FFF 2017 - Saving Sally, la recensione

Saving Sally è un film filippino indipendente particolarmente consigliato agli appassionati di fumetti

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


Condividi

Il Future Film Festival, come molte altre manifestazioni cinematografiche, ha il merito di affiancare anteprime in arrivo nelle sale dopo qualche mese a piccoli gioiellini indipendenti che probabilmente non troveranno mai una distribuzione. Saving Sally appartiene alla seconda categoria ed è un peccato che sui grandi schermi generalisti non si vedrà mai questa pellicola filippina, completata dopo dodici anni di lavorazione.

Stiamo parlando di un film che potrebbe essere considerato un perfetto "discepolo" di Scott Pilgrim vs. the World, se la produzione non fosse iniziata quasi in contemporanea alla pellicola di Edgar Wright. Come quel piccolo grande cult, anche qui siamo al cospetto di un prodotto che difficilmente potrebbe imporsi sul grande pubblico, ma di certo avrebbe le carte in regola per conquistare uno specifico target di nicchia. 

Il sottotitolo A very typical love story non mente: la trama propone una commedia romantica che non sfigurerebbe in un film hollywoodiano o in uno shojo manga: Marty è un liceale preso di mira dai bulli della scuola che un giorno incontra Sally, una ragazza che si offre di aiutarlo a liberarsi dai suoi oppressori; inizia così un'amicizia che presto sfocia in un amore a senso unico, con il protagonista troppo timido per confessare i propri sentimenti. Proprio quando Marty decide di dichiararsi, Sally gli rivela entusiasta di aver trovato un ragazzo, dando vita alla più classica situazione di friendzone, in cui l'amico si ritrova addirittura a fare da messaggero tra i due e aiutare la coppia a incontrarsi, aggirando gli iper-protettivi genitori di lei.

Saving Sally
Ciò che rende accattivante un plot già visto sono i particolari, e in questo caso i numerosi riferimenti alla Nona Arte. Marty è un aspirante fumettista che realizza degli albetti autoprodotti, e uno dei punti di ritrovo dei suoi pomeriggi con Sally è proprio la fumetteria. Inizialmente sembra una contestualizzazione superficiale; finché viene mostrato il protagonista leggere Superman e Batman può sembrare uno sfruttamento dell'immaginario nerd divenuto di moda nell'ultimo decennio, ma in seguito vengono citati Chris Claremont, Blankets e Sock Monkey... e si capisce che la passione degli autori di Saving Sally per i fumetti è sincera.

La vena artistica di Marty si riflette anche nella sua visione del mondo, con la scuola e le strade della sua città popolate di bizzarre creature, personaggi inseriti tramite l'animazione tradizionale. I genitori di Sally non le permettono di uscire e il padre è violento con lei? Ecco che la sua casa ci appare come un inquietante castello. Il ragazzo di Sally è una testa di c...? Be', non è solo una metafora: lo diventa anche visivamente.

Tutte le ambientazioni del film sono ricreate attraverso l'utilizzo del green screen, con una resa che ricorda altri titoli realizzati con questa tecnica, come Sky Captain and the World of Tomorrow o Mirrormask; qui il risultato finale non è altrettanto efficace, le inquadrature sono quasi sempre frontali e per limiti di budget troviamo meno virtuosismi, ma di certo si apprezzano la fantasia e la creatività messi in campo per sopperire alle difficoltà di una produzione indipendente.

Saving Sally

La recitazione è convincente; non è facile rendere credibile situazioni tanto bizzarre, ma il livello attoriale è sopra la media rispetto a tante altre pellicole conterranee. In particolare Rhian Ramos spicca sul resto del cast interpretando la protagonista femminile in modo memorabile: difficile non innamorarsi di Sally, delle sue stramberie, delle invenzioni che costruisce nel tempo libero, e non soffrire con lei per la sua infelice situazione familiare. La trama non scade mai nel melodrammatico, ma anzi i protagonisti sfuggono da qualsiasi tipo di esasperazione, rifugiandosi piuttosto negli eccessi dell'ambientazione e del contesto sopra le righe, una colorata metafora degli eventi reali.

Alla trama principale si affianca la carriera di Marty, che attira l'attenzione di un editore disposto a pubblicare un suo fumetto. La storia proposta rispecchierà le sue disavventure sentimentali, una scelta non particolarmente originale ma comunque efficace; in generale tutta la trama non riserva particolari sorprese, ma ciò che affascina è lo svolgimento e l'approccio con cui è stato completato questo adorabile film indipendente. Va reso onore al regista esordiente Avid Liongoren di aver sfruttato al meglio i mezzi a disposizione, dimostrando così il suo talento nel mettere in scena una storia semplice quanto incantevole.

Continua a leggere su BadTaste