Femmine contro maschi - la recensione

Dopo il primo capitolo, proseguono i conflitti e le discussioni tra uomini e donne. Purtroppo, il film di Brizzi è privo di energia e inferiore al predecessore...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Femmine contro maschi
RegiaFausto Brizzi
Cast
Claudio Bisio, Nancy Brilli, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Francesca Inaudi, Luciana Littizzetto,

Uscita04-02-2011 

C'era molta curiosità intorno a questo secondo capitolo della saga di genere (è proprio il caso di dirlo) lanciata da Fausto Brizzi con Maschi contro femmine. Avrebbe funzionato? Visti i risultati, qualche dubbio sulla formula sorge spontaneo. La prima cosa che si nota è il livello bassissimo della sceneggiatura. Che, in sostanza, mette in fila una serie di scuse per creare degli equivoci e delle difficoltà viste e riviste mille volte.

Per esempio, c'è sempre la possibilità di far sbattere qualcuno contro un palo per suscitare due risate e magari farlo diventare vittima di un'amnesia, roba che neanche in un pessimo telefilm anni ottanta. O di citare la famosa lettere di Totò e Peppino, che va sempre bene per guadagnarsi qualche riga favorevole nelle recensioni per i riferimenti alla commedia classica italiana. Tanto, si potrà sempre passare per commedia garbata ed educata, anche se le uniche risate le provocano le parolacce. Comunque, il risultato è un moralismo fastidioso e degli happy end scontati, grande tallone d'achille del cinema italiano contemporaneo.

Peraltro, stupiscono anche i dialoghi, non solo meno frizzanti del solito, ma anche più falsi. Brizzi conferma di essere un regista che gioca sempre sul popolare più spinto, che si tratti di partite di calcio o della copertina di Abbey Road dei Beatles. Ma qui non convince, come se fosse il primo a credere poco in quello che fa e nelle parole che mette in bocca ai suoi personaggi.

Peraltro, all'inizio sembra che ci sia voglia di parlare dell'Italia, dei costumi e dell'ipocrisia dei nostri connazionali. Ma ovviamente lo si fa con il solito buonismo all'acqua di rose, che alla fine non ha nessuna voglia neanche di graffiare in maniera efficace. Infatti, i tentativi di andare oltre qualche semplice battuta vengono abbandonati praticamente subito, a dimostrare che non ci si crede molto.

Non va molto meglio col cast. Ficarra e Picone sono forse il duo comico più sopravvalutato del nostro Paese. Hanno un ritmo moscio, battutine da cabaret e in due fanno mezzo attore decente. Insomma, la versione moderna (e appena più presentabile) dei Fichi d'India. Ma non e' che gli altri siano tanto meglio, a eccezione forse di Bisio e della Littizzetto, comunque non straordinari.

Insomma, siamo tornati un passo indietro rispetto al primo capitolo, che pur con tutti i suoi difetti aveva un'energia decisamente maggiore e almeno una storia notevole. Almeno, questa operazione originale permette a Brizzi e soci di ritrovare la sua indipendenza, chiudendo un contratto che ormai iniziava a stargli stretto. Forse, più che analizzare il film dal punto di vista artistico, bisogna tenere in considerazione questo aspetto.

Insomma, con una battuta si potrebbe dire che Femmine contro maschi è il Cars di Fausto Brizzi. Il problema è capire quali siano stati i suoi Toy Story 2 e Up...

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