FIFA 19, tanto tiki taka, qualche traversa, una marea di gol – Recensione
L’enciclopedia universale del calcio: la recensione di FIFA 19
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
È difficile descrivere FIFA 19 in ogni suo ambito, in ogni suo più piccolo dettaglio, senza correre il rischio di risultare prolissi, ripetitivi, ridondanti. Edizione dopo edizione, miglioria dopo miglioria, i ragazzi di EA Vancouver hanno operato per somma, raffinando progressivamente il gameplay, ingigantendo l’offerta contenutistica della loro portentosa creatura che, ormai da diverse stagioni, (stra)vince, almeno sulla carta, lo scontro diretto con l’illustre saga di Konami, l’indimenticato PES che secoli fa era l’incontrastato campione del genere.
[caption id="attachment_190147" align="aligncenter" width="1000"] La telecronaca sembra aver fatto qualche passo indietro. Spesso e volentieri i cronisti, sempre il duo composto da Stefano Nava e Pierluigi Pardo, si contraddicono nel giro di pochi secondi[/caption]
FIFA, semmai, è ormai diventato un mostro (sacro) che rischia di fagocitarsi da solo, quasi costretto a mortificarsi, solo parzialmente, pur di ammaliare e divertire il suo target di riferimento, pubblico pagante tra le cui fila si annoverano sempre più Youtuber e comuni giocatori, spesso occasionali, che vogliono puro e semplice intrattenimento. Per creare un’immagine mentale efficace, certamente un po’ forte ed eccessiva, vi basti immaginare questa iterazione come il poderoso e fiero orso di un circo, costretto ad indossare cappellini buffi e tutù per sollazzare i più giovani."FIFA 19 si candida al ruolo di enciclopedia universale del calcio, un gioco che riesce a mettere d’accordo un po’ tutti, nonostante chiunque possa evidenziare qualche, minuscola, défaillance"
Piovono i gol da distanza siderale, le scorribande sulla fascia si sprecano, gli scambi di passaggi fulminei sono all’ordine del giorno, le rovesciate non si contano sulle dita di una mano, colpire il palo o la traversa, in certe fasi del match, è persino più facile che metterla dentro. Non è (l’ennesima) trasposizione videoludica di Holly & Benji, ma l’iperbole rende chiaro l’allontanamento della saga dalle ambizioni puramente e strettamente simulative, nel tentativo di abbracciare un pubblico più ampio, composto sia da chi cerca divertimento immediato, sia da chi, appunto, nutre da sempre aspirazioni competitive di un certo peso.
Ecco dunque che FIFA 19 si candida al ruolo di enciclopedia universale del calcio, un gioco che riesce a mettere d’accordo un po’ tutti, nonostante chiunque possa evidenziare qualche, minuscola, défaillance.
La palla, ad esempio, sembra fin troppo leggera, partner ideale, come dicevamo, per esibirsi in giocate spettacolari e per imbastire partite dai ritmi ben più che frizzanti. Anche la velocità di gioco, difatti, strizza l’occhio agli arcade, alla rapidità di riflessi richiesta da un qualsiasi deathmatch di Call of Duty. Eppure, allo stesso tempo, feature inedite come il Timed Finishing e le Tattiche Dinamiche, ennesima dimostrazione che l’estro creativo di EA Vancouver non si è ancora estinto, approfondiscono ulteriormente il gameplay, consegnando ulteriori armi tattiche al videogiocatore più smaliziato. Se il primo, grazie ad una doppia pressione del tasto adibito, permette di esibirsi in tiri potenti e precisi, ma solo se si impara ad avere tempismo, perché altrimenti i risultati possono essere davvero disastrosi, le Tattiche Dinamiche permettono di cambiare con un pulsante il modulo con cui mettere in difficoltà l’avversario, alternando, a seconda dell’andamento della gara, un atteggiamento più offensivo con il più classico dei catenacci all’italiana.
Non vanno poi dimenticati i set di animazioni parzialmente rinnovati, volti a rendere la simulazione più realistica sia sul piano estetico, sia su quello ludico. Da questo punto di vista, certi siparietti grotteschi a cui abbiamo assistito soprattutto in FIFA 18 sono ormai un lontano ricordo. Capita ancora che qualche giocatore inciampi una volta di troppo sulle gambe di avversari e compagni, ma ora il motore fisico gestisce tutto al meglio, donando un feeling tremendamente concreto a certe giocate, agli stop di petto, ai repentini cambi di marcia.
[caption id="attachment_190149" align="aligncenter" width="1000"] Alcuni menù sono tutt’altro che intuitivi. Soprattutto i neofiti faticheranno inizialmente ad orientarsi tra le tante voci che compongono le varie schermate[/caption]
Questa tendenza ad assorbire il più ampio audience possibile, si riversa anche nella moltitudine di modalità che compongono il menù principale. Il Viaggio riconferma lo sperimentalismo di EA Vancouver, riproponendo la fortunata storia di Alex Hunter, giocatore di fantasia che prosegue la sua fortunata carriera in una terza stagione dove condividerà il palcoscenico con altri due atleti: il suo migliore amico e sua sorella, stuzzicante variazione sul tema che moltiplica la “quota rosa” di FIFA 19, già ravvisabile nella (pur scarna) selezione di team internazionali di calcio femminile.
Il plot, nonostante la rigida alternanza tra allenamenti e partite topiche, è avvincente al punto giusto e le tante scelte che potrete e dovrete intraprende nel corso “dell’avventura” influenzano effettivamente il proseguo delle carriere del trio.
Torna naturalmente l’apprezzatissimo Ultimate Team, quasi identico a sé stesso non fosse per l’introduzione delle Division Rivals, gironi che, in base alle vostre reali abilità con il pad, vi costringeranno a fronteggiarvi sin da subito con avversari all’altezza. Ovviamente non manca la Carriera che potrete vivere sia nei panni di Allenatore/GM, sia in quelli di un singolo calciatore creato tramite l’apposito editor.
Tra le altre voci, tuttavia, spicca l’esordiente Calcio d’Inizio, ulteriore polo d’attrazione del brand verso l’orbita degli arcade. Si tratta, in pratica, di partite rapide, da giocare soprattutto contro un altro utente, piuttosto che con la CPU, che cambiano e mescolano le normali regole del calcio. Tiri da Fuori, come lascia presupporre il nome, fa valere doppio i gol segnati tirando all’esterno dall’area di rigore. Colpi di Testa e Tiri al Volo prosegue sulla stessa filosofia di fondo. Niente Regole è il Destruction Derby in salsa FIFA, visto che non esistono falli, né fuorigioco. Sopravvivenza, forse il più interessante, prevede che chi segna debba rinunciare ad un giocatore sul campo, rendendo progressivamente più complessa sia la difesa, sia la costruzione offensiva.
[caption id="attachment_190148" align="aligncenter" width="1000"] La Champions League in salsa FIFA è assolutamente fedele alla sua controparte reale sia nei font utilizzati, che nello stile della regia digitale con cui sono dirette le scene d’intermezzo che introducono a ciascun match[/caption]
FIFA 19, che ovviamente non dimentica neanche di offrire un comparto tecnico all’altezza della situazione, che mostra lievemente il fianco solo nella misura in cui non tutti i calciatori sono riprodotti alla perfezione, è un titolo tanto ingordo, quanto generoso. Offre davvero di tutto, anche correndo il rischio di snaturarsi, di divenire la sua stessa negazione, permettendo all’acerrimo rivale, sempre PES, di fare breccia nei cuori dei puristi, di chi cerca un’azione più ragionata e corale.
Eppure è davvero difficile fare a meno, anche quest’anno, della proposta di EA Vancouver. Perché la palla volerà via con fin troppa facilità, ma restare incastrati nel vortice di modalità offerte e partite dai ritmi sostenuti è davvero un attimo. FIFA 19 sarà anche un pizzico più rozzo di alcune passate iterazioni, ma è certamente più completo e, anche per questo, ideale per qualsiasi tipo di videogiocatore.
E poi, c’è anche la Champions League.