Fondazione 2x08, "L'ultima imperatrice": la recensione

Il nuovo episodio di Fondazione pone molta, troppa carne al fuoco, regalando però momenti toccanti e coinvolgenti brividi action.

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Spoiler Alert

La recensione di L'ultima imperatrice, ottavo episodio della seconda stagione di Fondazione disponibile su Apple TV+

Che Demerzel (Laura Birn) fosse l'asso nella manica di Fondazione è sempre stato chiaro, seppur implicito. La sua centralità nell'Impero Cleonico e l'ignoranza curiosa degli imperatori in merito a questa figura hanno sempre costituito un enigma nella serie Apple. In L'ultima imperatrice, l'esigenza di intrecciare la storia dei robot e gli intrighi politici della trama principale si concretizza, seppur con risultati non sempre convincenti.

Con lo squilibrato piano di esecuzione pubblica di Giorno (Lee Pace) e la rocambolesca entrata in scena di Hober Mallow (Dimitri Leonidas), Fondazione recupera un tono fortemente action, in una sequenza relativamente breve ma che restituisce al pubblico un brivido avventuroso a lungo sopito. La fine di Becky appare leggermente affrettata, e la conversazione proiettata tra Hari Seldon (Jared Harris) e il Direttore Sermak (Oliver Chris) è forse eccessivamente sentimentale, pur potendo contare sulla solidità di due interpreti perfettamente credibili. La svolta su Ignis e la rivelazione sulla continua "rinascita" di Tellem (Rachel House), di contro, aggiungono alla trama un tocco di fantasy oscuro assai godibile.

Sovraccarico

Eppure, eppure, eppure... Sebbene ricolmo di rivelazioni ed eventi, L'ultima imperatrice occasionalmente inciampa nei propri passi, conferendo all'episodio un aspetto discontinuo in termini di ritmo e coerenza. L'intreccio delle cronologie, specialmente con gli eventi su Ignis, è astuto ma potrebbe disorientare gli spettatori occasionali. Tuttavia, per chi riesca a tenere traccia di tutte le linee narrative contenute in Fondazione, è un piacere vedere come i pezzi inizino a incastrarsi insieme in modi inaspettati. La naiveté e l'arroganza di Giorno nel gestire la ribellione contrastano marcatamente con l'astuzia e la preveggenza di figure come Demerzel, rendendo il panorama politico dello show ancora più avvincente.

Inoltre, l'importanza sotterranea di Demerzel nel corso della stagione sta finalmente dando i propri frutti, attirando gli spettatori all'interno del suo intricato mistero. L'oscillazione continua tra la reverenza per il materiale originale e l'audacia di reinventare sembra un atto di equilibrismo per Fondazione, che per lo più riesce ma a volte vacilla. Le storie d'origine, in particolare la storia dei robot raccontata da Tramonto (Terrence Mann), avrebbero beneficiato di una distribuzione più bilanciata negli episodi precedenti per evitare il leggero sovraccarico di informazioni in questa puntata.

Essere e apparire

Benché l'episodio vanti, come da tradizione della serie, momenti visivi impressionanti, alcuni archi personali importanti - come quello di Poly (Kulvinder Ghir) - sembrano leggermente trascurati, con momenti emotivi che non colpiscono come dovrebbero. Allo stesso modo, mentre la serie ha costantemente puntato alla grandiosità, a volte la sontuosa esecuzione sembra non trovare un effettivo riscontro nella sostanza narrativa. L'apparire, in breve, sovrasta fin troppo spesso l'essere.

Nel tentativo di arginare la deriva di supremazia visiva, Fondazione prova a puntare sulle relazioni, usandole come amplificatore di risonanza emotiva. La tiepida e alquanto prevedibile storia d'amore tra Sareth (Ella-Rae Smith) e Alba (Cassian Bilton) manca di profondità, riducendo le loro scappatelle a una mera sottotrama che, a dispetto dell'ambizioso piano ordito dalla donna, risulta oscurata da eventi più grandi. Se il filo logico del pur pericoloso disegno di Sareth ci è chiaro, Alba viene degradato a mero strumento nelle mani degli altri, animato da una tempesta sentimentale (o ormonale?) i cui contorni assumono le fattezze del più dozzinale teen drama.

Volere e dovere

D'altro canto, la nascente relazione tra Mallow e Constant (Isabella Laughland) è una boccata d'aria fresca. Pur poggiando sul terreno fragile di un'attrazione raccontata nel più frettoloso dei modi, il loro scambio goffo e affettuoso mentre sono circondati da navi imperiali aggiunge sfumature ai loro personaggi e offre un momento di leggerezza in mezzo alle alte posta in gioco. Questo legame in boccio è contrapposto sapientemente alle attività investigative di un'altra coppia, Tramonto e Rue (Sandra Yi Sencindiver), offrendo una gradita giustapposizione tra connessioni personali e dovere.

La scoperta dell'accesso nascosto aggiunge uno strato di intrigo all'episodio, ma sono le connessioni più umane, come quella tra Mallow e Constant, che forniscono un cuore ben ancorato in mezzo a questa vasta, spesso dispersiva opera spaziale. In questo senso, L'ultima imperatrice ribadisce la tendenza altalenante che è propria di Fondazione, alternando momenti alti veramente esaltanti, e momenti più bassi che rivelano le sfide dell'adattare un materiale così venerato. Con la stagione che si avvicina al suo culmine, si può solo sperare in una conclusione all'altezza di questa affollata preparazione.

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