FIFA 22, divisivo ma sempre divertentissimo | Recensione
Meglio del predecessore, imperdibile per gli appassionati di calcio, FIFA 22 è il primo passo del brand nella next-gen
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Senza tirarla troppo per le lunghe, dal momento che non c’è nessun bisogno di dilungarsi eccessivamente su cosa offra la produzione del publisher americano, ormai di dominio pubblico e noto anche a chi non mastica più di tanto videogiochi e simulazioni sportive, quello impresso dagli sviluppatori nel gameplay della loro creatura è un discreto cambio di passo, una lieve deviazione che tuttavia ha costretto e costringerà gli affezionati a rivedere le proprie strategie e tattiche.
La proposta di Electronic Arts è per sommi capi simulativa, ma intimamente arcade come sempre, nonostante l’evidente, drastico e necessario (almeno secondo il parere del sottoscritto) ridimensionamento dei trick. Sebbene con Messi, Mbappé e compagnia bella sia ancora possibile imbambolare in solitaria l’intera linea difensiva avversaria, dribblare gli avversari è più difficile, così come esibirsi nelle evoluzioni stesse, attivabili con complesse combo di tasti e movimenti degli stick analogici.
Più che un anno fa è fondamentale coinvolgere l’intera squadra nella metà campo avversaria, centellinando i filtranti, sfruttando al meglio le linee di passaggio. Modulo e posizione sul campo dei singoli giocatori, cambia drasticamente andamento e ritmo della gara.
Peccato che l’I.A. dei compagni, in questo senso, non sia sempre reattiva e partecipe come sperato. In alcune occasioni, anche in fase difensiva, si lamenta la presenza di giocatori inutilmente immobili, reticenti nel farsi coinvolgere nel gioco. Si tratta, fortunatamente di casi relativamente rari, ma nel corso della partita è inevitabile lanciare qualche impropero nei confronti della CPU.
Purtroppo, sempre considerando l’intelligenza artificiale, non abbiamo notato chissà quali benefici apportati dall’HyperMotion, tecnologia che tra le altre cose, come vedremo a brevissimo, avrebbe dovuto donare agli avversari la capacità di imparare dai propri errori, anticipando le mosse dell’utente. Dopo aver collezionato diverse goleade, anche a livelli di difficoltà di tutto rispetto, possiamo concludere che questa feature fallisce ampiamente nel suo intento.
Laddove l’HyperMotion ci è sembrato molto più a suo agio, invece, è nella gestione delle animazioni dei calciatori, movenze finalmente credibili e realistiche anche in fase di contrasto, dove gli scorsi anni non era difficile essere testimoni di reazioni irreali e degne di un film a base di esorcismi. Soprattutto in fase difensiva è enormemente più semplice ostacolare l’avanzata e rubare palla, semplicemente osservando come e dove si sposta il baricentro di chi attacca.
Il generale, il ritmo d’azione, il pace per usare un termine molto utilizzato nel basket, è sensibilmente più basso rispetto a FIFA 21. Il gameplay risulta più strutturato, corposo, trasversale. Lo si nota soprattutto quando si affronta un esperto di calcio, non così abile con il pad: pur avendo vita difficile in una qualsiasi partita multiplayer o anche contro la CPU, leggendo bene ciò che accade sul campo troverà comunque il modo di rendersi pericoloso o di difendersi degnamente, sintomo proprio che certi eccessi arcade sono stati abbandonati.
"Ci sono tante piccole novità che rendono FIFA 22 ancora più completo dei predecessori"Per quanto riguarda le modalità di gioco, è inutile dilungarsi più di tanto. Ci sono tante piccole novità che rendono FIFA 22 ancora più completo dei predecessori. Nella modalità Carriera, per esempio, potrete prendere il controllo di un team creato da zero, scegliendone non solo la rosa, ma anche lo stadio, la maglia, i colori sociali. Il Pro Club, dal canto suo, ma in generale tutte le modalità che consentono di utilizzare in qualche modo i giocatori creati attraverso l’editor consentono finalmente di vestire i panni di una donna. Il FUT, modalità che è quasi un gioco a sé, si arricchisce ulteriormente di due feature ciascuna rivolta a neofiti e utenti navigati. Da una parte le Division Rivals veicolano un maggior senso di progressione, premiando sempre anche chi ha poco tempo da dedicare a FIFA 22, ma non vuole rinunciare del tutto ad un minimo di competitività una volta online. Dall’altra, proprio per titillare l’animo competitivo dei più bravi, è stata instituita una lega per soli pro, che potranno più facilmente confrontarsi con dei pari livello.
Anche il Volta ha beneficiato di alcune novità. L’introduzione di skill tree e abilità speciali donano un retrogusto ruolistico al tutto. La sezione Arcade, dal canto suo, introduce competizioni nel week-end incentrate su minigiochi come il Dodgeball, il Calcio Tennis, il Torello, il Dribbling veloce.
Sul fronte contenutistico insomma, a cui sommiamo poi tutte le squadre, gli atleti, ma anche le numerose canzoni su licenza, FIFA 22 è un autentico buco nero pronto a risucchiarvi, solo per sputarvi fuori in tempo per l’acquisto del prossimo capitolo del franchise.
Graficamente, se abbiamo già applaudito alla cura riposta nelle animazioni, non ci sentiamo di spenderci in grandi lodi considerando l’aspetto estetico nella sua globalità. Tanto per cominciare, anche quest’anno non si è palesato il tanto desirato scarto con le edizioni rivolte a PlayStation 4 e Xbox One. In seconda analisi, durante le nostre innumerevoli partite su Xbox Series X siamo stati testimoni di diversi rallentamenti, molti dei quali davvero inspiegabili.
FIFA 22 è il primo tentativo del brand di cambiare direzione. Dopo aver ceduto fin troppo all’arcade, questo capitolo segna un timido cambio di rotta. Grazie ad un gameplay più stratificato, un ritmo d’azione lievemente minore, alle ottime animazioni degli atleti e al ridimensionamento dei trick, si può vincere anche puntando più sulla strategia, che sulla pura e semplice abilità.
Permangono le titubanze di un’I.A. non sempre all’altezza della situazione, così come certe situazioni di gioco particolarmente efficaci a causa di punti deboli comuni a tutti i portieri (spoiler: i tiri da fuori area), ma in generale si apprezza il desiderio degli sviluppatori di fornire agli utenti un FIFA più simulativo che in passato.
Grafica a parte, dove si sarebbe potuto fare di più, anche questo capitolo è comunque pronto a sommergere l’appassionato di turno con una quantità disorientante di contenuti. Tra modalità e opzioni tra i menù, avrete carne per i vostri denti. Meglio di FIFA 21, imperdibile per gli appassionati di calcio, anche se c’è ancora molto da fare prima di poter dare davvero il benvenuto al brand nella next-gen.