Fidanzata in affitto, la recensione

Quella cosa così rara come una commedia romantica basata sul sesso l'ha fatta Jannifer Lawrence, e Fidanzata in affitto è pure divertente!

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione del film con Jennifer Lawrence, Fidanzata in affitto, in uscita il 22 giugno al cinema

Sembrava impossibile un film così, una commedia centrata sul sesso (più raccontato, sperato, cercato e sublimato che fatto, ma questo è un classico), che abbia a che fare con l’eccitazione dei corpi, con qualche nudità e che metta in campo elementi eterni come la dialettica tra sentimento e attrazione. Tutta materia che una volta il cinema americano maneggiava con spregiudicatezza, divertimento, esaltazione (spesso anche sessismo) e sul cui terreno adorava esagerare. È più di un decennio che non avviene più e l’impressione è che ci voleva Jennifer Lawrence (non solo una star ma anche una personalità molto attiva sul fronte del femminismo) per benedire una simile operazione e fare da garante.

La storia è tutta su di lei una ragazza che in sé è un tipo eccezionale per il cinema, una sbandata di provincia con pochi soldi, nessuna famiglia alle spalle, un lavoretto appeso ad un filo e molte relazioni di sesso con uomini che non contano niente. Poca fiducia nei sentimenti, poca stima di sé, gran convinzione che un atteggiamento duro sia l’unico che paghi. Nel cercare annunci per macchine usate ne trova uno in cui un’auto è data gratis a patto di sverginare un ragazzo. Lo hanno messo i suoi genitori preoccupati del suo atteggiamento timido. Lei aderisce pensando ad un’impresa facile ma scoprirà che non lo è per niente, perché il problema non è la timidezza ma la ricerca di un sentimento da associare al sesso.

Già dalla prima scena è subito chiaro che Gene Stupinsky e John Phillips hanno una capacità di scrivere personaggi eccezionali, e che tutto il film sarà pieno di caratteri marginali o anche presenti per una scena sola, pieni di personalità. Come se ci fosse una vena creativa infinita, Una fidanzata in affitto è un pozzo di backstory per amici, conoscenti o passanti che hanno qualche battuta e vengono sempre contestualizzati, approfonditi e disegnati con precisione, anche con poche linee di dialogo. Questo anima la piccola comunità di mare in cui tutto è ambientato e la rende credibile come alcova nella quale la protagonista è intrappolata. Soprattutto dona un’anima al film in sé, che così non è più una commedia con una trama/canovaccio formulaica (che pure possiede) ma una trama/canovaccio formulaica inserita in un mondo vivo.

Accade così quindi che sia possibile vedere al cinema (!) una commedia sentimentale che fa molto ridere (originale questa cosa eh?!) e che non usa solo le battute come strategia per l’intrattenimento ma è capace di mettere in scena dettagli comici (la comparsa su un comodino di una foto di famiglia davanti ad un elicottero) o di creare associazioni esilaranti anche solo con uno stacco di montaggio su dei fucili all’interno di un furgone. Su tutto regna Jennifer Lawrence, brava con la commedia come sempre, meno compiaciuta rispetto ai film di David O’Russell e anzi molto più vicina a Charlize Theron come sottigliezza. Non c’è niente che non vada nei suoi tempi comici (una scena di rissa in spiaggia ne conferma la capacità di saper interpretare momenti comici che nessun’altra attrice ha mai interpretato, battendo da sé il proprio percorso), certo però quando un po’ di dramma si fa strada nella storia ci si ricorda subito che eccezionale temperamento drammatico possegga!

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