Feud 1x07, "Abandoned!": la recensione
Nel penultimo episodio della prima stagione, Feud testimonia la deriva della carriera di Joan Crawford, vittima delle proprie stesse vendette
Bellezza, talento, non bastano a una donna. Nulla è mai abbastanza, quando nasci coi cromosomi sbagliati, quando appartieni a quel sesso debole da nessuno davvero considerato, eppure da chiunque bersagliato. Bette e Joan s'invidiano reciprocamente virtù che, per l'una come per l'altra, non riescono a lenire le loro insicurezze. Le carenze avvertite in campo estetico e attoriale le pongono l'una contro l'altra in una battaglia per la supremazia che, ai nostri occhi può apparire inspiegabile, non fosse altro perché entrambe, a dispetto dell'immagine che gli studios ne avevano creato, brillavano sia per fascino che bravura.
In fondo, ciò che Abandoned! si propone di raccontare è come la rovina di una donna, Joan Crawford, sia figlia dei suoi radicati complessi, germogliati in un sistema marcio in cui, superata una soglia d'età, la battaglia per la sopravvivenza diviene impietosa e a tratti malvagia. Come afferma Olivia De Havilland nella splendida chiusura di puntata, ciò che distrusse la carriera di Joan fu il tempo, null'altro. Nel suo ricco affresco biografico, Ryan Murphy sembra voler sdoganare a ragione il ripugnante cliché che mandò alla deriva la vita di un'artista, affermando con il coraggio di chi sa di combattere una guerra sacrosanta che sì, a Hollywood - e nella nuova Hollywood che è il mondo della sua televisione - c'è molto, moltissimo spazio per il talento, a qualsiasi fascia anagrafica o sesso appartenga. È il più grande e importante messaggio che Feud potesse sperare di dare, e qualsiasi sia la sua conclusione la prossima settimana, sappiamo che il suo memento sul rischio di armarsi contro il nemico sbagliato, sulle insidie di scegliere la rivalità piuttosto che la solidarietà, ci mancherà molto.