Flash/Zagor 0: La scure e il fulmine, la recensione
Quella che poteva essere la sfida più ardua, tratteggiare in poche pagine due personaggi agli antipodi, viene affrontata con abilità
1956: esordisce sulla testata Showcase il secondo Flash, Barry Allen, un eroe fortemente voluto dall'editor Julius Schwartz per rilanciare il genere supereroistico, all'epoca in fase di decadenza dopo la fine della cosiddetta Golden Age, a causa di persecuzioni mediatiche e populiste. Questa operazione editoriale si rivela un grande successo ed è l'evento scatenante della nascita della cosiddetta Silver Age.
2020: in un anno sciagurato, questi due eroi si alleano per riportare un po' di speranza nel cuore dei lettori.
La collaborazione tra Sergio Bonelli Editore e DC Comics è nata nel 2019, con l'albo che vedeva il team-up "a distanza" tra Batman e Dylan Dog, e prosegue ora con questo secondo numero 0, preludio – si spera nel breve periodo per entrambi i team-up – a opere più corpose. L'albo è stato sceneggiato da Giovanni Masi e Mauro Uzzeo e disegnato da Davide Gianfelice.
Nell'Universo DC, mentre sta combattendo i Nemici, Flash ha una strana visione di un bambino in difficoltà con tatuato sul petto un simbolo che raffigura una scure attraversata da un fulmine. Nel Bonelli Universe, la stessa visione coglie Zagor a Darkwood, e alcuni indizi lo portano a pensare che sia in atto un piano che potrebbe distruggere la realtà stessa, orchestrato da uno dei suoi storici avversari: ma quale dei tanti?
"Quella che poteva essere la sfida più ardua, tratteggiare in poche pagine due personaggi agli antipodi, viene affrontata con abilità"Pur essendo un preludio di venti pagine, durante il quale i due eroi non si incontrano mai in maniera diretta, questo albo propone degli spunti interessanti. Dal punto di vista della trama, che verrà esplorata con maggiori dettagli nella futura miniserie, vengono date quelle poche, necessarie informazioni volte a stimolare la curiosità del lettore.
Quella che poteva essere la sfida più ardua, tratteggiare in poche pagine due personaggi agli antipodi, viene affrontata con abilità, calando Flash e Zagor in situazioni e contesti a loro noti – così come sono noti ai lettori che seguono le gesta di uno, dell'altro o di entrambi. Situazioni da cui poi ci si distacca con l'elemento estraneo a suddetti contesti, il bambino misterioso, che rimanendo del tutto irrisolto ci spinge a volerne sapere di più.
L'altra sfida era la parte grafica. Bisognava trovare un artista che avesse il polso di entrambi i "mondi editoriali", DC e Bonelli, e potesse così tratteggiarli al meglio. In questo caso specifico, la scelta di Davide Gianfelice – che nel corso degli anni ha lavorato per entrambe le case editrici – si è rivelata vincente, riuscendo, grazie all'ottima colorazione del duo Luca Saponti/Emiliano Mammucari, a infondere sensibilità e atmosfere diverse agli scenari coinvolti: la Central City di Flash e la foresta di Darkwood di Zagor.
Doverosa e degna di menzione la parte dedicata agli extra di questo albo: circa una decina di pagine con schizzi e note che spiegano in maniera dettagliata il background dei due personaggi e gli elementi narrativi che li contraddistinguono, come pure qualche impensabile punto di contatto.
Ora, tuttavia, è tempo di mettere da parte i preludi e puntare a qualcosa di più sostanzioso. Si spera che ciò possa avvenire in tempi rapidi.
[gallery type="thumbnails" columns="1" size="large" ids="298597,298598,298600,298596"]