Final Fantasy XVI, la recensione

Final Fantasy XVI è un'opera immensa. Nonostante qualche difetto, siamo di fronte a un'opera così imponente da lasciare a bocca aperta

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Titoli come Final Fantasy XVI hanno la forza di scuotere l’intero settore dei videogiochi. Un po’ perché si sta parlando di uno dei franchise più famosi di sempre. Un po’ perché quando si interviene in modo così netto sul gameplay di una saga storica ci sarà sempre una fetta di pubblico incapace di accettare il cambiamento. Eppure, dopo mesi di battage pubblicitario, il sedicesimo capitolo della Fantasia Finale ha dimostrato di essere un titolo trasparente. Un titolo con dei pregi ben precisi che sono stati messi in mostra dai svariati trailer e discussi con gli sviluppatori. Proprio i dev, infatti, hanno preso parte a una campagna marketing davvero corposa, che li ha trascinati in giro per il mondo con lo scopo di spiegare al succitato pubblico il motivo per cui le persone dovrebbero fidarsi ancora una volta da Square Enix.

Noi abbiamo passato le ultime settimane in compagnia di Clive, Jill, Torgal e di tutti i personaggi principali di questa nuova opera targata Creative Business Unit III. Settimane che non hanno fatto altro che consolidare quanto di buono visto durante le varie anteprime, ribadendo a gran voce un solo messaggio: Final Fantasy è tornato.

Oggi siamo qui per raccontarvi le nostre opinioni su Final Fantasy XVI. Opinioni maturate dopo decine e decine di ore trascorse a Valisthea, mondo che difficilmente potremo mai dimenticare e che si è rivelato più vivo e realistico che mai. Se siete curiosi di scoprire perché il nuovo titolo diretto da Hiroshi Takai e da Kazutoyo Maehiro sia il primo vero motivo per cui comprare PlayStation 5, siete nel posto giusto. Se volete solamente sapere se Final Fantasy XVI, nonostante la sua natura action, sia il capitolo di Final Fantasy che tutti i fan aspettavano da anni, la risposta è tanto breve quanto decisa: sì.

DIAMANTI DI SANGUE

È difficile parlare della trama di Final Fantasy XVI senza entrare nella pericolosa area spoiler. Questo è evidente anche dai trailer, che hanno lasciato intendere più di quello che sarebbe stato necessario per godersi al meglio l’esperienza finale.

Diciamo che la storia vede protagonista Clive Rosfield, guerriero del Gran Ducato di Rosaria che si trova suo malgrado nel bel mezzo di più guerre di quante ne possa gestire. Da un lato i vari regni di Valisthea, spaventati dall’avanzare di un terribile morbo e portati a combattersi tra loro per rimanere in prossimità dei possenti Cristalli, che sembrano allontanare questo misterioso male. Dall’altro, invece, la presenza di una misteriosa creatura di fuoco che sconvolge la vita di Clive, trasformandolo da abile combattente a guerriero assetato di vendetta. Non vogliamo dire una parola di più sulla trama di Final Fantasy XVI, nella speranza che possiate esplorarla e godervela appieno. Il nostro consiglio è però quello di evitare qualsiasi video e di acquistare direttamente il gioco. In questo modo potrete arrivare "vergini" alla valanga di colpi di scena che popolano l’intera avventura.

Non lo nascondiamo: la storia messa in piedi da Kazutoyo Maehiro con il supporto di Michael-Christopher Koji Fox è tra le più belle mai viste in un Final Fantasy. Ci siamo trovati spesso con gli occhi lucidi di fronte a determinate sequenze, mai così ben dirette e mai così ben interpretate. L’evolversi degli eventi, inoltre, procede con un ritmo cinematografico, permettendo all’opera di Square Enix di assomigliare a un immenso film da (circa) 50 ore. Ogni singolo personaggio, villain compresi, ha una sua ragion d’essere e spesso ci siamo trovati a empatizzare con alcuni di essi. Ma non è nulla in confronto a Clive Rosfield, che risulta a mani basse uno tra i migliori protagonisti dell’intera saga nipponica.

UN MONDO VIVO E SPESSO LINEARE

A fare da ponte tra il comparto narrativo e quello ludico c’è Valisthea, un mondo vivo e denso di cose da fare. Final Fantasy XVI, infatti, non è un gioco suddiviso a livelli, come avrebbe potuto far intendere il costante parallelismo con Devil May Cry. Final Fantasy XVI è un gioco suddiviso in macro aree da esplorare, all’interno delle quali sono presenti avamposti, missioni secondarie ed ecosistemi differenti. Talvolta, quando la storia lo necessita, il gioco si concentra in alcuni livelli più lineari, che spesso conducono a boss da affrontare e a nuovi segmenti di trama. Il risultato finale è quindi un titolo estremamente in linea con i precedenti Final Fantasy. Molto più di quanto ci potessimo aspettare.

La cura rivolta nella creazione di Valisthea, inoltre, ha dell’incredibile. Il world building fatto su ogni oggetto, animale, fatto storico e affini può essere esplorato attraverso uno specifico NPC, che raccoglie tutte le informazioni delle quali siamo entrati in possesso. Affrontare nuove missioni, siano esse di caccia o di ricerca, contribuisce non solo a far salire il livello di Clive, ma anche una specifica barra di comprensione del mondo. Ecco che anche le missioni più banali o meno interessanti risultano comunque utili, contribuendo a dar vita a un titolo indimenticabile.

FINAL FANTASY MAY CRY

Il fulcro delle numerose scene d’azione che popolano l’intera avventura è proprio il combat system. In Final Fantasy XVI ci troveremo a interpretare Clive, un guerriero dotato inizialmente di abilità basilari e benedetto dall’Eikon della Fenice. Se nelle prime ore di gioco gli scontri sembrano ripetitivi è solamente perché gli sviluppatori hanno voluto dare al giocatore la possibilità di apprendere le basi degli scontri. Una scelta sensata e addirittura necessaria, prima di gettarli nel bel mezzo della battaglia. Eikon dopo Eikon, Clive diventa quindi sempre più potente, guadagnando una grande quantità di mosse differenti e trovandosi costretto a “equipaggiare” solamente tre tipologie di poteri alla volta.

Non vogliamo ora entrare nel dettaglio dei vari Eikon per fare in modo di lasciarvi l’effetto sorpresa, ma sappiate che Ryota Suzuki ha trovato un modo per differenziare tutti i poteri e per creare diverse sinergie tra di essi. Passare da una tipologia di attacco all’altra, concatenando le varie mosse, diventa quindi una sorta di danza dal ritmo differente in base all’Eikon equipaggiato. Nel corso delle nostre decine di ore abbiamo trovato una tripletta di poteri che abbiamo preferito ad altri. Ammettiamo però di aver ancora voglia di sperimentare durante le numerose attività dell’endgame. Questo perché, una volta finita l’avventura principale, si è solo all’inizio del potenziale offerto da Final Fantasy XVI.

L’ENDGAME

In Final Fantasy XVI non solo potremo accedere a una particolare zona del nostro avamposto dove affrontare nuovamente le missioni più narrative, ma potremo avere costantemente accesso alla modalità “Arcade”. Nella modalità Arcade ci troveremo a ripetere le missioni, ricevendo però un punteggio al termine di esse. Questo trasforma la nuova creatura prodotta da Naoki Yoshida in un vero e proprio stylish action, ma senza danneggiare (o demoralizzare) tutti coloro che alla prima run vogliono godersi l’avventura come il più classico dei Final Fantasy, focalizzandosi sulla storia.

Una volta terminata la campagna, si avrà quindi accesso alla modalità “Nuova Partita+”, con due nuovi livelli di difficoltà. La difficoltà “Final Fantasy” cambia sostanzialmente le carte in tavola. Pur mantenendo le statistiche del giocatore, affrontare di nuovo l’intero gioco non sarà una passeggiata. Si incontreranno nuovi nemici, qui più potenti che mai, e si potrà potenziare ulteriormente il proprio equipaggiamento, raggiungere il livello 100 e persino forgiare le armi definitive dell’avventura. La difficoltà “Ultimaniac”, legata a stretto nodo con la modalità Arcade, punta invece a stressare anche il più abile giocatore di titoli action, risultando una vera prova da portare a termine. L’ennesima aggiunta interessante a un titolo già dal potenziale sconfinato.

LA MUSICA DEGLI DEI

Il colpo d’occhio, una volta avviato Final Fantasy XVI, è davvero impressionante. Ambienti, effetti particellari e personaggi appaiono realmente curati, dimostrando la piena potenza di PlayStation 5. Il discorso cambia sensibilmente quando si parla di NPC, delle interazioni con i vari personaggi in occasione delle missioni secondarie e di alcuni ambienti visivamente meno riusciti. In quel caso i dev non sono riusciti a nascondere la natura da JRPG tipica della serie, con modelli 3D rigidi, espressioni poco curate e, in generale, con una regia nettamente meno interessante. Nulla di devastante, ma è impossibile non confrontare questi momenti con la maestosità delle sezioni più narrative.

Sul comparto sonoro c’è veramente poco da dire. Masayoshi Soken si è nuovamente superato, dando vita ad alcune tra le tracce audio più belle mai sentite in un Final Fantasy e, azzardiamo, in un qualsiasi altro videogioco. Epicità, dramma, rock e talvolta elettronica si fondono insieme in un tripudio sonoro da lacrime agli occhi. Abbiamo dovuto appoggiare il pad in un paio di occasioni, perché troppo coinvolti emotivamente dal connubio audio e video messo in scena da Square Enix. A questo si aggiunge un doppiaggio sensazionale in inglese e, per la prima volta nella serie, un buon doppiaggio anche in italiano.

Per quanto riguarda bug di qualsiasi tipo, i dev hanno fatto un lavoro di fino come non si vedeva da tempo. Il gioco avrà una piccola patch al day-one, ma è risultato perfettamente funzionante dall’inizio alla fine. Un risultato davvero encomiabile, a dimostrazione della cura riposta dagli sviluppatori in questo grande titolo.

UN'OPERA IMMENSA

Final Fantasy XVI può tranquillamente essere definito un vero e proprio capolavoro. Certo, alcune missioni secondarie appaiono sottotono e il comparto grafico in alcuni momenti mostra il fianco, ma i pregi sono così travolgenti da spazzare via qualsiasi incertezza. Ricorderemo la storia di Clive per anni ed è bastato completare il gioco una sola volta per far entrare questo sedicesimo episodio nella nostra personale Top 3 dei più grandi Final Fantasy di tutti i tempi. Ci siamo emozionati come non ci accadeva da tempo, merito soprattutto di un combat system eccezionale e di un comparto sonoro da lacrime agli occhi.

Lo abbiamo già affermato in apertura di articolo: Final Fantasy XVI è il primo vero motivo per avere PlayStation 5. Un titolo che vale l’acquisto della console Sony e che speriamo possa far conoscere la bravura del team di Yoshida anche a tutti coloro che non si sono avvicinati al quattordicesimo episodio. Final Fantasy XVI è finalmente arrivato. Prendetene e godetene tutti. 

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