Final Space (prima stagione): la recensione
Le nostre impressioni sulla prima stagione di Final Space
Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.
Protagonista della storia è Gary, ragazzo un po' sprovveduto che viene condannato a scontare una lunga pena dopo aver combinato un disastro. Si trova quindi su una nave spaziale, la Galaxy-1, in compagnia del computer di bordo HUE e dell'insopportabile robot KVN. Tutto cambia nel momento in cui incontra il piccolo e tenero Mooncake. L'esserino è braccato, per motivi che capiremo presto, dal crudele Lord Commander, che perseguita l'equipaggio in giro per la galassia cercando di mettere le mani sull'alieno verde. Al gruppo si uniscono presto il soldato ribelle Avocato (ci si abitua al nome andando avanti nella serie) e la dura Quinn, di cui Gary è innamorato.
Di Final Space si può parlare anche solo accostandolo ai mille riferimenti in esso contenuti. Il primo è senza dubbio Futurama. Le dinamiche tra Gary e Quinn ricordano moltissimo quelle tra Fry e Leela (KVN potrebbe essere Zoidberg). D'altra parte la serie di Matt Groening ha un umorismo più ficcante e svalvolato, mentre Final Space è molto più focalizzata su una trama orizzontale in cui si inseriscono ogni tanto momenti grottescamente divertenti. L'idea dell'equipaggio spaziale che deve proteggere una creatura che custodisce un importante segreto richiama poi Firefly (c'è anche Gina Torres), che nonostante i suoi pochi episodi rimane un punto di riferimento centrale per la serialità americana. Qui viene inoltre ripresa l'idea dell'equipaggio inteso come famiglia disfunzionale, qualcosa che accosta la serie anche ai Guardiani della Galassia.
Detto tutto questo, Final Space riesce ad avere una sua identità. Ci riesce dopo tre puntate di assestamento, anche respingenti all'inizio. Ci riesce nonostante un paio di personaggi sinceramente irritanti e alcune battute troppo insistenti e dilungate. Funziona sulla distanza (ma è facilissimo da bingewatchare) e decolla davvero solo nella seconda metà, quando rivela anche una carica drammatica difficile da prevedere. Difficile che assuma lo status di cult che hanno moltissime altre serie animate del momento (Steven Universe, Adventure Time, lo stesso Rick & Morty), ma alla fine siamo contenti di aver fatto questo viaggio. La serie è già stata rinnovata per una seconda stagione.