Fino alla fine, la recensione: Elena Kampouris brilla nell'action drammatico firmato Muccino

Gabriele Muccino prosegue verso il genere puro con una strepitosa Elena Kampouris eroina d'azione

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Pare che la transizione di Gabriele Muccino da regista da melodrammi borghesi in professionista anche dell'azione si stia sempre più per compiere sotto i nostri occhi.

Dopo l'omicidio filmato benissimo dentro la serie tv A casa tutti bene (2021), eccolo ora pronto a orchestrare rapine e inseguimenti per le strade di Palermo. Fino alla fine è un action heist movie nascosto sotto l'aspetto di un dramma giovane su americana ventenne in vacanza in Sicilia prigioniera dei suoi traumi. Si chiama Sophie e impareremo a conoscerla sempre meglio, fino alla fine, una volta arrivata nel capoluogo siciliano come ultima tappa di un viaggio in Italia in compagnia di sorella perennemente di cattivo umore. La parente vorrebbe portarla dentro “chiese e catacombe” mentre Sophie, già stanca di tutta quell'arte italiana vissuta come “dovere”, non vedrebbe l'ora di farsi un semplicissimo bagno al mare. Conoscerà la gang di Giulio (Saul Nanni) e “Comandante” (Lorenzo Richelmy), gruppetto di sfigati mattoidi palermitani molto più di basso profilo di quello che potrebbe sembrare a una prima occhiata.

È qui che il film di Muccino, scritto con Paolo Costella come ai tempi del film A casa tutti bene (2018), cresce a dismisura. Mentre Sophie viene trascinata dentro un'avventura notturna sempre più pericolosa a base di rapine, vecchi debiti e gangster slavi realmente impressionanti, Muccino chiarisce sempre meglio col passare dei minuti il cuore del film: chi ha il trauma più profondo e ha già rischiato la vita (Sophie o il gruppo?), sa affrontare molto meglio situazioni pericolose o letali. Gli ultimi 20 minuti di pura azione cinematografica sono magistrali.

Ci piacerebbe che dopo questo ennesimo avvicinamento al genere, Muccino affrontasse ancora più a viso aperto thriller, gialli, polizieschi e perché no anche horror. Sarebbe necessario per un cinema italiano drammaticamente povero a livello mainstream su quei quattro generi.

Bravissima Elena Kampouris, in crescendo fino letteralmente un'inquadratura finale che dà perfettamente senso a un film di ottima fattura e concezione cinematografica.

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