni dei personaggi rischiano la vita, ci siamo trovati a trattenere il respiro per diverse decine di minuti. Una sensazione in pieno stile “Game of Thrones”, opera famosa per non farsi problemi a eliminare dai giochi anche figure apparentemente fondamentali per la trama. For All Mankind fa esattamente questo: gioca con i nostri sentimenti, prendendo il cuore e strappandocelo dal petto, per poi adagiarlo nuovamente nel foro sanguinante grazie a momenti poetici, che dimostrano come la gentilezza e l’amore potrebbero rendere la razza umana davvero grande.

SINONIMO DI ECCELLENZA

Ormai lo abbiamo capito: le serie prodotte da Apple vantano una cura senza pari nel mondo delle varie piattaforme di streaming. For All Mankind non fa differenza. Questo splendido mix di dramma e fantascienza vanta un cast incredibile, dove ogni singolo personaggio viene portato in scena in modo a dir poco eccellente dall’attore di turno. Splendidamente tridimensionale l’Edward Baldwin di Joel Kinnaman, che può sembrare un personaggio “piatto”, ma che si rivela invece una costante sorpresa. Impossibile poi non elogiare la chimica tra Gordo e Tracy, interpretati rispettivamente da Michael Norman e da Sarah Jones. Abbiamo amato ogni loro scambio di battute, che dimostrano l’ottimo lavoro fatto per portare in scena una splendida storia d’amore. Ma questi sono solo alcuni degli attori che ci hanno entusiasmato. La verità è che siamo rimasti a bocca aperta, come già accennato, di fronte a ogni singola comparsa.

Discorso simile anche per quanto riguarda la regia e il comparto tecnico. For All Mankind è una serie chirurgica, che sa sempre cosa mostrare e come farlo. Poco importa se la trama necessita di scene nello spazio o sulla Luna. Il lavoro fatto per ricreare questi ambienti è semplicemente impeccabile e avvicina lo show al grande cinema di genere. Un plauso, infine, alla scelta delle tracce musicali inserite tatticamente in alcuni momenti della narrazione. Tracce che contribuiscono a potenziare l’emozione desiderata dagli sceneggiatori, senza apparire come un semplice riempitivo sonoro.

FOR ALL MANKIND

La seconda stagione di For All Mankind parte lenta, ma senza mai annoiare. Una volta stabilito il nuovo status quo, lo show ingrana però la marcia e ci proietta nello spazio. Un volo che alterna costantemente pathos emotivo al fascino della scoperta scientifica. Un mix che raramente abbiamo trovato trasposto tanto bene sul piccolo schermo. Come dicevamo in apertura: la serie di Moore, Wolpert e Nedivi non vuole essere solo un trattato sullo spazio, ma vuole spingersi oltre, in un luogo ancora più freddo e oscuro: la mente delle persone. Ecco che quindi siamo di fronte a un vero gioiello, che preferisce non puntare i riflettori verso la Luna, ma verso la Terra. O meglio: verso tutta l’umanità.

E voi che cosa ne pensate? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, attraverso i nostri canali social (TikTok incluso).

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