Fire with fire, la recensione
Un cast di livello non rende "di livello" un film che, malgrado il cast, sarebbe stato bene nello scaffale degli straight to video...
Non fatevi ingannare dalla presenza di Rosario Dawson, Josh Duhamel e Bruce Willis.
La storia è quella di un pompiere che vede massacrare alcuni suoi amici da un boss della mala locale e decide di denunciarlo, entrando così nel programma di protezione testimoni. Il boss però lo scova e decide di fare fuori lui e il suo nuovo amore, così (e finalmente) l'uomo passa al livello successivo e si convince a farsi giustizia da solo (ma Bruce Willis verrà a dargli una mano non appena scopre che c'è qualcuno da qualche parte che vuol menare le mani).
Non è certo una storia abbastanza canonica e priva di sorprese a rendere Fire with fire un film sciatto e povero, quanto la martoriante mancanza di ritmo. I molti eventi della trama non riescono mai ad essere incanalati in un flusso avvincente, in uno svolgimento dinamico che tenga desta l'attenzione. Anche le sparatorie paiono del tutto prive di ritmo.
Il motivo principale del fallimento, però, è semplice: i personaggi non sono interessanti e quindi non sono credibili. In maniera non molto diversa dalle fiction italiane peggiori Fire with fire compie il medesimo percorso, pretende cioè di riuscire a creare sensazioni, umori e sentimenti di colpo, senza costruirli gradualmente. L'amore tra i protagonisti è raccontato e mostrato da due scene improvvise invece che essere narrato con costrutto (o almeno mantenuto vivo lungo tutto il film), il lungo braccio della mala che dovrebbe creare terrore nella figura del boss è frutto sempre dello stesso espediente (lo svelamento di particolari sulla vita dei cari di ognuno da parte del boss stesso) e addirittura l'ossessione e il senso di giustizia del poliziotto sono raccontati da una terza persona!
Impossibile appassionarsi, impossibile farsi prendere, ma impossibile anche godersi un action movie medio o una trama poliziesca decente, perchè tutto è privo di senso, tutto è mostrato senza convinzione.
Gli unici momenti dotati di una certa convinzione sono quelli action (che è il minimo vista la provenienza del regista), ma anche lì la voglia di strafare ed esagerare con l'effettistica toglie potenza a quelle che dovrebbero essere sequenze ben coreografate di onesta azione.
Era meglio se fosse rimasto uno straight to video.