FFF 2017 - The Dragon Dentist, la recensione

Al Future Film Festival 2017 abbiamo visto The Dragon Dentist, miniserie animata realizzata dallo Studio Khara

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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The Dragon DentistLa scorsa settimana, a Napoli Comicon, Dynit ha annunciato che porterà in Italia The Dragon Dentist, miniserie animata che abbiamo potuto vedere proprio ieri al Future Film Festival 2017. L'origine di questo anime è piuttosto bizzarra e risale al 2014, quando Hideaki Anno (Il mistero della pietra azzurra, Neon Genesis Evangelion) istituisce il Nihon Animator Mihon'ichi, progetto che si concretizza in una web-serie composta da cortometraggi realizzato dallo Studio Khara. Il primo di questi corti è proprio The Dragon Dentist, che ottiene apprezzamenti per il comparto visivo, ma anche diverse critiche relative ai troppi elementi della trama per soli 8 minuti di durata.

La soluzione: sviluppare la vicenda in un formato di maggior respiro, ovvero una serie televisiva composta da due episodi da 45 minuti. Difficile dunque considerarlo un vero e proprio prodotto seriale, dato che stiamo sostanzialmente parlando di un lungometraggio suddiviso in due parti, trasmesse in Giappone lo scorso febbraio. Dopo aver diretto il corto originale, il regista Kazuya Tsurumaki (FLCL, Rebuild of Evangelion) fa ritorno per occuparsi della versione estesa, garantendo così una coerenza stilistica.

La storia è ambientata nel Paese del Drago, nel bel mezzo di una guerra tra due nazioni confinanti, una delle quali è protetta da un gigantesco dragone che la sovrasta volando tra le nuvole. Nonoko fa parte della squadra di dentisti che protegge questo colossale guardiano eliminando la carie e i batteri che attaccano la sua dentatura, sotto forma di creature simili a demoni; quest'idea apparentemente balzana è in realtà rappresentata in modo convincente e riesce a caratterizzare rapidamente un mondo con una sua mitologia.

Quello che purtroppo genera confusione è l'inserimento di un paio di brevi scene con navi e aeroplani che sembrano provenire dalla nostra attualità e dall'inizio '900, mentre il resto della trama potrebbe benissimo avere luogo in un'ambientazione feudale, o comunque essere sospesa nel tempo; tali riferimenti generano un po' di caos a livello narrativo, anche se va detto che la loro rappresentazione è pregevole e ricca di dettagli. È risaputo che Anno e lo Studio Gainax fossero appassionati di navi corazzate, perciò non ci stupisce vedere nella sequenza iniziale proprio un'accurata battaglia navale.

Un giorno, Nonoko trova, sopra a un dente del drago, Ber, un giovane soldato dell'esercito rivale che è stato resuscitato da un fenomeno sovrannaturale; si prende cura del ragazzo e lo addestra per diventare un dentista di draghi, anche se il suo ruolo nel conflitto non si ridurrà soltanto a questo...

La caratterizzazione dei protagonisti è inizialmente accattivante, ma purtroppo nella seconda parte si affossa in categorie pre-esistenti; in particolare Ber ha una fase di insicurezza cronica fin troppo simile a quella di Shinji Hikari.

Purtroppo la trama non riesce a entusiasmare e a sviluppare appieno le sue potenzialità risolvendosi in modo lineare e senza troppi momenti memorabili, pur muovendosi all'interno di un universo narrativo ben costruito. Il rapporto tra i due protagonisti e le riflessioni spirituali su vita, morte e divinità sono un valido valore aggiunto, ma non riescono a risollevare un prodotto riuscito a metà, più convincente per il suo comparto tecnico che per quello narrativo; ed è un peccato, considerando che The Dragon Dentist è la prima grande produzione dello Studio Khara al di fuori del brand Evangelion, un banco di prova per quello che lo studio d'animazione farà in futuro, dopo essersi lasciato alle spalle il quarto capitolo della saga Rebuild.

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