Father and Son, la recensione

Una domanda elementare come "E' la biologia o l'averlo cresciuto a formare un rapporto tra padre e figlio?" genera un film che si propone di raccontare un uomo che ne indaga altri...

Critico e giornalista cinematografico


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Si chiama Like Father, Like Son quest'ultimo film di Hirokazu Koreeda (almeno questo è il titolo internazionale che per motivi che sono davvero incomprensibili in italiano è diventato Father and son quando "Tale padre, tale figlio" era lì a portata di mano) un titolo che va dritto all'idea più potente di tutta la storia narrata.
Si racconta di una famiglia benestante e in particolar modo di un padre, giovane e in carriera, con un figlio di meno di 5 anni che assieme alla moglie viene a sapere all'improvviso dall'ospedale in cui hanno partorito che c'è stato uno scambio alla nascita e il bambino che hanno allevato fino ad ora non è il loro figlio biologico. Entrati in contatto con l'altra famiglia e il loro vero figlio dovranno decidere cosa fare ma soprattutto capire se fare lo scambio oppure no e quindi quale figlio crescere, quello che gli appartiene biologicamente ma non umanamente (perchè cresciuto diversamente in un altro ambiente, con altri genitori e altre idee) o quello che hanno accudito e plasmato a loro immagine e somiglianza fin dalla nascita.

In tutta questa storia la parte che interessa davvero a Hirozaku Koreeda è l'elaborazione di un proprio concetto di paternità da parte di un uomo autoritario e determinato ad avere un figlio come lo intende lui, che gli somigli negli atteggiamenti e nell'abnegazione riguardo i propri obiettivi. La scoperta che il proprio figlio biologico è da un'altra parte cresciuto da un altro uomo gli dà immediatamente una malcelata speranza che gli somigli più di quello che ha cresciuto, reticente a fare lezioni di pianoforte, non incline a vivere con senso del dovere più accanito ogni competizione. 
In questo film un essere umano cerca se stesso negli altri, ma non metaforicamente, lo cerca davvero, nascondendo male le proprie preferenze e i propri desideri, indagando i due bambini per scoprire in forma assolutamente privata se sia più figlio proprio colui che ha cresciuto o colui con il quale condivide il 50% del patrimonio genetico.

Conversazioni, osservazioni, sperimentazioni e terribili decisioni, nonostante spesso si fatichi ad essere daccordo con i protagonisti nessuna decisione è semplice e ognuna scatena una battaglia mentale nello spettatore per comprendere, capire, condividere e in ultima analisi attendere il responso. Com'è allora evidente il merito principale di Father and Son è di rischiare moltissimo e creare una trama ad uso e consumo della frustrazione del suo protagonista. Egli è dipinto come rigido, altero, spietato con chi non è come lui e gli viene proposto un figlio biologico cresciuto da qualcuno completamente diverso, qualcuno che disprezza profondamente.
E' possibile filmare il processo di scarnificazione di un uomo nei riguardi di un altro? L'atto di indagare un animo in profondità, oltre la superficie, oltre i condizionamenti per scoprire l'essenza altrui? Si, e Hirozaku Koreeda lo fa affidandosi alle parole e in piccoli momenti improvvisi a immagini potentissime.

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