Flashback 25th Anniversary, c’eravamo tanto amati | Recensione

Il valore museale di Flashback 25th Anniversary è fuori discussione, quello prettamente ludico purtroppo un po’ meno

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Flashback 25th Anniversary, c’eravamo tanto amati | Recensione

Il valore museale di Flashback 25th Anniversary, già pubblicato tempo addietro su Nintendo Switch, nuovamente sotto le luci della ribalta con questa edizione per PlayStation 4, è fuori da ogni discussione. Del resto, parliamo di un grande classico, un platform dall’ambientazione sci-fi, che nel lontano 1992, riproponendo un gameplay simile a Prince of Persia, ammaliò il suo pubblico con un’ambientazione magnetica e caratteristica.

Una mezza dozzina di trasposizioni dopo, venticinque e più anni dopo l’originario debutto, è tuttavia evidente che qualitativamente parlando siamo di fronte ad un gioco quanto mai superato, difficilmente digeribile persino per chi ne conserva un lieto ricordo, ma che già all’epoca dovette scendere a compromessi con un sistema di controllo quanto mai ingessato.

Senza troppi giri di parole, a meno che non siate in cerca di un prodotto dichiaratamente retrò, volutamente macchinoso, complesso da domare, non potrete in alcun modo divertirvi con Flashback 25th Anniversary.

[caption id="attachment_210702" align="aligncenter" width="1000"] Le animazioni del protagonista sono letteralmente ipnotiche[/caption]

Non è un giudizio privo di rimpianti, perché ancor’oggi il gioco originariamente realizzato da Delphine Software riesce ad affascinare chiunque si soffermi ad osservare la confusa, eppur seducente sequenza d’intermezzo. Lo stile rotoscope, la fitta giungla di una luna di Saturno, l’incomprensibile motivo per cui vi daranno la caccia, sono tutte controprove che la direzione artistica, avanguardistica per l’epoca, riesce tutt’ora ad ipnotizzare lo spettatore.

Giocando con i numerosi filtri messi a disposizione, attivabili e disattivabili nel menù preposto, l’effetto nostalgia può essere ulteriormente incrementato. Anche su un modernissimo pannello 4K, si può in qualche modo ricreare l’immagine, eventualmente persino un po’ disturbata, che si otteneva su un vecchio CTR, a tutto vantaggio di una ricerca di fedeltà visiva che farà la gioia dei nostalgici.

Tuttavia, basta inclinare la levetta dell’analogico sinistro affinché l’incantesimo si spezzi, riconducendoci in un presente del tutto ostile ai dettami ludici su cui poggia Flashback 25th Anniversary. Muovere l’avatar, operazione che palesa già di per sé una certa latenza, vi causerà immediatamente qualche problema. Saltare da una piattaforma all’altra, invece, condannerà alla follia chiunque sia cresciuto godendo dell’immediatezza di un Super Mario qualsiasi. Non è affatto un caso che tra le nuove feature introdotte da questa edizione ci sia la possibilità di riavvolgere le lancette del tempo per riprovare, all’infinito, quel salto mancato.

Anche quando si tratterà di aprire il fuoco sui nemici la situazione non migliorerà, visto che il control system fa di tutto per soffocare di comandi l’utente, costretto ad esibirsi in una complessa sequenza di pulsanti da premere, anche solo per schivare, abbassarsi, estrarre l’arma e sparare.

Un ulteriore ammodernamento del gioco, magari con una modalità apposita che affiancasse la versione classica, avrebbe permesso ad un pubblico più ampio di godere dello splendido art design e del raffinato level design che caratterizza l’avventura, un’epopea fatta di innumerevoli piattaforme a cui aggrapparsi, oggetti da raccogliere, nemici da sorprendere alle spalle.

Sì, perché l’esplorazione della giungla di Titano è indiscutibilmente intrigante, nonostante tutto. Eppure, allo stato attuale dei fatti, solo un ristrettissimo pubblico riuscirà ad accettare gli innumerevoli compromessi dettati da un sistema di controllo quanto mai superato e legnoso.

Un vezzo per i più nostalgici o per chi nutra una certa curiosità per la storia del medium.

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