Flesh and Bone 1x01 "Bulling Through": la recensione

Flesh and Bone è la nuova serie di Starz: un angosciante drama ambientato nel mondo della danza, a metà fra Black Swan e Whiplash

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Il primo riferimento che potrebbe venire in mente guardando il pilot di Flesh and Bone è Black Swan. E non sarebbe nemmeno sbagliato come accostamento. C'è la danza ovviamente, ma c'è anche il malsano piacere nella decostruzione di un ambiente che, nell'immaginario comune, appare come puro, delicato, elegante. D'altra parte non è tutto qui. Nel film di Aronofsky, che doveva moltissimo a Scarpette rosse, la visione di questo ambiente da incubo era in parte smorzata dal fatto che tutto, o comunque buona parte, derivava dalle turbe psichiche della protagonista. Nella nuova serie di Starz invece non esiste filtro tra ciò che è e ciò che appare: un microuniverso crudele, tra arrivismo e meschinità varie, che non lascia nemmeno il respiro dell'immaginazione.

Da questo punto di vista la serie ideata da Moira Walley-Beckett, anche sceneggiatrice di Breaking Bad, è molto più simile come visione a Whiplash, per citare qualcosa di molto recente. La totale identificazione del valore della persona con la rappresentazione che dà di sé in scena, la manipolazione del corpo – Flesh and Bone è un titolo perfetto per la serie – e il superamento dei propri limiti, per la realizzazione di se stessi, per la fuga da se stessi, perché non esiste nient'altro per cui vivere.

La storia ha il limite di essere molto derivativa e già vista. La nuova arrivata, dal timore virginale ma dalle capacità eccezionali, gettata nella fossa dei leoni ma capace di imporsi dopo le iniziali ritrosie. Naturalmente ci sarà il mentore spietato, l'invidia delle compagne, il crollo dell'ape regina e tutto un campionario più o meno diffuso, ma sempre accettato come l'ovvia normalità, di corruzione, favoritismi, gerarchie sociali. Claire Robbins (Sarah Hay) è lo sguardo vigile e intimorito su questo mondo, che impariamo a conoscere, notando ad esempio la sostanziale differenza tra la leggerezza di un night club nel quale viene condotta da un'amica e dove assiste ad uno spogliarello, e la pesantezza della palestra di danza.

Il resto sono corpi che scricchiolano e si contorcono, con la stessa Claire – tra le altre cose in fuga dal suo passato – tanto moralmente rigida e intimorita dal suo fisico nudo, quanto disinibita e libera nel momento della danza. Un buon debutto, che lascia intravedere punte di disgusto (morale più che fisico) e di esagerazione che, se ben gestite, potrebbero garantire un ottimo risultato.

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