Fear the Walking Dead 1x01, "Pilot" - la recensione

Il primo episodio di Fear the Walking Dead non sembra convincere in termini di originalità. La nostra recensione

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Ieri sera è andato in onda negli Stati Uniti il pilot di Fear the Walking Dead, inevitabile spin-off di The Walking Dead.

Basta campagne, basta distese di terra e capannoni immensi, basta cicale e soprattutto basta alla fotografia calda della serie originale. Siamo nel mezzo del grigio, degli elicotteri di Los Angeles, delle strade trafficate, dei posti abbandonati, delle palme e delle spiagge contornate dalle scritte sui muri dei sobborghi. L'atmosfera caotica attrae per certi versi e disturba per altri, almeno in questo primo episodio, la presenza degli erranti è solo leggermente introdotta e nel momento in cui vediamo uno di loro notiamo che la struttura ossea e quindi quella degenerativa della malattia è solo al primo stadio. In poche parole i crani degli erranti sono ancora intatti e non sfracellati come in The Walking Dead. Almeno per il momento.

In questo primo episodio ci viene mostrata la famiglia di Madison Clark (Kim Dickens), una consulente scolastica scaltra e apparentemente molto cinica. Immediatamente conosciamo suo figlio Nick (Frank Dillane), un tossicodipendente a cui vengono affidati i primi minuti del prologo, alquanto banale e privo di suspense. Successivamente incontriamo la figlia Alicia (Alycia Debnam-Carey), una ragazza brillante ma ribelle, tratti caratteriali sin dal primo momento fastidiosi e prevedibili. Infine c'è Travis (Cliff Curtis), compagno di Madison, il quale cerca di fare di tutto per farsi accettare dai figli di lei. Allo stesso tempo viene solo accennata una piccola introduzione con l'ex famiglia di lui e il rapporto contrastante con il figlio avuto con la sua ex moglie. Anche a raccontarli questi personaggi paiono presi da una soap opera americana.

La premessa, dunque, è priva di innovazioni e ricca di cliché. Ma non è l'unico problema di questo primo episodio, il quale si mostra sin da subito preoccupante a causa del ritmo. Pur essendo molto banale il contesto famigliare che ci viene mostrato, è curioso vedere come i personaggi interagiscano l'uno con l'altro, purtroppo però anche la caratterizzazione appare forzata e frettolosa. Per i primi quaranta minuti assistiamo ad una dramma famigliare troppo carico di informazioni, che avremmo preferito veder distribuite nel corso dei prossimi episodi.

Anche qui, come nella serie originale, si nota un'insistenza nel tentativo di indagare la psicologia dei personaggi con dialoghi e azioni a discapito dello splatter. La cosa che sembrava interessante dell'idea alla base di Fear the Walking Dead è il fatto che potesse rappresentare un prologo pre-epidemia o, comunque, che non vi fosse stato ancora il culmine dell'apocalisse. Mentre invece l'attesa troppo rimandata dello scoppio dell'epidemia, in questo primo episodio, assopisce lo spettatore che è in attesa di qualcosa di realmente invitante.

La popolazione di Los Angeles e presumibilmente quella del mondo intero non conosce affatto l'esistenza del virus, e l'unica spiegazione che si dà ad alcuni eventi terrificanti nel corso dell'episodio viene attribuita all'effetto della droga su alcune persone durante una sparatoria nel bel mezzo di un'autostrada. Quello della droga sembra essere lo spunto più innovativo dell'intera vicenda.

Come avevamo già letto dalle varie interviste rilasciate dai creatori della serie, questo spin-off non darà nessun tipo di spiegazione sulla causa del virus. La domanda sul perché dell'epidemia rimarrà quindi senza risposta. Un'altra cosa essenziale che poteva essere un punto a favore della serie è il CDC (Centro per la prevenzione del controllo della malattie), uno dei più grandi rimorsi di Kirkman, solamente accennato nell'ultimo episodio della prima stagione di The Walking Dead, in cui vedevamo il dottor Edwin Jenner dare realmente delle prime spiegazioni scientifiche sull'epidemia. Ma a quanto pare non è questo l'obiettivo degli autori. Continueremo quindi a vedere survival horror densi di conversazioni ridondanti e prolisse? Forse l'ennesimo prodotto strutturato con un gruppo di sopravvissuti in fuga dagli zombie era l'ultimo dei desideri dei fan dei fumetti e della serie.

Siamo solo all'inizio e a quanto pare, secondo le prime critiche americane, il secondo episodio convincerà di più. Noi ci auguriamo semplicemente che questo esperimento non sia stato fatto solo per motivi commerciali, sperando che vi siano delle idee che possano realmente riempire lo stomaco e non solo stuzzicarlo. Avremmo voluto concludere questa recensione dicendo che gli ultimi minuti della puntata potevano essere un buon cliffhanger che lasciava l'acquolina in bocca in attesa di un secondo episodio che portasse le aspettative verso qualcosa di inedito. Ma di inedito qui sembra solo esserci la parola Fear.

Avete visto l'episodio? Diteci cosa ne pensate nei commenti o in questo post del Forum TV!

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