Flash/Wonder Woman 1, la recensione
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
In queste 72 pagine a un interessante prezzo di lancio, vengono raccolti gli episodi di Flash e Aquaman (serie già presenti nella precedente edizione) e quelli della figlia di Hippolyta, tre membri di spicco della Justice League, dimostrazione di coerenza in fatto di contenuti e una qualità per nulla scontata nelle singole collane.
Venute meno per chiusura le serie comprimarie di Wonder Woman, la Lion coglie senza indugio l'occasione per porre fine a una testata problematica in fatto di vendite e gestione; lo conferma la scelta del nuovo titolo che resetta la numerazione solo per Flash (titolare della testata) e relega a variant cover la cointestataria.
Il prodotto finale è di qualità e offre tre proposte nel panorama dei Nuovi 52 alternative e originali nonché curate da grandi autori.
Brian Buccellato e Marcio Takara firmano rispettivamente con stile di scrittura sobrio e tratto accattivante le avventure di Barry Allen, ora sospeso dalla Polizia Scientifica e costretto a sbarcare il lunario come barista nel locale più malfamato della città, frequentato solo da criminali. Qui vi incontra una vecchia conoscenza, Trickster, che il protagonista si sente in dovere di difendere dall'infamante accusa di omicidio.
Brian Azzarello per i disegni di Goran Sudzuka e Tony Akins racconta invece con situazioni briose e un pizzico di ironia, un'atipica Wonder Woman, insistendo sulla fruttuosa interpretazione e la felice svolta data al personaggio in chiave squisitamente mitologica. Ora Diana in compagnia di Era (decaduta madre degli dei), del fratellastro Lennox, del dio della Guerra (in passato suo mentore) e del nuovo dio Orion proveniente da Nuova Genesi, deve difendere da Apollo e dalla minaccia costituita dal primogenito di Zeus, il figlio di quest'ultimo e della mortale Zola, destinato secondo una profezia a sconvolgere le gerarchie dell'Olimpo.
Infine Geoff Johns e Paul Pelletier, inaugurando un nuovo storyarc, ci illustrano gli attuali, scomodi panni indossati da Arthur Curry come re di Atlantide, ruolo che lo ha allontanato dal mondo di superficie e dall'amata Mera. Johns si conferma un cantastorie d'eccezione e sembra dopo il successo di Lanterna Verde, aver trovato la miglior vena ispiratrice grazie anche al supporto costante di eccellenti artisti come lo stesso Pelletier.