Find Me Falling, la recensione

Su un'isola greca, luogo di amore e recupero dei veri valori, Find Me Falling vuole fare una commedia e un dramma ma sbaglia le dosi

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Find Me Falling, il film di Netflix ambientato in grecia tra romanticismo e suicidi

Tutto parte da una scogliera dell’isola di Cipro che è un luogo per suicidi, cioè dalla quale si buttano molte persone a settimana. È un set perfetto per una storia horror o magari una malata ma d’autore (come La foresta dei sogni), invece in questo film è la location di una storia d’amore convenzionale. Lui, rockstar con un solo grande successo in carriera si trasferisce in una casa proprio davanti a quella scogliera (non sapendo dei suicidi) per rimettere in piedi una vita che sente non appartenergli più, lì trova lei, un medico locale che è anche (che caso!) il grande amore della sua vita da cui si è separato prima che arrivasse il successo. Mille equivoci e la complicità di tante persone sull’isola greca li portano a riavvicinarsi. Come finisca è chiaro a tutti, forse anche a loro.

Non c’è nessuna vera volontà di fare un film diverso dal solito in Find Me Falling. E va bene. I film di Netflix sono ancora più basati sulla premessa di quanto già non siano i film per il cinema (ma sempre meno di quanto non lo sono le serie tv), lo sviluppo della premessa è totalmente secondario e nella maggior parte dei casi va proprio contro lo spirito di “originalità” che ha motivato il soggetto. Quello che importa è che lo spunto abbia una caratteristica “unica”, non che poi la storia ne segua l’esempio. Quindi va bene. Meno bene va il fatto che Stelana Kliris (regista e sceneggiatrice) sembri davvero non divertirsi per niente con il suo stesso film. Anzi!

Incastrato a metà tra la commedia sentimentale d’ambientazione isolana greca, cioè colori azzurri e bianchi, ristoranti con tavolini all’aperto, viste incredibili sul mare e l’umanità tradizionale, i veri valori e tutto quello che di più cartolinesco e ottimista si può immaginare, e poi questa parte che flirta con l’idea dei suicidi, del farla finita, delle vite andate così male che è meglio la morte, Find Me Falling non si diverte con il classico, non si sente mai la voglia di fare un film e non trova mai una sintesi tra le sue due anime! 

È evidente che vorrebbe essere un film che mette insieme il drammatico e la commedia con una certa forza, o almeno più del solito, ed è evidente anche come vuole farlo, proprio affiancando le storie tristi con la linea romantica. Ma sembra scambiare l’associazione del montaggio (quando metti due cose una dopo l’altra) con la mescolanza. In Find Me Falling i toni non sono mai mescolati (ciò che rende davvero un film agrodolce, quando qualcosa di triste scaturisce da qualcosa di divertente e viceversa) semmai sono messi in fila, che è quel che fanno le commedie italiane scritte male: colonna sonora triste, faccia del protagonista aggrottata, rivelazione amara, e poi stacco, linea comica entra in scena con qualcosa di leggero e una musica allegra. Non proprio il punto di riferimento migliore.

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