Fleabag (seconda stagione): la recensione
La recensione della seconda stagione di Fleabag, la serie curata da Phoebe Waller-Bridge e distribuita in Italia da Amazon
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Phoebe Waller-Bridge (Crashing, Killing Eve) interpreta ancora una volta la protagonista della serie. Ritroviamo quindi la londinese Fleabag, ancora affetta da un cinismo autoimposto che le permette di non lasciarsi andare alla sofferenza per la morte della sua migliore amica. Gestisce con apparente serenità una caffetteria e ha un rapporto molto conflittuale con la sorella Claire (Sian Clifford). Questi sei episodi, che saranno anche gli ultimi della serie, raccontano in particolare la preparazione del matrimonio del padre (Bill Paterson) con una donna interpretata da Olivia Colman. Al tempo stesso, seguiamo l'infatuazione – forse qualcosa di più – della protagonista per un prete, interpretato da Andrew Scott.
Ma questa idea di stile così marcata non deve trarre in inganno. Fleabag rimane una serie profondamente umana nella sue considerazioni e nei ritratti che ci racconta. Uno dei nuclei della trama stagionale riguarda proprio la distanza tra le due sorelle protagoniste, così diverse, eppure proprio grazie a questo capaci di essere sincere tra di loro come non lo sono con nessun altro. Claire, workaholic repressa sotto molti punti di vista, vive un rapporto di amore e odio con la sorella, di cui critica l'immaturità, ma di cui invidia la libertà e la mancanza di inibizioni. Al tempo stesso la protagonista sottolinea la rigidità eccessiva della sorella, ma ne invidia la stabilità di fondo.
Fleabag (personaggio) sfugge ad ogni inquadramento, ad ogni categoria, ad ogni legame. Si sbraccia, fa battute, fa a pezzi l'ipocrisia che la circonda. Eppure nemmeno lei potrà riuscire a sfuggire per sempre da se stessa. In una delle intuizioni più geniali della stagione, perfino l'idea la rottura della quarta parete viene messa in crisi in modi che non sveliamo. In conclusione, questa piccola grande storia in dodici puntate complessive ricade su se stessa, e ci svela il suo tema centrale. Fleabag è una storia d'amore in cui "l'altro" siamo noi stessi. Come nel recente Shrill, ma molto più ispirata, narra il difficile percorso nell'apprezzare il proprio sé, al di là delle barriere erette per non soffrire, per permettere a se stessi di essere amati.