Fear the Walking Dead, 3x07/08 "The Unveiling", "Children of Wrath": la recensione

Ecco la nostra recensione del doppio mid-season finale della terza stagione di Fear the Walking Dead, spin-off di The Walking Dead

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Spoiler Alert
A Madison non interessa stare dalla parte giusta, lei preferisce pensare al ranch come ad un posto isolato e recintato per poter ricominciare a vivere una vita semi normale insieme ai suoi figli. Questo è un po' il sunto del mid-season finale di Fear the Walking Dead, un doppio episodio che è riuscito in maniera ammirevole a chiudere un cerchio piuttosto ampio e che non immaginavamo potesse regalare così tante sorprese. Il ritorno preannunciato di Ofelia porta con sé elementi che ancora non erano stati affrontati e grazie a lei vengono a galla verità nascoste che attendevamo di conoscere da un po'. Non che non avessimo ancora chiara l'ideologia di pensiero di Jeremiah Otto, ma vedere rappresentato il suo gesto di odio e razzismo nei confronti di una donna in fin di vita nel mezzo del deserto solo perché ispanica dà una definizione piuttosto specifica del suo pensiero. Jeremiah è un uomo pieno di contraddizioni e la sua rabbia, le sue tradizioni e in modo particolare il suo orgoglio lo rendono cieco di fronte ad una guerra che in un modo o nell'altro è destinato a perdere. La sceneggiatura di questi due episodi funziona molto bene specialmente perché senza troppa confusione viene spiegato nel dettaglio tutto quello che c'è da sapere per andare avanti e tutto ciò che non viene detto in maniera esplicita lo si intuisce attraverso le azioni dei personaggi. Anche il personaggio di Walker rappresenta uno stereotipo e proprio come Jeremiah si muove su binari che lo spettatore conosce molto bene. C'è una frase che Jeremiah dice ad Ofelia nel preciso istante in cui la incontra nel mezzo del deserto: "Benvenuta in America". Un'esclamazione che traduce con freddezza il carattere di un uomo e di conseguenza spiega le ragioni dietro una disputa che va avanti ormai da anni: una guerra atroce e fondata principalmente sul razzismo e sul senso di oppressione nei confronti dei più deboli. Fear the Walking Dead sta raccontando la storia di un gruppo di indiani che approfitta dell'assenza di un vero e proprio sistema giuridico per riprendersi ciò che li spetterebbe. L'unico giudice in tutta questa vicenda è proprio Madison, la quale continua a muoversi come una trottola su entrambi i fronti in balia dei suoi sentimenti contrastanti, il più delle volte sbagliando ma al contempo dimostrando una tenacia e una forza fisica e d'animo che farebbe rabbrividire anche Negan.

Da notare l'evoluzione del personaggio di Jake, coerente e ammirabile sotto diversi punti di vista. Il ragazzo è guidato dalla voglia di risolvere quella serie di errori compiuti da suo padre e, conscio dei sbagli di quest'ultimo, arriverà a rischiare anche la sua stessa vita pur di non perdere quel briciolo di speranza. Alicia capisce solo alla fine della corsa che sua madre e Nick le stavano nascondendo il fatto che fosse stato Troy ad uccidere la famiglia dei Trimbol. La dimostrazione che mai come prima d'ora ogni azione commessa dalla famiglia Otto o dai Clarke sia stata fatta per errore o per impulsività; ognuno di loro si muove confuso all'interno di un territorio ormai diviso in due e retto solo da quelle contraddizioni che potevano avere valore prima dell'apocalisse. Il destino di Jeremiah Otto è sempre stato segnato ma è oneroso ammettere che la gestione di questa prima parte di stagione sia andata meglio del previsto. Personaggi più interessanti, alleanze più coinvolgenti e situazioni più realistiche del solito hanno giovato ad una serie che sin dal suo primo episodio ha più volte rischiato di perdersi in cliché e in situazioni ridondanti. Anche Nick per esempio ha avuto modo di crescere e gli autori hanno scelto di usare lui come la figura che più si sarebbe avvicinata a Otto e infine come l'unico in grado di ucciderlo. Il passato ritorna ancora una volta e questo è ciò che separa maggiormente Fear the Walking Dead dalla serie madre. Nonostante la crudeltà di alcune azioni commesse da Madison, il personaggio di questa donna si riprende la sua umanità cercando di far comprendere ai figli il peso delle scelte più difficili. Nel frattempo chi sta ancora affrontando le conseguenze di tutte quelle azioni sbagliate commesse in passato quello è proprio Victor Strand, l'unico personaggio che non ha avuto modo di raccontare qualcosa di nuovo in questa terza stagione. Troppo isolamento non ha giovato e a quanto pare la mancanza di elementi intriganti dietro alla sua storyline non ha fatto altro che condurre lo spettatore a perdere l'interesse nei suoi confronti. E questo è un peccato visto quanto abbia funzionato il resto; sicuramente nella seconda parte della terza stagione avrà modo di riunirsi con la famiglia Clarke o addirittura con dei nuovi personaggi, quello che è certo è che la guerra tra lui e Salazar non si è ancora conclusa.

Per confrontarvi con altri appassionati della saga, vi segnaliamo la pagina Fear the Walking Dead

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