FFF 2017 - Ethel & Ernest, la recensione
Al Future Film Festival 2017 abbiamo visto Ethel & Ernest, incantevole film d'animazione basato sull'omonimo fumetto di Raymond Briggs
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Il fumetto, come racconta lo stesso autore in un breve video all'inizio del film, è nato dal desiderio di raccontare la storia dei suoi genitori: una coppia come tante altre, la cui storia non offre momenti sensazionali, ma "solo" le fasi della vita e le emozioni che la maggior parte delle persone si trovano ad affrontare. I due protagonisti appartengono alla working class londinese, si conoscono nel 1920 e muoiono nel 1971; lei fa la casalinga, lui consegna latte a domicilio, mentre sullo sfondo avvengono alcuni eventi cruciali del XX Secolo.
Non si pensi però che il racconto della vita della coppia sia un pretesto per mostrare la Storia; al contrario, capiamo molto dei personaggi osservando l'ingenuità con cui Ethel si spaventa per il primo trillo del telefono installato in casa, o come Ernest commenta le notizie sui quotidiani. Parallelamente i due protagonisti acquistano spessore e ci viene tratteggiata un'epoca attraverso le reazioni all'evoluzione della società o ai progressi tecnologici che ormai noi diamo per scontati.
Questo racconto dello scorrere del tempo avviene con un'estetica che raffina molto i disegni originali di Briggs. Roger Mainwood, qui al suo esordio come regista cinematografico, ha già lavorato in passato come animatore a tutti gli adattamenti televisivi del fumettista e ha chiaramente sviluppato una sensibilità che riesce a rispettarne lo stile evolvendolo per un altro medium. Il cinema inglese ha scoperto che l'animazione può offrire anche prodotti delicati e rivolti a un target adulto, un sentiero già percorso regolarmente sul mercato nipponico. Non ci stupirebbe vedere Ethel & Ernest candidato all'Oscar come Miglior Film d'animazione l'anno prossimo, e, anche se ci sembra poco probabile, una vittoria sarebbe di certo meritata.