FFF 2017 - Ethel & Ernest, la recensione

Al Future Film Festival 2017 abbiamo visto Ethel & Ernest, incantevole film d'animazione basato sull'omonimo fumetto di Raymond Briggs

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Ethel e Ernest posterDifficile trovare qualche occhio asciutto in sala, al termine della proiezione di Ethel & Ernest al Future Film Festival 2017. Il film d'animazione è tratto dall'omonimo fumetto scritto da Raymond Briggs (Il pupazzo di neve, Quando soffia il vento) autore inglese adorato in patria, ma di certo non altrettanto conosciuto nel nostro Paese. È stato il primo artista a essere inserito nella British Comic Awards Hall of Fame e nel 1999, proprio con Ethel & Ernest, ha vinto il premio per il miglior libro illustrato ai British Book Awards.

Il fumetto, come racconta lo stesso autore in un breve video all'inizio del film, è nato dal desiderio di raccontare la storia dei suoi genitori: una coppia come tante altre, la cui storia non offre momenti sensazionali, ma "solo" le fasi della vita e le emozioni che la maggior parte delle persone si trovano ad affrontare. I due protagonisti appartengono alla working class londinese, si conoscono nel 1920 e muoiono nel 1971; lei fa la casalinga, lui consegna latte a domicilio, mentre sullo sfondo avvengono alcuni eventi cruciali del XX Secolo.

Inizialmente si teme che seguire l'esistenza di questa umile coppia possa annoiare, ma in poco tempo si rimane catturati da questa vicenda ordinaria raccontata attraverso un copione incantevole. Il contesto storico ci mostra attraverso gli occhi di Ethel ed Ernest la Grande Depressione, la Seconda Guerra Mondiale e, grazie alla collaborazione della BBC (co-produttrice del film), può vantare i reali estratti radiofonici o televisivi di momenti chiave come l'annuncio dell'entrata in guerra dell'Inghilterra o il primo allunaggio; un meccanismo per certi versi simile a quello di Forrest Gump, anche se i due protagonisti non si trovano mai a vivere in prima persona questi eventi, ma in molte occasioni la ripercussioni sconvolgono ugualmente le loro vite.

Non si pensi però che il racconto della vita della coppia sia un pretesto per mostrare la Storia; al contrario, capiamo molto dei personaggi osservando l'ingenuità con cui Ethel si spaventa per il primo trillo del telefono installato in casa, o come Ernest commenta le notizie sui quotidiani. Parallelamente i due protagonisti acquistano spessore e ci viene tratteggiata un'epoca attraverso le reazioni all'evoluzione della società o ai progressi tecnologici che ormai noi diamo per scontati.

Dal cortese corteggiamento fino alla vita da pensionati, seguiamo la coppia attraverso i decenni; inevitabilmente la figura del figlio Raymond assume una grande importanza, mostrando come i due reagiscano alla sua vita scolastica, alla decisione di dedicarsi a una carriera artistica e alla presentazione della sua futura moglie. Uno dei grandi pregi del film è l'eleganza con cui vengono rappresentati usi e costumi della classe operaia britannica, e come la sceneggiatura riesca a farci affezionare ai protagonisti limitandosi quasi a una cronaca dei fatti, evitando di calcare la mano per sfociare nel melodramma. Quasi non ci sono sorprese, sappiamo come si sono evoluti gli eventi storici e quali sono le fasi di un'esistenza umana, ma nonostante questo è difficile non rimanere catturati dall'accorata biografia dei genitori dell'autore.

Questo racconto dello scorrere del tempo avviene con un'estetica che raffina molto i disegni originali di Briggs. Roger Mainwood, qui al suo esordio come regista cinematografico, ha già lavorato in passato come animatore a tutti gli adattamenti televisivi del fumettista e ha chiaramente sviluppato una sensibilità che riesce a rispettarne lo stile evolvendolo per un altro medium. Il cinema inglese ha scoperto che l'animazione può offrire anche prodotti delicati e rivolti a un target adulto, un sentiero già percorso regolarmente sul mercato nipponico. Non ci stupirebbe vedere Ethel & Ernest candidato all'Oscar come Miglior Film d'animazione l'anno prossimo, e, anche se ci sembra poco probabile, una vittoria sarebbe di certo meritata.

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