Fondazione 2x04, "Dove le stelle sono sparpagliate": la recensione

Il nuovo episodio di Fondazione bilancia grandi temi asimoviani con storie personali, affrettando però lo sviluppo di alcune relazioni

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La nostra recensione del quarto episodio della seconda stagione di Fondazione, disponibile su Apple TV+

Con Dove le stelle sono sparpagliate, la seconda stagione di Fondazione assume i contorni di una riflessione meditativa nel futuro incerto di questo vasto universo, affrontando alcuni dei temi più cari a Isaac Asimov - la tensione tra l'individuo e il collettivo, il concetto di inevitabilità e i paradossi tra profezia e libero arbitrio.

Navigando con abilità in questa trama complessa, l'episodio si inquadra nel contesto familiare di un'avventura fantascientifica, pur rinfocolando i dibattiti filosofici fondamentali presenti nel cuore dell'opera di Asimov. L'esplorazione di Siwenna da parte di Bel Riose (Ben Daniels) e suo marito Glawen Curr (Dino Fetscher) ha il fascino di una parentesi episodica che, separata dal resto, unisce il macrocosmo dell'Impero al microcosmo della cultura locale e delle azioni individuali.

Conflitti sotterranei

Il viaggio di Riose e Curr si svolge con una tensione sottintesa, gettando le basi per un conflitto più profondo. L'implicazione di una guerra incombente tra l'Impero e la Fondazione, che si sta delineando sin dalla fine della prima stagione, rimane l'asse centrale attorno al quale si prevede che la stagione ruoterà. "La violenza è l'ultimo rifugio degli incompetenti," come scrisse una volta Asimov, e vediamo Seldon cercare di mantenere quel rifugio il più lontano possibile, optando per la diplomazia piuttosto che l'aggressione.

Nel cuore dell'enigmatica Volta, l'onnipresente Hari Seldon (Jared Harris) è un faro di ambiguità. Nell'accogliere i suoi ospiti, assume lo stato divino che la Fondazione gli ha conferito, intrecciato con una sconcertante capacità di manipolazione. L'eterna analogia degli scacchi è profondamente rilevante qui: le pedine sono posizionate, il gioco è in movimento, con l'umanità intrappolata nel fitto reticolato dell'inevitabilità e del libero arbitrio.

Intrighi di corte

Nonostante l'assenza di Fratello Giorno possa sembrare un'occasione mancata per approfondire la linea narrativa imperiale, la serie compensa introducendo due dei tre Cleon nel groviglio di politica e affari personali. La ricerca della verità della Regina Sareth (Ella-Rae Smith), le sue sottili manipolazioni e flirt, e la guardia che convince a spiare per suo conto, aggiungono intrighi alla corte imperiale, assicurando che lo spettatore rimanga coinvolto nel suo arco narrativo. I tentativi di Tramonto (Terrence Mann) di ravvivare vecchie fiamme con Rue (Sandra Yi Senchindiver) sono un chiaro promemoria delle vulnerabilità che nemmeno un Imperatore clonato può eludere.

Tuttavia, il ritmo dell'episodio avrebbe potuto beneficiare di un maggiore equilibrio. Le narrazioni intrecciate di Siwenna e Terminus oscillano e possono occasionalmente portare a un brusco cambio di attenzione. Inoltre, certi elementi della trama, come la rivelazione dell'interno della Volta e la drammatica riapparizione di Seldon, sebbene senza dubbio significativi, avrebbero potuto essere impregnati di maggiore tensione e senso epico.

Innamoramenti a 2x

Una nota dolente che emerge nell'adattamento televisivo di Fondazione è la tendenza del programma a gestire le storie d'amore con una certa precipitosità. Questa fretta, già evidente nella prima stagione, ha lasciato spesso poco spazio per sviluppare appieno le relazioni romantiche, rendendole a volte forzate, avventate o non del tutto organiche. L'esempio più chiaro di questa propensione all'approssimazione è stata la relazione tra Gaal e Raych, una tra le coppie meno dotate di chimica che la televisione recente ricordi, gravata oltretutto del peso di una passione farlocca nella sua velocità.

In Dove le stelle sono sparpagliate, vediamo la base per una relazione potenziale tra Fratello Constant (Isabella Laughland) e Hober Mallow (Dimitri Leonidas); ancora una volta, però, la narrazione sembra saltare avanti senza offrire un adeguato fondamento emotivo o contestuale. Le storie d'amore, quando ben costruite, possono aggiungere profondità e complessità a qualsiasi narrazione, ma la mancanza di attenzione ai dettagli e la rapida evoluzione di queste dinamiche all'interno della serie possono ridurre l'impatto di questi legami sul pubblico.

Questa è la via

I momenti migliori dell'episodio, curiosamente, risiedono nei suoi sottili accenni al testo di Asimov. L'uso di Ducem Barr (Jesper Christensen), il codice segreto tratto da una citazione dello scrittore stesso (che dà anche il titolo alla puntata) e l'enfasi sociopolitica sul tè a Siwenna sono legami rassicuranti al materiale originale che saranno apprezzati dai fan. Inoltre, la questione dell'inclusione misteriosa di Hober Mallow nel piano da parte di un 'fantasma di passaggio' ci lascia con un mistero allettante su cui ponderare in attesa di futuri sviluppi.

In conclusione, Dove le stelle sono sparpagliate porta avanti la scelta, da parte della serie, di intrecciare il grande arazzo delle macchinazioni galattiche con i fili delle narrazioni individuali, creando un mix unico, tanto monumentale quanto personale. Anche se avrebbe potuto perfezionare alcuni dei suoi elementi narrativi, la puntata riesce comunque a infondere il suo svolgimento con un certo peso intellettuale ed emozionale, portando avanti con coerenza la poetica di Fondazione.

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