Final Fantasy XVI: The Rising Tide, la recensione
Final Fantasy XVI: The Rising Tide è un DLC che conferma i pregi del gioco base, senza l'intenzione di porre rimedio ai difetti
Final Fantasy XVI è stato senza dubbio un capitolo divisivo del franchise Square. Molti fan della storica saga di JRPG nata nel 1987 si sono chiesti che senso avesse mantenere la numerazione principale in un titolo votato interamente all’azione. Un titolo quasi del tutto privo di quelle meccaniche da gioco di ruolo che hanno reso celebre il brand nipponico. Come potete leggere nella nostra recensione che trovate in questo articolo, a nostro parere si tratta di “critiche” che lasciano il tempo che trovano. Narrativamente, Final Fantasy XVI è uno dei migliori capitoli della serie e ha il pregio di riuscire a trasmettere il mood del franchise molto più di altri episodi ben più blasonati.
In seguito all’uscita del titolo su PlayStation 5, il team di Naoki Yoshida ha annunciato l’arrivo di ben due espansioni. La prima, della quale potete leggere la nostra recensione a questo link, ci ha convinti, ma è “The Rising Tide” ad aver attirato sin da subito l’attenzione del pubblico di tutto il mondo. Merito della presenza di Leviatano, un nuovo Eikon che dovrà fare i conti con Clive e che gli fornirà una nuova serie di abilità da poter sfruttare in battaglia. Negli scorsi giorni siamo riusciti a esplorare in lungo e in largo la nuova regione di Mysidia e siamo finalmente pronti a parlarvene. Sarà riuscito Final Fantasy XVI a conquistarci ancora una volta?
LA FORZA DELL’ACQUA
Nonostante i fan abbiano chiesto a gran voce un DLC che espanda quanto visto nel finale del gioco base, Square Enix ha deciso di raccontare una storia collocata poco prima del mastodontico scontro che conclude l’avventura di Clive. Il nostro protagonista, insieme a Jill e a Joshua, viene avvicinato da Shula, una guerriera proveniente dal Regno di Mysidia, creduto scomparso in seguito alla furia del Leviatano. A quanto pare, però, gli abitanti del nord di Ciclonia non solo sono sopravvissuti, ma sono riusciti anche a trovare un nuovo equilibrio lontano dal resto del mondo. Qualcosa, però, minaccia la loro incolumità. Una forza che solo Clive e i suoi amici possono affrontare.
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UNA PRESA DI POSIZIONE
Partiamo da una semplice affermazione: chi non ha apprezzato il gameplay del gioco base, non cambierà di certo idea con questo DLC. The Rising Tide mantiene l’anima action di Final Fantasy XVI, aggiungendo semplicemente nuovi contenuti da affrontare. Contenuti come una decina di missioni secondarie, che però rimangono ancorate allo stile di Final Fantasy XIV. Uno stile perfetto per un MMO, ma che cozza un po’ con una produzione differente. Le varie quest aggiungono interessanti elementi di narrativa, ma non brillano certo per struttura. Un peccato, soprattutto viste le critiche ricevute l’anno scorso. Segnaliamo infine l’esistenza di una missione “segreta” che si sblocca una volta completati entrambi i DLC. Nulla di particolarmente esaltante, ma un paio di frasi citate nel mezzo contribuiscono a rendere ancora più coesa la narrazione di Final Fantasy XVI.
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Ottima aggiunta, invece, il nuovo Eikon: Leviatano. Leviatano dona a Clive una serie di mosse dalla distanza che cambiano completamente il feeling di gioco, trasformandolo quasi in un sparatutto in terza persona. Una scelta brillante, che rendono le nuove abilità non solo divertenti da utilizzare, ma anche perfette per essere inserite in ogni set di Eikon. Fidatevi quando vi diciamo che difficilmente riuscirete a tornare indietro e che, probabilmente, vi troverete a utilizzare Leviatano più di quanto possiate immaginare. Vorremo anche parlare di una nuova aggiunta che si sblocca al termine del DLC, ma siccome Square Enix è riuscita a tenere celata la cosa sino a oggi preferiamo non farlo. Vi diciamo solamente che questo The Rising Tide nasconde qualche chicca extra che, ne siamo certi, farà la gioia dei fan di questo sedicesimo episodio.
Una volta finito di esplorare Mysidia, potrete affrontare anche il Portale di Kairos. Trattasi di una sorta di “Palazzo di Sangue” in stile Devil May Cry all’interno del quale affrontare venti (ventuno, in modalità Final Fantasy) livelli di difficoltà crescente. Una valida aggiunta che, mescolata con la grafica retrò del menù, ci ha tenuti incollati per qualche ora. Insomma: Final Fantasy XVI non cerca di riconquistare gli scettici, preferendo dare ulteriori soddisfazioni a chi ha amato il gioco base. Una presa di posizione ben precisa e che, in fondo, ci sentiamo di premiare. Dopotutto la coerenza è merce rara al giorno d’oggi e vedere un team con una visione così precisa non può che essere apprezzabile.
LA STESSA POTENZA DELL’ORIGINALE
Da un punto di vista tecnico, Final Fantasy XVI rimane il titolo maestoso visto l’anno scorso. Il comparto grafico regala scorci incredibili e, nello specifico, ci siamo trovati di fronte a una delle boss fight più belle da vedere degli ultimi anni. Il tutto accompagnato da una colonna sonora semplicemente incredibile, che dimostra per l’ennesima volta la straordinaria maestria di Masayoshi Soken. Ottimo anche il doppiaggio in italiano, che rivede nel cast i doppiatori del gioco base guidati da un Alessandro Capra in parte più che mai.
FINAL FANTASY XVI, IL COMMENTO FINALE
Final Fantasy XVI è un’opera di inestimabile valore e The Rising Tide non fa altro che confermare questa affermazione. Certo, i puristi della serie potranno non apprezzare la scelta di Naoki Yoshida, ma l’ultima fatica di Square è un’opera a fuoco e con troppi pregi per essere trascurata. Peccato per la realizzazione delle missioni secondarie, ancorate a uno stile troppo vicino a quello degli MMO, ma si tratta di sfumature di poco conto di fronte alla magnificenza di tutto il resto. Se cercate un titolo epico e in grado di rimanervi nel cuore a lungo, Final Fantasy XVI è l’opera che fa per voi. Un’opera che, con questo secondo DLC, può finalmente dirsi completa, scrivendo così la parola “FINE” sulla storia di Clive Rosfield.