FIFA 17, la recensione

Altro anno, altra conferma, FIFA 17 ribadisce l'eccellenza del calcio secondo EA Canada: la nostra recensione

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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E' francamente difficile trovare problematiche rilevanti nella simulazione calcistica che risponde al nome di FIFA 17. Nonostante il fiato sul collo di Konami, che quest'anno è riuscita a confezionare una produzione di qualità, il calcio made in Canada rimane avanti alla concorrente, smentendo anche quella vulgata ormai strabusata e diffusasi in maniera troppo leggera, secondo la quale PES Team fa bene la sostanza, EA Canada il contorno. Nemmeno per idea: la solidità dello sportivo pubblicato da Electronic Arts è totale ed assoluta, andando a rappresentare per quest'anno il meglio del calcio videoludico.

L'approccio allo sport più diffuso al mondo di EA Canada è più leggero rispetto ai rivali giapponesi, nel senso che si ha l'impressione che tutto riesca meglio, sia per una certa maggiore reattività dei giocatori che, più in generale, per una fisica meno opprimente. Quel tocco di arcade che in Pro Evolution Soccer 2017 si rintraccia in ritmi sostenuti qui lo si trova nella facilità di esecuzione. Anche al netto di ciò però l'esperienza ludica fornita da FIFA 17 è assolutamente improntata al realismo: ci se ne accorge soprattutto quando si alza la palla, quando si è chiamati insomma a fare qualcosa di più rispetto al fare girare la sfera, oppure nelle conclusioni dalla distanza, che è quasi impossibile tirare fuori dal cilindro, vanno adeguatamente preparate.

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Tutto l'impianto ludico di FIFA 17 è quindi incentrato verso un divertimento facile ma concreto, che per molti versi è più facile da assimilare rispetto a quello del concorrente diretto, perché il gioco funziona bene, benissimo, quando deve assecondare il giocatore nelle sue sortite. E' l'applicazione di una intelligenza artificiale pregevole e convincente, che stimola il calciatore non controllato da chi ha il pad in mano ad usare gli spazi, sovrapporsi, cercare tagli: un qualcosa che avviene anche in Pro Evolution Soccer 2017, ma che qui risulta estremamente naturale ed immediato, come a leggere quello che il giocatore ha in mente di imbastire. Ne viene fuori un gioco che dà grandissime soddisfazioni a chi cerca continuamente fiammate intelligenti, azioni offensive che vadano a ribaltare gli equilibri del gioco: particolare successo trova il contropiede, che con un po' di pratica si riesce a trasformare in un'arma devastante, forse anche troppo.

Nella ricerca di soluzioni alternative con le quali impreziosire il sistema di gioco, in maniera anche da denotarlo come tipico della saga, EA Canada, che da tempo sperimenta in merito, propone ancora una sua particolare ed opzionale interpretazione della fase difensiva, più attendista, ma che difficilmente riesce a soddisfare, lasciando quindi ancora parzialmente irrisolto il grande difetto delle simulazioni calcistiche tutte, ovvero la fase difensiva. Meglio optare quindi per la soluzione classica fatta di pressing e raddoppio, molto più efficace ai livelli di difficoltà più impegnativi. E' l'unico nodo ancora da risolvere di un modello per tutto il resto inattaccabile.

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Non potendo contare sulle licenze delle competizioni continentali FIFA 17 offre una serie di modalità di gioco classiche e personalizzabili, insieme all'ormai FIFA Ultimate Team, nel quale costruire la propria squadra dei sogni, ottenendo o acquistando pacchetti di giocatori, consumabili o quant'altro. La modalità che più stuzzica è però un'altra, Il Viaggio, ed il viaggio è quello di Alex Hunter, un campioncino in erba del quale il giocatore seguirà il percorso. Non c'è nulla di particolarmente originale, non nella trama (classico: famiglia più o meno problematica, ragazzino che vive di pallone, amichetto che diventa odioso rivale) né nelle dinamiche, visto che a parte plasmare il carattere del ragazzo, tramite le risposte che dà in determinate situazione, c'è poco da fare, eppure funziona, riesce davvero a far appassionare alla storia di Alex, alle sue vittorie e sconfitte, per quanto alcune situazioni siano prevedibilmente stereotipate. Piace, Il Viaggio, anche per il cast di contorno, composto da personaggi ben scritti e, nel loro piccolo, memorabili. E' per merito suo che FIFA 17 riesce a rimanere nella testa ed un po' nel cuore del giocatore, come produzioni di altri generi, ma in maniera totalmente nuova per una simulazione calcistica, nonostante alcuni difetti non da poco: perché dopo un allenamento mediocre la considerazione dell'allenatore nei confronti di Hunter scende moltissimo quando magari ha realizzato una tripletta nella partita precedente?

"Tutto l'impianto ludico di FIFA 17 è incentrato verso un divertimento facile ma concreto"

La credibilità dell'esperienza calcistica di EA Canada è ribadita fortemente da un aspetto sul quale surclassa la concorrenza: quello delle licenze. E' inutile avere le licenze delle competizioni se poi mancano quelle delle squadre, afferma con sicurezza il gioco, e ha ragione, perché non soffre di tutte quelle lacune che Pro Evolution Soccer 2017 ha in tal ambito, non è un aspetto del quale preoccuparsi insomma. Anche il comparto grafico e quello sonoro contribuiscono alla solidità dell'esperienza, certo, il Frostbite non tira fuori quei volti incredibili che esibisce il Fox Engine, ma per tutto il resto lavora benissimo, soprattutto per quanto riguarda le animazioni: in generale poi il colpo d'occhio è più d'impatto. Ad accompagnare le fasi di gioco la telecronaca del duo Pierluigi Pardo/Stefano Nava, discretamente varia e per niente fastidiosa, ed applicata anche a Il Viaggio, con espressioni e frase apposite che rendono l'opzione ancora più immersiva.

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Si può discutere all'infinito sulle preferenze verso il gameplay di FIFA 17 o di Pro Evolution Soccer 2017, arrivando prevedibilmente alla solita conclusione (quello che diverte di più chi ha il pad in mano), ma nella solidità della produzione nel suo insieme l'opera di EA Canada ha un certo margine sulla rivale, che diventa particolarmente significativo se si tiene particolarmente alla fedeltà alla realtà. E poi c'è Il Viaggio, gradevole modalità già in questa sua prima incarnazione, ma che probabilmente ha seminato qualcosa di importante per il genere di appartenenza, vedremo nel futuro con quali frutti.

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